PREALPINA.IT 10-04-2022

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Gallarate: Dahò, Edialma denuncia i farmacisti per furto | La Prealpina - Quotidiano storico di Varese, Altomilanese e Vco.

GALLARATE 10-04-2022 IL CASO Gallarate: Dahò, Edialma denuncia i farmacisti per furto degli arredi L’atto risale al 17 marzo. Chiesto anche il sequestro dei mobili L’insegna della farmacia (foto Blitz) Arredi risorgimentali trattati come i peggiori dei mobili da picnic, smontati rozzamente e accatastati in un furgone. E per di più sottratti alla proprietà. Questa è la ricostruzione che la società Edialma ha fornito agli inquirenti sullo smantellamento della farmacia Dahò. Il 17 marzo l’avvocato dell’immobiliare, Franz Sarno, ha depositato la denuncia querela nei confronti di Elio Ettore Maroni, il farmacista che ha trasferito l’attività a pochi passi dalla bottega storica e della srl da cui è gestita. I reati ravvisati dal penalista del foro milanese sono furto aggravato da violenza sulle cose, esercizio arbitrario delle proprie presunte ragioni, danneggiamento e appropriazione indebita. Sarno e la collega Miriam Dondi hanno chiesto anche il sequestro urgente dei beni mobili di pregiato valore artistico, che trasudavano l’atmosfera delle spezierie, «Posto il pericolo che la libera disponibilità delle cose possa aggravare o protrarre le conseguenze dei reati oppure agevolare la commissione di altri». Edialma acquistò il caseggiato di piazza Garibaldi 9 nel 1999 e da allora si susseguirono diversi conduttori, fino a Maroni. Lo scorso 14 febbraio, in sede di mediazione, le parti raggiunsero un accordo - che i legali hanno depositato agli inquirenti - secondo cui gli arredi della Dahò sarebbero rimasti «nella piena ed esclusiva disponibilità e proprietà di Edialma». Dunque, a parere dell’immobiliare, il farmacista avrebbe a tutti gli effetti rubato i mobili e i manufatti che dal 1848 impreziosivano i locali. Il bancone in legno massiccio, il lampadario che pendeva dal soffitto affrescato, la bilancia di precisione che calamitava lo sguardo, la boiserie della parete, i tipici albarelli in maiolica. Del resto il pregio della farmacia Dahò - intesa come monumento e per questo annoverata tra i negozi storici di rilievo regionale - , si comprende dalla petizione lanciata ai primi di marzo dal Fai, dagli Studi Patri, dall’associazione mazziniana con il sostegno della Pro Loco, della Società storica varesina, dal Lions club Gallarate e da Confabitare provinciale. Il 4 marzo al consigliere delegato di Edialma ricevette una telefonata dal referente degli Studi Patri Massimo Palazzi che lo avvertiva del trambusto in piazza Garibaldi. Maroni aveva comunicato la riconsegna dei locali per il 9, ma giocando d’anticipo caricò su un camion bancone, vasi, scaffalature divelte dai muri senza un minimo di grazia. «La farmacia è stata completamente svuotata per mano di Maroni e dei suoi uomini - nessun esperto che potesse maneggiare con cura, nessun artigiano, non un antiquario e nessuno che abbia pensato a qualche accorgimento - così lasciando lo scempio che abbiamo documentato al procuratore capo di Busto Arsizio Carlo Nocerino», spiega l’avvocato Sarno. La società chiamò i vigili urbani per interrompere gli operai, «chiesero al sindaco come procedere e lui disse che trattandosi di questioni tra privati non avrebbero dovuto fare nulla», racconta il legale. «ma non si tratta assolutamente di una controversia tra privati, anche le Belle Arti si sono interessate, da qui la richiesta di sequestro urgente degli oggetti compendio della sottrazione». Gli avvocati Sarno e Dondi hanno indicato un capannone dove i farmacisti potrebbero aver collocato gli arredi, ma dopo ventitré giorni dalla denuncia forse non ci saranno più. Sarah Crespi © Riproduzione Riservata Le nostre rubriche Animali Arte e Mostre Cucina Motori Salute Tempo Libero Eventi Style

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