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Sanità Marche, "Tagliano i fondi, i medici sono introvabili" - Cronaca - ilrestodelcarlino.it

Sanità Marche, "Tagliano i fondi, i medici sono introvabili"
20 mar 2022
Sanità Marche, "Tagliano i fondi, i medici sono introvabili"
L’assessore regionale Filippo Saltamartini: "Il Governo non ci riconosce le spese sostenute e ai bandi si presentano in pochi"
sara ferreri
Pazienti in barella al pronto soccorso di Torrette
Per approfondire:
Articolo: Covid oggi Marche, dati e contagi del 19 marzo 2022
Ancona, 20 marzo 2022 - Mancano i medici per garantire l’idonea copertura dei turni, pronto soccorso del territorio in forte difficoltà. Reparti presi d’assalto negli ultimi due giorni, come capita ciclicamente, da Torrette agli ospedali periferici, Jesi e Senigallia in particolare. Tra venerdì e ieri è stata dura per il personale medico affrontare il numero di pazienti in visita. Le attese, soprattutto a Torrette, hanno superato le 7 ore per i codici ‘verdi’ (casi di medio-bassa gravità) e le 9 ore per i ‘bianchi’ (non gravi). Un problema, quello della carenza del personale medico, più volte segnalato e ormai fuori controllo: reperire medici per i pronto soccorso è sempre più difficile, manca la vocazione e soprattutto mancano le condizioni per consentire un’ampia adesione. Tutti i pronto soccorso della provincia, così come quelli di altri territori, stanno soffrendo con una frequenza sempre maggiore questa situazione. A peggiorare il quadro in questa seconda metà di marzo c’è l’improvviso e inatteso cambio del trend dei contagi Covid .
L’emergenza pandemica non è finita e oltre all’aumento dei nuovi positivi si sta assistendo a una risalita dei ricoveri, sebbene in reparto non intensivi e questo è un dettaglio fondamentale. Nuovi pazienti che passano prima nei pronto soccorso, rendendo di fatto necessario riattivare le aree Covid che si sperava potessero essere bonificate e messe a disposizione per l’attività ordinaria. Tornando alla cronaca e al pronto soccorso di Torrette, ieri mattina le attese, sempre per i codici di minor intensità, sono rimaste entro canoni limite, tra le 2 e le 4 ore, poi nel pomeriggio, come spesso capita, la situazione è peggiorata. In mattinata però la sala d’attesa era strapiena, con alcuni pazienti barellati ‘appoggiati’ lungo il corridoio proprio a causa del massiccio afflusso di visite. Se le cose, sia in questi giorni che nel recente passato, sono trascese lo si deve esclusivamente alla grande professionalità del personale in servizio, medici, infermieri e oss. Anche ieri, nonostante l’alto numero di presenti, l’atmosfera era calma. In passato alcuni facinorosi, legati anche a movimenti no-vax ma non solo, hanno creato disturbo e preoccupazioni al personale sanitario in servizio. 
Saltamartini: "Entro un mese la riforma delle aree vasta"
"Non siamo riusciti a farci rimborsare le spese del Covid, in particolare quelle per le mascherine, le prestazioni aggiuntive del personale e i farmaci pertanto saremo costretti a calare tutte le prestazioni, quelle di cui usufruiscono i cittadini". Così l’assessore regionale alla Salute Filippo Saltamartini ospite del Lions club di Jesi venerdì sera al ristorante L’Oasi di Staffolo per fare il punto sui nodi della sanità nelle Marche "dopo due anni di Covid: insegnamenti e progettualità".
La spesa pubblica crescente su questo capitolo di spesa al centro dell’incontro. "Ci sono una montagna di cause legali e richieste di risarcimento – ha aggiunto Filippo Saltamartini davanti a una numerosa platea formata anche di professionisti della sanità in servizio e in pensione – alle aziende sanitarie e non essendo previste assicurazioni, anche per far fronte a questo dovremo purtroppo diminuire le prestazioni. Spero davvero che dal governo arrivi la possibilità di avere uno scudo per questo". A pungolare l’assessore regionale invitato dal presidente del Lions club di Jesi Giorgio Bartolucci è stato il dottor Marco Candela primario di Medicina al Carlo Urbani in particolare sulle carenze di organico che Saltamartini ha indicato dovute alla mancanza di medici da inserire.
"Dice che non c’è personale disponibile ma quanti bandi e graduatorie ci sono attive? Se non li cerchiamo probabilmente non li troviamo". Candela ha poi evidenziato le differenze di trattamento anche nelle assunzioni tra le varie Aree vasta (differenze che comportano anche la perdita di proessionalità) e lamentato la mancanza di confronto con gli amministratori regionali. "L’Asur e la sua suddivisione in aree vasta – ha replicato Saltamartini – comporta il fatto che ognuno attua la propria politica sanitaria. La ripartizione tra cinque aree vasta non funziona perché queste sono in concorrenza. Ci siamo impegnati per la riforma della legge 13 del 2003 affinchè ogni Asur sia un’azienda. Entro un mese la riforma sarà realtà".
Relativamente ai concorsi Saltamartini ha additato il tetto di spesa che "secondo il governo come emerso negli ultimi incontri non può essere superato". "Vero è che i professionisti vanno in altre Regioni dove si assume a tempo indeterminato". Poi sulla fuga di cervelli Saltamartini ha aggiunto: "Di recente ho incontrato tre bravissime dottoresse che lavoravano a Torrette: hanno deciso di andare a Londra e Dublino dove avranno il doppio dello stipendio".
E ancora un altro aneddoto: "è venuto da me un medico del 118 chiedendo una tutela rispetto alla busta paga. Mi ha mostrato come facendo 10 notti al mese il suo stipendio fosse di 2.700 euro". Anche per questo alcune specialistiche rischiano di diventare meno appetibili: "Abbiamo cercato di chiedere la possibilità di incentivare economicamente chi lavora al pronto soccorso ed è sottoposto a ritmi e stress forti – ha aggiunto a margine Saltamartini – ma non è possibile farlo e questo contribuisce ad aggravare il problema dovuto alla scarsità di medici. Per ora abbiamo inserito degli specializzandi di cui alcuni non full time nei pronto soccorso di Jesi, Fabriano e Senigallia, ma su 13 solo 7 hanno dato disponibilità. Abbiamo esposto al ministro Speranza il problema del turn over, ma il governo ha detto no anche all’eliminazione del numero chiuso per le iscrizioni a Medicina oltrechè del tetto di spesa". Ma l’assessore regionale ha lamentato anche la carenza di dirigenti della sanità: "Abbiamo fatto un concorso ma non si è presentato nessuno. Del resto la retribuzione è di 120mila euro lordi annui, mentre per lavorare in ospedale e in altri ruoli arrivano a 160mila".
 
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