LIBERTA' 23-03-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
In zona expo prati e fossi come discariche tocca ai cittadini
Autore: Cavaciuti Antonio

In zona fxpo prati e fossi come discariche tocca ai cittadini
Plastic Free e Lions insieme a Rotary, Rotaract e Iren danno appuntamento per domenica mattina nel parcheggio fieristico OPERAZIONE PULIZIA/ UN SOPRALLUOGO PER L'INIZIATIVA FA EMERGERE IL DEGRADO
Ma come avrà fatto a finire qui tutta questa roba? Nessuno pulisce da tempo»
Antonio Cavaciuti
PIACENZA • La grande vetrina di Piacenza, nella zona dell'Expo, ha bisogno di una lucidata. Non parliamo del parallelepipedo di vetro e cemento sempre tirato a lucido che ospita le esposizioni, ma dei prati e degli stradelli attorno al parcheggio punteggiati, a tratti anzi ricoperti di carte, cartacce e rifiuti gettati da carovane di automobilisti incivili. Riccardo Amerio, tesoriere del Rotaract, e Roberto Antenucci, medico e membro del Lions Club Piacenza "Il Farnese", sono qui per un sopralluogo, per toccare con mano. Le loro associazioni - assieme a un'altra associazione ambientalista, Plastic Free e con l'aiuto di Iren - infatti, hanno organizzato una sorta di "operazione di pulizia". Appuntamento: domenica 27 marzo, alle 9 e mezza del mattino. I volontari si ritroveranno appunto nel parcheggio di Piacenza Expo, armati di guanti e sacchi da immondizia. E a quanto pare avranno il loro bel daffare. E' annunciata anche la presenza dell'assessore Paolo Mancioppi. Un fiume di "rado" Lo stradello tra la Fiera di Piacenza e l'autostrada, per esempio. Stiamo parlando del chilometro d'asfalto che inizia esattamente sotto una delle torri in barre d'acciaio che reggono i cartelloni Piacenza Expo, si stacca dal parcheggio e da 13 prosegue zigzagando tra i campi per un chilometro fino all'ingresso della Al. Nel fosso, a lato della strada, non scorre un goccio d'acqua, ma un fiume di rifiuti solidi urbani. Mucchi di fazzolettini, montagne di cartoni. Lattine e bicchierini. Bottiglie e bottiglioni. Finita II? Ma quando mai. Spuntano - passo dopo passo, durante il sopralluogo - anche oggetti curiosi: un trolley nero, un set di tre asciugamani verde foresta, un'infradito rimasta single, un vassoio in acciaio inox di quelli da ristorante, capitato li chissà come e soprattutto chissà perché. Ma anche - sempre osservando con attenzione - i resti di un vero e proprio campionario
gastronomico: buste di pecorino sardo; spianata piccante calabra; mortadella di Bologna e pure un vassoietto (vuoto, ovvio) di coppa piacentina a tenere alto, si fa per dire, il buon nome delle eccellenze locali. Per colpa di chi Amerio è sbalordito: si aspettava qualche cartaccia, si ritrova davanti a una mezza discarica: «Mi sembra surreale - dice con un po' di amarezza - che a due passi dalla nostra Fiera ci sia una situazione così drammatica». Tant'è. Ci penseranno per fortuna i volontari a rimettere le cose a posto. Certo, qualche punto interrogativo rimane: « 1Euna quantità talmente grande, che non può certo essersi accumulata in un mese. Sarà almeno un anno o più che nessuno pulisce... Ma come avrà fatto a finire qui tutta questa roba?», si chiede Antenucci. Una risposta certa non c'è. Ma mentre il nostro tour tra i rifiuti prosegue, ogni secondo, passa sfrecciando un camion che arriva dai quattro angoli d'Italia e d'Europa. E infatti nel fosso spuntano anche tocchi di internazionalità: scatolette di sardine, ma con scritte in cirillico; acqua rumena; un pacchetto con gli ingredienti in portoghese. L'ipotesi più probabile, quindi,

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è quella del classico lancio dal finestrino; di un lento, ma inesorabile ammonticchiarsi di "monnezza". Siepi o toilette? Nei prati attorno al parcheggio della Fiera va decisamente meglio, ma non manca qualche problema. Seminascosti, nell'erba alta, spuntano interi sacchi dell'immondizia. E poi, anche qui, una mezza dispensa: resti di ventricina piccante, scatolette di fagioli e tonno, biscotti; una bottiglia di whisky scozzese e pure una di olio. Ogni tanto arriva una folata di vento che fa volare come alianti i rifiuti più leggeri e così i sacchetti di plastica o i fazzolettini finiscono puntualmente incastrati nelle siepi rigogliose che incorniciano il parcheggio. Siepi che - a giudicare da tracce organiche inequivocabili - più di qualcuno ha pure scambiato come luogo per fare i propri bisogni, per poi pulirsi con tanto di carta igienica e piantare tutto D. Purtroppo. «Dare il buon esempio» Toccherà usare una buona dose di olio di gomito, domenica. «Ma il nostro obiettivo non è solo quello di riempire dei sacchi di rifiuti. Vogliamo innanzitutto sensibilizzare più persone possibile», dice Gema Avila, coordinatrice di Plastic Free Piacenza. Il problema, spiega infatti Avila, è che - evidentemente - ancora in troppi non hanno capito l'importanza di rispettare l'ambiente: «Ci fossero anche un milione di addetti a pulire, con la mentalità che abbiamo oggi sarebbe ancora sporco». Bisogna cambiare abitudini. Ci vuole l'esempio, ci vuole un po' più di educazione civica. Per questo gli organizzatori si sono anche attivati per coinvolgere le scuole: «I ragazzi sono gli individui più sensibili, sono ancora in formazione, per questo dobbiamo lavorare assieme a loro. E' un investimento sul futuro. Speriamo che domenica siano in tanti», spiega Maria Grazia Sabato, coordinatrice della raccolta per il gruppo piacentino Rotary. Speriamo, davvero. Perché non è questa che abbiamo trovato in fiera - fatta di cartacce e bottigliette - la Piacenza che vorremmo mettere in mostra.
Sui prati attorno al polo fleristico, anche quello che sembra un enorme filtro dell'aria. Qul del resto passano file dl camion ogni giorno per entrare in autostrada.
We gli oggetti più bimnl, pun tua trolley nero
Uno stradello di un chilometro collega fiera e lI fiume di rifiuti solidi urbani - quello che scorre a autostrada. Nel fosso al lato della strada non scor- lato della bretella tra Fiera e autostrada - visto da re acqua ma un flume di rifiuti solidi urbani. un altro punto di vista.

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Qualcuno ha scambiato la siepe attorno al parcheggio per un cassonetto

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