REPUBBLICA ALBUM PALERMO 20-01-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Un affare da 116 milioni così piazza Verdi accende l'economia
Autore: Reale Claudio

Un affare da 116 milioni così piazza Verdi accende l'economia
di Claudio Reale Anche nel periodo della pandemia
il Teatro ha mosso risorse, spendendo 27 milioni nelle produzioni e presentando 26 concerti online I contributi degli sponsor nello scorso anno
•n impatto da 116 milioni di euro,
ben oltre i 30 circa che ogni anno finiscono in bilancio. Perché il teatro Massimo è come un sasso in quello stagno che è l'economia di Palermo: le spese dirette si propagano in altre onde più piccole, fino ad arrivare a un totale che secondo uno studio condotto a giugno dall'università del capoluogo incide per oltre 70 milioni sulla ricchezza della città, per una quarantina sulla provincia e poi via via fino al livello internazionale, per il quale ci sono due milioni abbondanti di ricadute. Certo, l'epoca pandemica è un periodo di vacche magre. Eppure, persino in questa fase, il Massimo ha mosso risorse importanti: il valore della produzione nel bilancio 2020 ammontava a 27,1 milioni di euro, con una contrazione di 5,4 milioni rispetto all'anno precedente. Denaro che — visto lo stop agli spettacoli per larga parte dell'anno e dunque il mancato incasso al botteghino — proviene per lo più dallo Stato nelle sue articolazioni: 14,8 milioni abbondanti sono stati messi a disposizione dal ministero dei Beni culturali, 8,1 sono giunti dalla Regione e 2,9 dal Comune di Palermo. A questo denaro, però, si aggiungono anche altre voci: nel 2020, nonostante tutto, i proventi degli spettacoli hanno raggiunto quota 774mi1a euro (un quinto della stessa voce nell'anno precedente) e se sono venute meno voci di incasso come visite guidate, affitto delle sale, noleggio degli allestimenti, vendita di gadget e tournée la fondazione ha potuto comunque fare affidamento sui contributi arrivati dai mecenati privati. Perché, oltre tutto, investire in cultura conviene. Anche direttamente: grazie all'Art bonus, una misura introdotta nel 2014 dal governo Renzi, chi sostiene gli enti e le fondazioni culturali ottiene benefici fiscali. Grazie a questa misura il teatro Massimo ha racimolato negli anni decine di migliaia di euro per il sostegno diretto o indiretto alla propria attività: dati certamente inferiori a quelli di teatri come la Scala di Milano, ma in netta crescita negli ultimi anni. Nel 2021, così, sono arrivati i contributi della Fondazione Sicilia, quelli di Filippone assicurazioni e così via, passando dal Lions club e dalle tante persone fisiche che hanno deciso di "sponsorizzare" l'istituzione-simbolo della cultura nel capoluogo siciliano: fondi utilizzati per il sostegno alla stagione e per progetti extra, ma anche per interventi strutturali come il restauro del sipario di Giuseppe Sciuti finanziato — con un assegno da cinquantamila euro — dalla compagnia aerea Volotea nel 2018, durante l'annodi Palermo capitale della cultura. Ridurre però il ruolo della fondazione Teatro Massimo a un mero calcolo economico diretto è cogliere una minima parte della sua essenza. Bastano due numeri per capirlo: nel periodo più nero per gli spettacoli in tutto il mondo, da piazza Verdi le produzioni si sono spostate sul web, permettendo la realizzazione di 26 concerti online e soddisfacendo il bisogno di arte di un milione di spettatori. Prendendo spunto dai dati 2017-2019, l'impatto indiretto è stato così calcolato da Giovanni Ruggieri, ricercatore del dipartimento di Economia applicata all'università di Palermo e presidente dell'Osservatorio turistico delle isole europee, che ha condotto l'analisi in collaborazione con l'ufficio marketing del teatro Massimo: «A livello comunale — si legge nella documentazione dello studio — per ogni euro speso dal teatro e dagli spettatori (residenti e turisti), vengono generate ricadute nel territorio pari a 2,25 euro nell'intero sistema coinvolto nell'attività del teatro (dal settore turistico-ricreativo a quello dell'artigianato, ai servizi, eccetera)». Le ricadute, però, non si limitano alla sola città: secondo lo studio, infatti, «il teatro è un punto di riferimento per la vita culturale di Paler
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mo e uno dei maggiori simboli della città a livello internazionale. La sua vivacità artistica — si legge nel rapporto — determina notevoli ricadute positive in tutto il contesto locale, sia con riferimento agli aspetti prettamente culturali e sociali, sia in relazione agli effetti economici sul personale, la popolazione residente e in generale tutti i soggetti con i quali entra in relazione per lo svolgimento delle attività (soprattutto fornitori di beni e servizi)». Anche perché il teatro muove anche un enorme indotto occupazionale: nel 2019 la fondazione ha sostenuto 1.273 siciliani, includendo quelle coinvolte direttamente (481) e quelle dell'indotto diretto (409) e indiretto (383). Per un'istituzione che a conti fatti vale più del denaro che muove direttamente. E che incide in maniera determinante sulla città della quale è il simbolo.
Nel 2020, nonostante il lockdown, i proventi degli spettacoli hanno raggiunto quota 774 mila euro I fondi di Fondazione Sicilia, Filippone e Lions cercano di compensare i mancati incassi
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Spettatori al botteghino del teatro Massimo per comprare i biglietti perla nuova stagione

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