MATTINO SALERNO 27-03-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Intervista a Paola De Roberto - «Sportelli per i minori e open day vaccinali»
Autore: Cangiano Barbara

QL'intervista Paola De Roberto
«Sportelli per i minori
e open day vaccinali»
›L'assessore: bimbi profughi, assistenti sociali ?«Inclusione scolastica, istanza alla Regione verificano l'affidabilità degli accompagnatori per poter attingere risorse dal fondo povertà» FINORA A SALERNO DUEMILA RIFUGIATI POSSIAMO ARRIVARE FINQ A TREMILA COSI RISPONDIAMO A TUTTE LE NECESSITÀ
Barbara Cangiano
i sono i minori non accompagnati, sui quali l'occhio deve essere vigile per evitare che la tragedia della guerra produca altri drammi. Ci sono i mediatori culturali che mancano e le scuole in affanno, perché non basta aprire una porta per risolvere un problema. Ci sono famiglie che vivono la sospensione dall'orrore con estrema dignità. E rifiutano assistenza sperando di poter fare presto ritorno a casa. E, in sottotraccia, lo spettro del Covid, perché la maggior parte dei profughi ucraini che Salerno, come il resto dell'Europa sta accogliendo. non sono immunizzati. L'altra faccia di una medaglia che brilla per gare di solidarietà e raccolte fondi, è quella della burocrazia e dei problemi da risolvere rimboccandosi le maniche. Lo sa bene Paola De Roberto, assessore comunale alle Politiche sociali. Il suo cellulare squilla in continuazione. C'è un bambino con gravi problemi di salute da assistere. C'è una mamma incinta. In una parola c'è un'emergenza incontenibile a cui si prova a dare risposte grazie a una rete coordinata dalla Prefettura che tenta di risolvere, volta per volta, le emergenze. La prima a cui dover rispondere ha un nome ben preciso: quello di centinaia di minori non accompagnati.
Assessore, facciamo chiarezza.
Come vi state attrezzando su questo fronte? «Innanzitutto bisogna specificare che i minori non accompagnati non sono solo i bambini che riescono con le loro forze ad oltrepassare la frontiera e a raggiungere l'Italia, ma tutti quelli che arrivano qui con amici o familiari a cui sono legati fino al quarto grado di parentela. Di concerto con la Prefettura stiamo provando ad operare un censimento e come amministrazione abbiamo apeno due sportelli dedicati, uno pressa la direzione delle Politiche sociali e l'altro al segretariato del Centro sociale di Pastena, in modo da poter servire sia il centro che la zona orientale della città. Qui gli assistenti sociali hanno il compito di fare colloqui e di valutare l'affidabilità degli accompagnatori. Nel caso in cui i minori non possono invece essere gestiti da chi li ha portati fin qui, si attivano le rete Sai, il sistema di accoglienza integrata che è ministeriale e vede il coinvolgimento di diverse realtà attive nel terzo settore. Questo è sicuramente l'aspetto più delicato di questa emergenza, perché è forte il rischio di speculazioni o di tratte minorili. E un lato del conflitto segnalato anche dalla Procura: bisogna scongiurare il rischio che all'orrore della guerra ne seguano altri, ugualmente gravi. Dal canto nostro vigileremo con la massima attenzione». C'è poi un problema legato all'inclusione scolastica. Come pensate di garantire a questi bambini un'istruzione? «Ho inoltrato alla Regione una richiesta per capire se è possibile attingere dal fondo povertà risorse per intercettare interpreti che possano dare una boccata di ossigeno agli istituti scolastici. Purtroppo i mediatori culturali ucraini sono pochissimi, viceversa, per fortuna, le scuole che hanno aperto le loro porte sono tantissime». Passiamo al capitolo vaccinazioni. La maggior parte dei profughi non è immunizzato dal Covid e questo allarme è stato sollevato in diverse occasioni sia dall'As l che dalla Regione... «Con il sindaco Vincenzo Napoli abbiamo deciso di istituire degli Open day vaccinali, affinché a queste persone possano essere somministrate le dosi di vaccino. Dal mio osservatorio posso dire di non aver finora ricevuto risposte ostative, anzi. Da parte loro c'è tuna la volontà e la coliaborazione». Finora quanti profughi Salerno ha accolto e quanti immaginate ne potrà accogliere? «Stando ai dati in nostro possesso, parliamo di duemila persone, ma il numero potrebbe essere maggiore. Sul futuro è difficile fare previsioni. Personalmente ritengo che potrebbero arrivare in tremila, considerato che la comunità ucraina salernitana è composta da 1500 uomini e donne. Allo stato stiamo provando a rispondere alle necessità di tutti. Bisognerà valutare con attenzione la loro sussistenza. Ecco perché con l'Anci stiamo ragionando sull'ipotesi di destinare agli ambiti territoriali delle risorse per supportare le famiglie attraverso dei voucher. Poi c'è il grande cuore dei salernitani. Dai club come i Lions e i Rotary alle associazioni di categoria, come Coldiretti. Su tune la Caritas, a cui abbiamo deciso di affidare la gestione della residenzialità. Stanno facendo cose eccezionali. Insieme supereremo anche questo momento difficile».

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