CASATEONLINE.IT 03-04-2022

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Il Lions Club Castello Brianza Laghi ospita il professor Pregliasco

Scritto Domenica 03 aprile 2022 alle 19:18
Il lions club Castello Brianza Laghi ospita il professor Pregliasco
Castello Brianza
Il venticinquesimo Canto del Purgatorio, celebrazione della genesi della vita, ha riecheggiato nella sala tra gli sguardi attenti dei presenti in apertura della serata di approfondimento e riflessione sulla vita dopo la pandemia, organizzata dall’associazione internazionale lions club Castello Brianza Laghi, in collaborazione con gli amici di Val San Martino, Lecco Host e Valsassina. Ospite speciale il professor Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi e professore associato del Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano.
“Con queste parole di nascita e di vita abbiamo voluto aprire all’intervento del professore che ci accompagnerà questa sera in questo percorso di approfondimento e riflessione sul tema. Metaforicamente potremo associare il dramma che abbiamo vissuto ad un viaggio dantesco. Quando guardiamo alla fine della pandemia, infatti, potremmo pensare all’ultimo verso della cantica dell’Inferno “e uscimmo a riveder le stelle”, però per arrivare al paradiso c’è di mezzo il purgatorio. Quindi come dobbiamo prepararci ad affrontare questo periodo di transizione dopo la pandemia?” hanno detto gli organizzatori, salutando gli ospiti presenti in sala.
“Il tema per me centrale di tutto questo periodo è la ricerca continua della razionalità, della giusta comunicazione. Abbiamo infatti visto come spesso fare informazione non sia facile, parallelamente alla pandemia abbiamo assistito ad un’infodemia terribile. Una situazione, quella che abbiamo vissuto, che ha esposto mediaticamente coloro che si occupano del tema, divenuti improvvisamente virostar, in maniera sicuramente eccessiva. Nel mio caso è sempre stato così, l'argomento mi ha sempre visto protagonista. Mi sono occupato della respirazione, delle influenze, malattie che ahimè ogni anno riempiono le previsioni” ha introdotto l’esperto, evidenziando come ora ci si trovi in una fase di transizione che potrebbe portarci per inerzia a dimenticare ciò che è stato. Questa situazione ci vede infatti abituati ai numeri, proiettati ad un passaggio sperabilmente positivo rispetto al momento di sofferenza che abbiamo vissuto.
“Il Covid è una patologia perfida, mortale per alcuni e irrisoria nella stragrande maggioranza dei casi. Questa banalità ha determinato una mutazione nella percezione del rischio personale, della valutazione e della presa di consapevolezza della malattia stessa, creando non pochi problemi sul tema della vaccinazione. La capacità diffusiva di questo virus, però, continua e purtroppo bisogna accettare che sarà così ancora a lungo” ha aggiunto.
Centrale dunque, nell’intervento dell’esperto, il tema della consapevolezza di trovarsi di fronte a un virus con una tendenza evolutiva peculiare, che si adatta e sceglie “per caso”, per variazioni che trova nel tempo.
Negli effetti legati alla gestione della pandemia nell’immaginario collettivo, inizialmente, a causa di una quantità eccessiva di informazioni e meccanismi comunicativi scadenti, è stata svalutata la figura degli esperti, e si è insinuata l’idea che la scienza vada avanti per tentativi. “Tutto questo ha reso, e rende, difficile la percezione per ogni cittadino dell’importanza in termini negativi di una patologia così particolare, banale per molti ma con una mortalità sicuramente alta. Quale sarà il destino allora? La speranza è quella di convivere con questo virus come facciamo annualmente con l’influenza, con richiami vaccinali in un’ottica di raccomandazione per le persone più fragili” ha aggiunto, evidenziando una colpa, sempre in un’ottica di gestione, anche dell’Europa così disomogenea nelle direttive, che ci si augura possa assumere una posizione unitaria quantomeno circa l’attuale esigenza di rivaccinazione.
“Le disposizioni ora vedono una giusta e necessaria riapertura. Dovremo trovare la chiave per convivere con questo virus in un modo intermedio tra ciò che facevamo prima della pandemia e ciò che facevamo durante in piena crisi emergenziale” ha concluso, lasciando poi spazio alle domande degli ospiti.
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