GIORNALE DI LECCO 31-01-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
***Il notaio Berera ha raggiunto in cielo la moglie Emma - Il notaio Berera ha raggiunto in cielo l'amata moglie Emma -Aggiornato-
Autore: Crippa Micaela

Lutto - Fu politico e filantropo
Il notaio Berera ha raggiunto in cielo la moglie Emma
A PAGINA 18
Lutto - Il 93enne era stato assessore, presidente del Rotary e fondatore di diverse associazioni
Il notaio Berera ha raggiunto
in cielo l'amata moglie Emma
LECCO (cmc) Se n'è andato all'età di 93 anni, Teodoro Berera, per tutti Doro, storico notaio con studio in via Carlo Cattaneo, accanto all'abitazione. Per chi conosceva quell'uomo brillante e mai banale, il primo pensiero - all'annuncio della sua dipartita - è stato: «Ha raggiunto in cielo Emma, l'amore della sua vita». Sì, perché la moglie Emma Rota, compagna di viaggio e di lavoro, si è spenta il 19 settembre dello scorso anno. E chi sapeva quanto inseparabile fosse la coppia, era certo che, senza di lei, non sarebbe sopravvissuto a lungo. Così è stato. Teodoro Berera era nato a Premana il 7 settembre 1928 e al paese dell'alta Valsassina, ai piedi del Legnone è rimasto legato per tutta la vita. Sebbene la sua carriera professionale e la sua casa fossero in città, a Premana tornava ogni volta che poteva. E proprio f aveva conosciuto Emma, nativa di Chiuso, con la quale era convolato a nozze. Dalla consorte aveva avuto cinque figlie Paola, Lelia, Chicca, Giudi e Leti che a loro volta gli avevano dato 14 nipoti. Come dicevamo lo studio del notaio Berera era in via Cattaneo accanto all'abitazione, e li la moglie Emma aveva continuato a lavorare accanto al marito gestendo il personale. Erano una coppia molto legata: lei socievole e vulcanica, lui introverso e silenzioso, ma si completavano a vicenda. Berera era diventato notaio nel 1956 e aveva operato sia in città che nell'intera Valsassina. Professionista molto apprezzato e stimato, ha amato il suo lavoro che svolgeva con grande passione e dedizione ricevendo sempre consensi di stima ed affetto. Si era ritirato dalla professione nel 2003, al raggiungimento dei 75 anni e l'intera categoria aveva voluto celebrare l'evento con una grande festa
al Golf Club di Annone Brianza. Accanto alla professione notarile, Berera aveva affiancato l'attività politica nella Democrazia Cristiana, dal 1969 (sotto il sindaco Antonio Rusconi) fino al 1986 (quando primo cittadino era Paolo Mauri) rivestendo cariche sia di consigliere comunale che di assessore. Era anche membro dell'Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme con il quale aveva partecipato più volte ai pellegrinaggi in Terra Santa. Socio del Lions Club Lecco Host dal 1961 era stato anche presidente del sodalizio. Ma non è tutto: Teodoro Berera era anche socio fondatore della Fondazione Cariplo di cui è stato vice presidente. «Era un amante dello sport, giudice di gara di sci alpino e grande praticante di sci di fondo - hanno detto le figlie - e fino a quando ha potuto, ha preso parte a tutte le più importanti maratone di questa disciplina. Con un gruppo di amici premanesi aveva fondato nel 1947 l'Associazione Sportiva Premanese (ASP) ideando varie iniziative fra cui l'oggi famosissimo "Giir di Mont"». Appassionato lettore soprattutto di storia amava anche suonare il pianoforte e la fisarmonica con cui dilettava i suoi nipoti. Il notaio Berera si è spento sabato scorso, 29 gennaio. Il funerali si svolgeranno domani, martedì 10 febbraio alle 10.15 nella Basilica di San Nicolò. Dopo la funzione il feretro verrà trasferito nel cimitero di Premana, dove già riposa la sua Emma. Oltre alle cinque figlie e ai generi, Berera lascia 14 nipoti: Giacomo, Teodoro, Lorenzo, Federico, Riccardo, Giuseppe, Alessandro, Emma, Virginia, Anna, Federica, Antonio, Francesca e Luca.
Micaela Crippa

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L'INTERVISTA RILASCIATA AL GIORNALE DI LECCO NEL 2003
«Appresi il mestiere a Milano imparandone i truCChi»
LECCO (cmc) Quando Teodoro Berera era andato in pensione i colleghi notai gli avevano organizzato - domenica 30 novembre 2003 - una grande festa al golf club di Annone. «Non capisco il senso di questa cena, sembra più la commemorazione di un defunto, avrei preferito andarmene senza clamore» aveva detto lui scherzando. E poi aveva concesso una lunghissima intervista alla collega Franca Gerosa. «Le cose sono cambiate da quando ho cominciato la professione di notaio - aveva raccontato nell intervista - ormai siamo diventati degli scrivani. Si viene da noi, come dal medico della mutua, con la ricetta dello specialista già
pronta. Uno specialista che si chiama commercialista, avvocato, geometra, l'ingegnere... tutto fuorché notaio. Di chi è la colpa? Anche nostra, perché spesso ci siamo distrutti l'un l'altro con lotte feroci. Altra causa è il venir meno di una certa tradizione: una volta la moralità era tutto. Adesso... si vuole tutto subito anche le famiglie vanno a rotoli perché ognuno va per la sua strada». Berera apri lo studio di via Cattaneo nel 1957 e a quel tempo c'erano soltanto tre notai in città: oltre a lui Gaetani e Cornelio. Si potrebbe definire un figlio d'arte visto che il padre Antonio era notaio ma mori nel 1944 prima che lui si laureasse. «Così andai a fare pratica a Milano,
dove imparai quelle astuzie proprie di una grande città che in un paesotto qual era il nostro non avrei mai potuto apprendere. Mi sono sempre state utili, credo che sia importante confrontarsi con persone e culture diverse. Per questo ho paura che il proliferare di tanti atenei non sia una buona cosa non vorrei che anche il Politecnico di Lecco diventasse una sorta di liceo». Alla collega che gli chiedeva come vedeva la Lecco del futuro Berera rispondeva: «Un tutt'uno con Milano come è successo ai centri intorno a Londra o a New York. Quando i treni avranno la cadenza del mets, per i lecchesi sarà facile raggiungere Milano e per i milanesi comodissimo arrivare a Lecco».
II notaio Teodoro Berera con l'amatissima moglie Emma Rota. Praticò la professione fino al 2003

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