LASTAMPA.IT 04-01-2022

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Turista non vedente con il cane guida bloccato all’ingresso del Duomo di Torino, lui chiama la Polizia - La Stampa

In Evidenza Sezioni Edizioni Locali La voce de La Stampa Servizi «Qui il suo cane non entra». Così si è sentito dire Vittorino Biglia quando ha cercato di entrare nel Duomo di Torino accompagnato dal suo Spritz. Accompagnato in tutti i sensi visto che l’uomo è non vedente e il suo meraviglioso Labrador nero è il cane guida. Biglia, che in Liguria è coordinatore del gruppo di lavoro cani guida per il consiglio regionale dell'Unione Italiana Ciechi, si presenta insieme ai suoi familiari e al cane all'ingresso del Duomo. Quando cerca di entrare viene fermato da un addetto alla sicurezza della chiesa che non gli permette di entrare perché accompagnato dal suo cane: le regole e i cartelli lo vietano. Ma Biglia ha saputo far valere i suoi diritti e ha avvertito la polizia: la legge numero 37 del 1974 prevede infatti l’accesso dei cani guida all'interno dei luoghi aperti al pubblico. Così, grazie all’intervento delle forze dell’ordine, Biglia e Spritz sono potuti entrare nel Duomo e poterlo visitare. «La mia non vuole essere una polemica – spiega Biglia – , voglio parlare di quel che è accaduto per sensibilizzare, informare e divulgare la realtà del cane guida che a oggi è ancora poco conosciuta nonostante gli sforzi profusi dalle associazioni di categoria sempre in prima linea». Biglia era già finito al centro delle cronache locali per un gesto di grande amore verso il suo precedente cane guida: Pelope, una Labrador bionda, è stata i suoi occhi per cinque anni. Ma, proprio come Vittorino, anche a lei gli occhi sono venuti meno: era il 2016 e la sua cagnolona stava diventando cieca a causa di una retinopatia grave, una malattia rarissima che colpisce un cane su diecimila, e non può più fare il cane guida. Ma Biglia non ha voluto riportare Penelope alla scuola di Limbiate dove era stata addestrata nel 2010 per poi essere inviata, grazie ad una donazione del Lions Club di Collegno, a casa sua: «Scherzo del destino che mi fa stare male – disse cinque anni fa l’uomo – . Storia simile alla mia che ho perso la vista a circa vent’anni a causa di una retinite pigmentosa, malattia degenerativa irreversibile. Penelope resterà con me».

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