CORRIERE DELLE ALPI 20-03-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Siccità, evento estremo «Come Vaia nel 2018» - L'attuale siccità? «Evento estremo come Vaia nell'ottobre 2018»
Autore: Dal Mas Francesco

CAMBIAMENTI CLIMATICI
Siccità, evento estremo
«Come Vaia nel 2018»
Dati preoccupanti per la montagna: «Le temperature si alzano di 0,5 gradi ogni dieci anni» prosciugati i laghetti della Rimonta: i volontari salvano i pochi pesci rimasti DAL MAS E DAMIN / PAGINE16 E 17
L'attuale siccità? «Evento estremo come Vaia nell'ottobre 2018»
Ieri a Feltre si è parlato del meteo che sta cambiando «In montagna temperature più alte di 0,5° ogni dieci anni»
Lo studioso Gianolla: «Bisogna pensare a qualcosa di diverso dagli impianti da sci»
Francesco Dal Mas / FELTRE
Lo sapete che dopo il disastro di Vaia i corsi d'acqua del Bellunese hanno perso i due terzi dei pesci? E che le temperature in provincia e nel Veneto si stanno alzando di mezzo grado ogni 10 anni? E che il fronte del ghiaccio della Marmolada si è ritirato di 650 metri da11985? E che a Natale per raggiungere lo zero termico bisognava salire di 200 metri sopra la Marmolada, quindi a quota 3500 metri? Lo sapevate che dal dicembre scorso in provincia sono caduti soltanto 36 mm di neve? Bastava essere ieri mattina alla conferenza del Lions Feltre Host e del Leo Club di Feltre per rendersene conto. «Non chiamiamoli cambiamenti climatici, ma crisi climatica», è stato il
monito del professor Carlo Barbante, del Cnr. Numerosi altri i relatori, mentre le conclusioni sono state dell'assessore regionale all'ambiente, Gianpaolo Bottacin, che ha invitato i numerosi presenti all'auditorium delle Canossiane a non affrontare questo delicato tema in termini ideologici. È stato Gianvittore Vaccari, presidente della società 'Veneto Acque", a citare un dato del tutto nuovo e che farà discutere: dopo il terremoto provocato da Vaia, nei rii, nei torrenti, nei fiumi e nei laghi della provincia, la fauna ittica—ha riferito - si è ridotta ad un terzo. Cioè abbiamo perso i due terzi dei pesci, «per cui», ha insistito il dirigente, già sindaco ed ex parlamentare, «bisogna ripopolare le nostre acque, rinaturalizzare i flussi». E quando si parla di acqua, non si può non tener conto del meteo, delle precipitazioni, dei ghiacciai. Se in 36 ore,
con Vaia, sono caduti 621 mm d'acqua (il record è stato registrato alla stazione di
Valpore di Seren del Grappa), da dicembre ad oggi le precipitazioni si sono limitate a 36 mm. «Anche questo è un evento estremo», ha commentato Barbante, «come lo è stato quello di fine ottobre 2018». Ed è stato sempre lo studioso feltrino del Cnr a parlare dei ghiacciai e in particolare delle condizioni pietose in cui si trova quello della Marmolada. Dal 1985 ha perso il 65% del volume e, appunto, 650 metri di fronte.

***

I RISULTATI DI QUESTI CAMBIAMENTI Negli ultimi 5 anni, i mari si sonno alzati — così ha certificato ancora Barbante — di 5 millimetri l'anno. «Tutta "colpa" della temperatura». L'assessore Bottacin ha riferito che «in Veneto c'è stato in trent'anni un aumento medio di 1,5 gradi, ossia, 0,5 ogni 10 anni». Che cosa significa? «Significa, ad esempio», ha detto Piero Gianolla, veneziano, del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell'Università di Ferrara, «che il 27 dicembre, cioè nel cuore dell'inverno, per raggiungere gli zero gradi bisognava salire a 3500 metri. La Marmolada ne misura 3300. Quindi bisognava alzarsi ancora di 200 metri». Proviamo a tradurre? «Evidentemente bisogna pensare a qualcosa di diverso dallo sci».
GLI INTERVENTI La conferenza di ieri si è articolata in una prima parte "accademica" con i professori Barbante, Gianolla e Geremia Gios che hanno analizzato cambiamento climatico dal punto di vista delle sfere glaciologica, geologica ed economica e una seconda parte che ha esplorato la "risposta della montagnaveneta" al cambiamento climatico con Vaccari (A.D. di Veneto Acque SPA), Nicola Gaspardo (Genio Civile di Belluno) e le conclusioni di Bottacin. Tutti i relatori hanno affrontato il tema loro assegnato "con le pinze", cioè lontano dalle declamazioni assolute. Gios, dell'Università di Trento, ha detto che «le risorse naturali non è saggio tenerle "mummificate", ma devono essere valorizzate con le necessarie attenzioni e, in ogni caso, lontano da ogni forma di assistenzialismo, oltre che di `vincoli assoluti"». Anche, anzi soprattutto in agricoltura. «Bisogna dunque conoscere il limite di ogni attività in montagna. E
soprattutto saperlo rispettare». Gaspardo ha raccontato Vaia e il post Vaia. Vaia è collegabile con i cambiamenti climatici? «Solo in parte», ha puntualizzato il dirigente del Genio Cvile, «è stato piuttosto un segnale che conferma la tendenza in atto verso gli eventi estremi». Tendenza con la quale bisognerà convivere, ma sicuramente — come ha raccomandato Vaccari — cambiando atteggiamento. In auditorium c'erano numerosi studenti. Vaccari ha spiegato che la cura dell'ambiente comporterà nuove specializzazioni e, di conseguenza, nove professioni. Una di queste sarà, ad esempio, la gestione dei droni, la cui applicazione in questi ultimi anni «è stata straordinaria, perché ha permesso divedere tanti aspetti che fino ad oggi risultavano sconosciuti». —
= HIHH000/IONE RISE HVA'A

***

Gli effetti della siccità: sopra il lago di Centro Cadore, sotto il torrente Uniera a Feltre

***

#s#72 #t#1 #c#Belluno#c#