SENTINELLA DEL CANAVESE 14-03-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Chivasso, una famiglia dal campo profughi «Abbiamo reso la loro casa accogliente»
Autore: Alberto Silvia

Due ragazzi yemeniti con il bimbo di poco più di un anno si trasferiranno grazie al lavoro del inondo del terzo settore
Chivasso, una famiglia dal campo profughi
«Abbiamo reso la loro casa accogliente»
CHIVASSO
Una giovane famiglia yemenita con un bimbo di poco più di un anno è stata accolta a Chivasso grazie al lavoro di un gruppo di volontari dell'associazione chivassese Nemo-In. Forma. Citt@ e alla collaborazione di molti cittadini e associazioni del territorio. Il progetto "Una Comunità per una Famiglia" è nato lo scorso autunno e da circa un mese e mezzo, tramite un corridoio umanitario reso possibile grazie alla Comunità di Sant'Egidio, è riuscito a portare in città i due giovani e il loro figlio che vivevano in un campo profughi greco. In questo processo, fondamentale è la rete tra i volontari attivi in un gruppo operativo e le oltre 90 famiglie del chivassese aderenti che sostengono economicamente l'iniziativa senza finanziamenti pubblici. Privati e associazioni del territorio promuovono rendono possibile concretamente la realizzazione del progetto attraverso la messa a disposizione di beni, donazioni o prestazioni professionali. L'appoggio fornito da esperti e professionisti è fondamentale per il supporto su problematiche specifiche, come l'aspetto sanitario, che è assicurato anche grazie al contributo di diversi professionisti che svolgono opera professionale pro bono. Nelle settimane prima dell'arrivo della famiglia, i volontari hanno lavorato "molto praticamente", ritinteggiando anche le pareti, per rendere il più possibile accogliente l'alloggio dove vive la famiglia e la famiglia è costantemente affiancata nei volontari per l'inserimento nel tessuto sociale d'arrivo, in linea con il modello dell'accoglienza diffusa. Alcuni membri dell'associazione si occupano così del coordinamento del progetto puntando ad affiancare la famiglia in un percorso di autonomia che si sviluppi attraverso l'apprendimento linguistico e la formazione, l'acquisizione di tutte quelle competenze utili all'inclusione lavorativa, abitativa e del benessere psico-sanitario e non solo. «L'apertura di un canale legale per coloro che vivono nei campi profughi - spiega Veronica Davico, presidente della Nemo-In. Forma. Citt@ - è fondamentale per evitare l'attraversamento della rotta balcanica o del tratto di mare che divide il nostro Paese dalla Libia. Le condizioni di viaggio sono estremamente precarie e pericolose. I corridoi umanitari sono una grande risorsa e rappresentano ad oggi l'unico canale di arrivo sicuro, strutturato e legale. Purtroppo si tratta di una soluzione marginale, in quanto non è accessibile a tutti. Speriamo che questa pratica si diffonda sempre di più, è necessario trovare vie di accesso sicure e strutturate per le persone che fuggono da guerre e persecuzioni. A oltre 70 anni dalla Convenzione di Ginevra il diritto d'asilo deve poter essere garantito nel rispetto delle norme da essa stabilite». Hanno aderito o hanno fornito la loro preziosa collaborazione al progetto la Caritas territoriale, la Cri territoriale, il gruppo scout Cngei, la Uildm "Paolo Otelli" di Chivasso, il gruppo Adi locale, i Club Rotarye Lionslocali. Per seguire le attività o aderire come volontario o donatore è possibile contattare unacomunitaperunafamiglia@gmail. com oppure associazione. nemo@gmail. com. SILVIA ALBERTO

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I volontari che hanno dato un tocco di colorealla casa

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