ESTENSE.COM 08-04-2022

Sezione: WEB
Inaugurata la “Casa di Sole” a Porporana, al centro la rinascita della vita dei più giovani

Attualità / Primo Piano | Di Davide Soattin
Inaugurata la “Casa di Sole” a Porporana, al centro la rinascita della vita dei più giovani
Taglio del nastro per la comunità educativo integrata della cooperativa sociale Azioni. Parla il presidente Villani: "Oggi non arriviamo. Anzi, partiamo per una nuova avventura"
C’è la progettazione della vita al centro delle attività della “Casa di Sole”, la comunità educativo integrata inaugurata ieri (8 aprile) al civico 317 in via Martelli, a Porporana, nata per accogliere minori di età compresa tra i 10 e i 18 anni in condizione di fragilità socio-ambientali, grazie al lavoro degli educatori della cooperativa sociale Azioni, coordinati da Chiara Campagnoli.
Un luogo in cui bambini e ragazzi con disturbi della condotta e del comportamento saranno ospitati, qualora alle loro spalle non dovessero avere famiglie ritenute sufficientemente idonee a gestire la situazione. In questo senso, la comunità offre loro un programma di accoglienza e una serie di strategie educative con operatori specializzati che possano offrire l’aiuto necessario alla riabilitazione dei minori, o comunque ridurne la sofferenze e l’impatto dei loro comportamenti sulla società.
La casa sorge su una vasta area verde ed è distribuita su due piani. Al piano terra trovano spazio diverse stanze, tra cui una cucina, due bagni, due uffici, e una biblioteca aperta a tutti donata dal lions club Ferrara Ducato, che sta già “pensando a qualche altro intervento per contribuire concretamente alla causa” come afferma Dimer Morandi, mentre a quello superiore sono state realizzati tre salotti, sette camere da letto, quattro bagni e una lavanderia.
A spiegare l’origine del nome del progetto è Ruggero Villani, presidente della cooperativa Azioni: “L’idea nasce dall’esperienza di Sole, una ragazza di 14 anni che qualche anno fa è arrivata in una delle nostre comunità educanti residenziali a causa di un disagio abitativo, che in realtà si è dimostrato più importante. In quel contesto abbiamo cercato di fornirle delle risposte che oggi possiamo dare. È da qui che nasce il nostro progetto”.
“Oggi – prosegue – quella ragazza ha 18 anni e prosegue il proprio percorso in una comunità per adulti, ma l’obiettivo è quello di entrare in una struttura, passarci del tempo e non tornarci più. Il tema dei disagi giovanili e delle fragilità è forte e crescente in quest’ultimo periodo. Dovremo essere bravi ad affrontare questo tema come cooperativa. Oggi non arriviamo. Anzi, partiamo per una nuova avventura“.
A rimarcare la necessità di un impegno a 360 gradi del mondo cooperativo per combattere gli spettri delle disuguaglianze e delle difficoltà dei più giovani ci pensa Michele Mangolini, presidente di Confcooperative Ferrara, che sottolinea come “sul disagio degli adolescenti ci sia ancora molto da fare, tant’è che negli ultimi 15-20 stiamo lavorando molto come progettualità su queste iniziative per essere quella stella vicina, quella porta sempre aperta a cui bussare nel momento del bisogno”.
La comunità educativo integrata sorgerà in una struttura di proprietà della curia, completamente ristrutturata con fondi regionali pari a 800mila euro per la ricostruzione post-sisma, come ricorda il vescovo Gian Carlo Perego, dopo aver dato la propria benedizione ai nuovi spazi: “Penso che sia molto bello che questa casa sia inaugurata in prossimità della Pasqua perché qui, diverse persone, soprattutto minori, vivranno il bisogno di rinascere e risorgere perchè vivono situazioni di disagio familiare e sofferenza fisica, un fenomeno che oggi colpisce quasi 1 milione e 700mila bambini in Italia“.
“Mi piace – aggiunge – che una casa parrocchiale torni a essere viva anche perchè, dopo la ristrutturazione post-terremoto, lasciarla vuota sarebbe stato un vero scandalo. Spero che possa aiutare a far tornare nuovamente a vivere le frazioni con un nuovo tassello di periferia della città in mezzo al verde che potrà essere luogo di vita e vitalità, andando ad arricchire il nostro territorio”.
Fondamentale il contributo della Regione Emilia-Romagna, che intende rinnovare il proprio impegno a supporto dell’iniziativa. “Quando i bambini nascono in una famiglia non è un merito, ma una fortuna – esordisce l’assessore regionale Paolo Calvano – che tutti purtroppo non hanno. C’è chi nasce in contesti difficili e delicati e sta a noi intervenire nella logica di fornire, a chi ne ha bisogno, un’opportunità. Questo deve essere il compito delle istituzioni pubbliche“.
Calvano evidenzia poi l’importanza della collaborazione tra istituzioni e privato sociale nella costruzione di un “gioco in cui vincono tutti, si danno posti di lavoro e si danno possibilità a chi non le ha mai avute”. “Questo progetto – continua – ci permette di recuperare l’empatia con la comunità. I giovani hanno sofferto molto col Covid e in questo territorio sono pochi, quindi non dobbiamo perderne neanche uno. Dobbiamo fare prevenzione, essere vicini alle famiglie e intervenire dove si sviluppa una situazione patologica che va risolta, tramite cui dare a loro gli strumenti per fare una nuova famiglia. Quando si creano i presupposti per nuova vita e per nuova opportunità, c’è il senso della vita di tutti noi“.
“Oggi – conclude l’assessore comunale Cristina Coletti, a nome dell’amministrazione Fabbri – si apre un’opportunità enorme, grazie alla nascita di una comunità nella comunità. Quando mi presentarono il progetto, mi colpì immediatamente la volontà di tutti i ragazzi di riuscire a creare qualcosa che si integrasse con il territorio con l’obiettivo di supportare i giovani e creare un filo diretto con i cittadini, senza sottovalutare le fragilità giovanili, a cui se ne sono aggiunte altre in seguito alla situazione pandemica. Sono certa che tutta l’area ne trarrà un grande beneficio“.
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