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Canova trovato in un giardino, ora è pronto a essere esposto in tutta Italia - Il Tirreno Versilia

Canova trovato in un giardino, ora è pronto a essere esposto in tutta Italia
Il gesso della “Maddalena giacente” custodito in Accademia
La "Maddalena giacente" in marmo, venduta come opera da giardino, sarà battuta a luglio all’asta dall’inglese Christie’s
David Chiappuella 21 Marzo 2022
CARRARA. «La corrispondente opera in marmo non si trova più». Lo scrivevamo sul Tirreno il 2 marzo 2014, all’indomani della giornata evento in cui, dopo un accurato restauro, il gesso della "Maddalena giacente" di Antonio Canova, conservato all’Accademia di Belle Arti, fu presentato al pubblico insieme a quello della "Maddalena penitente", un altro dei 13 gessi del maestro di Possagno custoditi nel nostro massimo istituto scolastico provinciale. Entrambi i calchi sono entrati in Accademia intorno al 1868, grazie alle donazioni delle famiglie carraresi Triscornia e Tenerani. Adesso, però, come abbiamo riferito nell’edizione di ieri, il marmo della "Maddalena giacente" è stato ritrovato è messo all’asta dall’inglese Christie’s con una stima di 5-8 milioni di sterline (6-9,5 milioni di euro). Si è scoperto anche che la scultura, vent’anni fa, era stata venduta come statua da giardino per 5.200 sterline (circa 6.200 euro), perché si ignorava che fosse il capolavoro "perduto" di Canova.
Già nel catalogo della gipsoteca accademica di Carrara, però, curato da Renato Carozzi, all’epoca docente dell’ateneo, insieme a Severina Russo, della Soprintendenza ai Beni Culturali di Pisa ed edito dal Lions Club Massa e Carrara Host nel 1992, veniva sottolineato lo straordinario valore del calco "Maddalena Giacente", spiegando che era dovuto anche al fatto che si erano perse le tracce dell’originale in marmo, scolpito da Canova nel 1822 per Robert Banks Jenkinson, Lord Liverpool, primo ministro inglese dal 1812 al 1827, nonché fondatore e direttore della National Gallery di Londra. Nel 2002 l’opera, dopo vari passaggi di mano, è poi stata poi comprata ad un prezzo irrisorio da una coppia inglese, fino ad oggi ignara di avere un autentico tesoro nel giardino di casa. «La posa della figura ed il dinamismo che la anima -scriveva Carozzi riguardo alla "Maddalena giacente"- denotano chiaramente che Canova ha in pieno assorbito la lezione dei marmi del Partenone».
Ma insieme alle due "Maddalene", la nostra Accademia conserva altri 11 gessi dell’artista neoclassico: "Papa Clemente XIII", "Venere e Adone", "Il Pugilatore Creugante", "Il Pugilatore Damosseno", "Napoleone Bonaparte come Marte Pacificatore", "Letizia Ramolino Bonaparte", "Venere Italica", "Monumento a Vittorio Alfieri", "Autoritratto", "Danzatrice con il dito al mento" e "Danzatrice con le mani sui fianchi". Quest’ultimo calco, fino ad allora sfuggito a tutte le catalogazioni, è stato incredibilmente ritrovato proprio durante i lavori di restauro che hanno interessato diversi di questi gessi, per un costo di 20mila euro.
Oltre alla "Maddalena giacente", rivestono un valore straordinario anche il calco del "Monumento a Vittorio Alfieri", assicurato per un milione di euro e quelli dei due "Pugilatori", una cui copia, appartenuta allo stilista Gianni Versace, nel 2009 è stata battuta all’asta londinese di Sotheby’s per 460mila euro. In occasione del bicentenario della morte di Napoleone, poi, avvenuta il 5 maggio 1821, in città era atteso il restauro del gesso di Bonaparte. L’operazione, però, non è ancora terminata, nonostante l’associazione francese "Souvenir Napoleonien" abbia consegnato i 45mila euro necessari per il restauro. La speranza è che l’opera possa essere presentata al pubblico quest’anno, in occasione del bicentenario della morte di Canova. Il gesso di Napoleone fu donato all’Accademia carrarese dallo stesso scultore nel 1810, a pegno di un’ipoteca che gravava su alcuni marmi da lui acquistati. Il calco fa parte di una raccolta di cinque opere, uno dei quali giace smontato nei magazzini della scuola carrarese, dove, a partire dagli anni ’60, si è tentato a più riprese di recuperarlo senza successo. Una copia in bronzo, di dimensioni ridotte, si trova invece all’Accademia di Brera a Milano, che ospita anche un esemplare in gesso.
Un altro gesso è a Napoli, un altro nel palazzo Rinuccini-Bonaparte a Roma ed uno alla gipsoteca canoviana di Possagno.
«Il restauro del "Napoleone" -spiega il direttore dell’Accademia Luciano Massari- ha subito dei ritardi legati al fatto che i relativi progetti hanno dovuto essere approvati dalla Soprintendenza, la quale ha richiesto alcune integrazioni. Noi abbiamo svolto le indagini richieste, confrontando il nostro gesso con le copie presenti a Brera e Possagno».
Il professor Massari ha anche anticipato che in autunno i gessi "Maddalena giacente" e "Venere e Adone" saranno esposti a Bassano, nella mostra "Canova e l’Europa", che potrebbe ospitare anche altri calchi provenienti da Carrara. «Non è la prima volta che prestiamo i gessi di Canova ad altri istituti e mostre. -ricorda- Lo abbiamo fatto non solo per Bassano, ma anche per Possagno, Treviso ed il museo archeologico di Populonia». Il direttore dell’Accademia ha anche riferito che il suo istituto sta proseguendo la progettazione del percorso storico-visivo della gipsoteca, che sarà ospitata a palazzo Rosso. «Questo allestimento -ha concluso Massari- consentirà di valorizzare come meritano non solo i gessi di Canova, ma tutta la nostra collezione ottocentesca, grazie ad opere di scultori come Lorenzo Bartolini, Luigi Bienaimè, Pietro Tenerani, Ferdinando Pelliccia, Christian Daniel Rauch, Berthel Thorvaldsen e Carlo Finelli».
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