GAZZETTINO PORDENONE 06-04-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Ucraina, i perché della guerra
Autore: Rossato mauro

Stefano Pilotto, docente di Storia delle Relazioni internazionali, ripercorrerà venerdì in biblioteca a Pordenone le ragioni che hanno portato al conflitto tra due popoli che hanno origini comuni
Ucraina, i perché della guerra
LA CONFERENZA
STEFANO PILOTTO ,.1'(•+im, ('li(' lil (Ilil'`?t1? t+1(,Illc•I+tt, tIt'13t?:1 I>'rt•',ticr?• il ti,lciliio ill ;itt(•`,;( (I(•II:1 I?:tc(• um ti+l :tccor(Io ch(' (I(•\+' (lt II? rinililc( (I;i ( i11r:tl+il?ì i I;tti•?
Un'analisi della crisi ucraina secondo un rigoroso criterio storico. È questa l'intenzione di Stefano Pilotto, docente di storia delle Relazioni Internazionali che venerdì, alle 19, in Biblioteca civica, parlerà de "La crisi Ucraina-Russia e il mondo: analisi geopolitica e prospettive per il futuro", in un incontro organizzato dal Lions Club di Pordenone
ORIGINI COMUNI «Penso che in questo momento debba prevalere il silenzio in attesa che si arrivi alla pace con un accordo che deve prevedere delle rinunce da entrambi i lati è il suo parere -. I popoli ucraini e russo hanno origini comuni. Ancora oggi a Kiev c'è Pecheska Lavra che è una sorta di Vaticano ortodosso, indubbio punto di riferimento. Nel periodo imperiale in Ucraina vennero combattute battaglie decisive come quelle di Poltava, primo passo per l'espansione a sud che poi portò alla conquista della Crimea e la sconfitta dell'Impero Ottomano. Nacque in quell'epoca l'anelito russo verso sud per avere uno sbocco sui mari caldi. Durante il periodo sovietico Russia e Ucraina fecero parte dello stesso stato anche se, proprio allora, in Ucraina inizib a svilupparsi un
desiderio di indipendenza. Dopo la dissoluzione dell'Urss i due stati si accordarono per stabilire il destino delle armi nucleari presenti sul suolo ucraino. Nel 1994 gli ucraini rinunciarono al controllo degli armamenti e affittarono le loro basi militari ai russi. All'inizio del nuovo millennio prese corpo un nuovo movimento politico, la "Rivoluzione Arancione" che aveva come obiettivo quello di traghettare il paese verso la Ue e forse anche verso la Nato. Da lì iniziarono i problemi. La Russia non voleva perdere una relazione privilegiata col vicino sul cui suolo passano molti condotti di gas e petrolio. Per questa ragione l'Ucraina aveva un costo privilegiato di queste materie. La Russia cercò di indebolire economicamente i rappresentanti della rivoluzione contrapponendo loro il leader filorusso Yanukovich». «Nel 2013 l'Ucraina doveva firmare un trattato di ingresso nell'Unione, ma Yanukovich accettò un accordo differente con Putin. Questo provocò la reazione irritata dei leader europei e di quei cittadini ucraini che volevano l'integrazione all'Unione. Furono i famosi disordini di Piazza Maidan, finanziati anche dalla Ue che quindi in qualche modo rinfocolò il conflitto. Si giunse ad un accordo che permetteva la
creazione di un governo di unità nazionale con l'obiettivo di portare a nuove elezioni. Gli europeisti non si diedero per vinti e cacciarono Yanukovich, una sorta di colpo di stato che provocò la reazione russa in Crimea, con conseguente annessione. Nacque poi la questione del Donbass. Ci furono scontri e accordi, firmati a Minsk, che stabilivano che si creasse una riforma costituzionale che prevedesse alta autonomia per i distretti orientali, ad oggi mai attuata. E questo ha dato il via al conflitto. La tragica crisi che abbiamo sotto gli occhi si comprende solo conoscendo questa sequenza di eventi». Come deve comportarsi uno storico per studiare un conflitto come questo che si sta combattendo anche a colpi di propaganda sui social? «E una realtà che può provocare danni, perché in fase di accordo è importante ci siano dati reali e non contraffatti. Noto una diversità di atteggiamento. L'occidente è molto attivo e rumoroso con i mezzi di comunicazione. La Russia ha scelto un profilo misurato, ma d'altronde è il paese invasore. Il nostro compito sarà di ascoltare entrambe le comunicazioni e studiarle basandoci sui fatti e capendo quale è veritiera e quale non lo è».
Mauro Rossato

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DESOLAZIONE Un'anziana davanti a un edificio devastato dai bombardamenti a Kharkiv

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