GIORNALE DI SEREGNO 15-03-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
«Non dimentichiamo tutte le donne in guerra e le vittime di violenza»

Giornata internazionale dei diritti delle donne: numerosi eventi e Premio Mimosa a Silvia Redigolo
«Non dimentichiamo tutte le donne in guerra e le vittime di violenza»
SEREGNO (sil l Musica, arte e letteratura per celebrare la Giornata internazionale dei diritti della donna. In galleria Mariani la mostra della Famiglia artistica seregnese «Arte al profumo di mimosa», nella mattinata dell'Otto Marzo una manifestazione all'istituto Levi, in serata il violino di Natasha Korsakova al circolo San Giuseppe e durante la giornata nei negozi, grazie a Lions club Seregno e ViviSeregno, l'omaggio di uno speicale segnalibro alle clienti. Il momento centrale della giornata è stato la consegna del Premio Mimosa dall'Amministrazione a Silvia Redigolo, seregnese, responsabile della comunicazione e della raccolta fondi dell'associazione Pangea che, da 19 anni, lavora a sostegno delle donne in Afghanistan. Ad accompagnare la cerimonia la mu
Laura Capelli, Federica Perelli, Silvia Redigolo, Alberto Rossi, Ivana Mariani alla consegna del Premio Mimosa in biblioteca Pozzoli
sica di Arsené Duevi, originario del Togo. Un premio ritirato dalla seregnese e condiviso con tutte le donne afghane. «Le dittature e le guerre tendono a moltiplicare la fragilità della condizione della donna, come accaduto in queste ore in Ucraina e pochi mesi fa, quando l'Occidente ha deciso di abbandonare l'Afghanistan al suo destino - è la motivazione del riconoscimento - Anche per i mondi più lontani qualcuno sceglie di esserci». La vita riparte da una donna è la sintesi delle finalità di Pangea e «mai come ora c'è bisogno di questo e ringraziamo Silvia per aiutare le donne a essere motore della ripartenza». In Afghanistan la situazione continua a essere molto critica, dopo la presa del potere dei talebani.
«Sei mesi fa, in una notte, le donne hanno perso tutti i diritti - ha raccontato Redigolo - Le nostre operatrici, per aver collaborato ai progetti di sostegno alle donne afghane, sono ancora più a rischio. Molte di loro ora sono qui e si sentono al sicuro, ma sono delle sopravvissute e devono ricostruire da capo la propria vita». E' forte il legame con chi è rimasto nel paese asiatico: «Abbiamo creato diverse case protette dove donne, uomini e bambini vivono nascosti dalla fine dell'agosto scoso. Alcuni neonati sono stati partoriti lì. Al momento è impossibile lasciare il Paese» Il riconoscimento rappresenta anche una promessa a «non dimenticare le donne afghane, le vittime di violenza domestica in Italia, le donne ucraine e quelle di tutte le guerre del mondo».

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