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Addio a Nidito, l’uomo che coltivava i sogni - Cronaca - lanazione.it

Pubblicato il 2 gennaio 2022
Addio a Nidito, l’uomo che coltivava i sogni
Ex assessore e consigliere, imprenditore dai mille interessi, si era trasferito in Albania e diceva: "Per essere felici ci vuole sempre un obiettivo"
di ROBERTO BALDI
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Luigi Nidito aveva 77 anni. La sua scomparsa risale al 30 dicembre (Foto Attalmi)
di Roberto Baldi E’ deceduto all’improvviso a Tirana mentre coltivava ancora sogni, il più recente dei quali era stato l’avvio di una associazione italo-albanese per la quale se ne era venuto a Prato circa un mese fa, organizzando un convegno e stabilendo uno statuto a cui avevano aderito personalità importanti. "Se vuoi vivere una vita felice, legala sempre a un obiettivo sia pure non remunerativo", mi diceva. E non ha mai tradito questo comandamento. Ci abbracciammo senza sapere quando sarebbe tornato, fingendo di rivedersi quanto prima, mentre rientrava a Tirana in un mondo fatto d’ incantevole unione fra fascino mediterraneo e arretratezza...
di Roberto Baldi
E’ deceduto all’improvviso a Tirana mentre coltivava ancora sogni, il più recente dei quali era stato l’avvio di una associazione italo-albanese per la quale se ne era venuto a Prato circa un mese fa, organizzando un convegno e stabilendo uno statuto a cui avevano aderito personalità importanti. "Se vuoi vivere una vita felice, legala sempre a un obiettivo sia pure non remunerativo", mi diceva. E non ha mai tradito questo comandamento.
Ci abbracciammo senza sapere quando sarebbe tornato, fingendo di rivedersi quanto prima, mentre rientrava a Tirana in un mondo fatto d’ incantevole unione fra fascino mediterraneo e arretratezza al suono di violini struggenti con la poesia della melanconia, il sorriso dolce dell’accoglienza albanese. Il destino l’ha colpito a 77 anni, mentre viaggiava in taxi, dopo il preavviso di circa una settimana fa quando mi aveva informato di un dolore precordiale e di un rialzo pressorio, che l’avevano indotto a un primo controllo ospedaliero per verificare anche gli esiti di un intervento cardiaco effettuato da Popoff a Firenze circa 20 anni orsono. Prato restava la città che amava, in cui prometteva di ritornare stabilmente e che aveva abbandonato per inseguire la sua voglia di scoprire, dopo aver ottenuto quaggiù traguardi prestigiosi in politica come socialdemocratico e poi Psi (comitato centrale, segretario regionale, segretario provinciale, consigliere provinciale, assessore comunale dal 1980 al 1989, fondatore di Tv Prato eccetera), attraverso un fiuto e un tratto umano ineguagliabili, finché aveva percepito le pesanti interconnessioni di altri con il tornaconto individuale. Anche là a Tirana aveva saputo ricreare un tessuto di rapporti importanti, la cui espressione emblematica era stata la venuta tempo fa del presidente albanese a Prato, favorita appunto da Luigi Nidito, che aveva ottenuto nella terra limitrofe attestati significativi quali delegato di zona e fondatore del primo club Lions Albania (oggi Lions Club Tirana Host) trasferito dal Club Carmignano-Poggio a Caiano Medicei; vicepresidente vicario di ConfimiIndustria, associata alla grossa realtà italiana nata nel 2012; giornalista ancora iscritto all’albo toscano ed altre benemerenze che gli derivavano da quel suo porsi pacato, sereno, accattivante, autore e produttore di testi pregevoli. Il legame indissolubile con Prato e con l’Italia lo aveva reso protagonista anche nella vicenda coronavirus, con i trenta sanitari spediti dall’Albania in soccorso dall’Italia, a testimonianza una volta di più del ponte esistente fra le due nazioni sulle sponde dell’Adriatico.
Per la celebrazione dei funerali bisognerà aspettare ancora qualche giorno (potrebbero svolgersi mercoledì alle 15 alla Sacra famiglia ma manca ancora l’ufficialità), ma intanto Prato l’accoglie a braccia aperte con un comunicato del sindaco Matteo Biffoni ("Nidito è stato un ponte fra Prato e Tirana"), così come lui accoglieva tutti i pratesi che occasionalmente si recavano in Albania. "Prato - mi diceva tutte le volte che tornava qua - è per me la città a cui ho dato tutto e che mi ha dato tutto". Resta nel cuore dei molti che gli abbiamo voluto bene. All’inseparabile moglie Simona, alla sorella Amalia e ai familiari tutti le condoglianze del nostro giornale.
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