PICCOLO TRIESTE 14-04-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Clima, il premio Nobel Giorgi: «Servono transizione green e dialogo con Cina e India»
Autore: Basso Giulia

L'appuntamento organizzato dall'Università e dal Lions Club di Trieste L'ex rettore Fermeglia: «Accelerare sul verde ora, tardi per il nucleare»
Clima, il premio Nobel Giorgi: «Servono transizione green e dialogo con Cina e India»
GIULIA BASSO
Dallo scoppio della guerra in Ucraina ci siamo trovati in una morsa, stretti tra il problema del riscaldamento globale e la situazione di mercato sul fronte delle risorse energetiche. Da un lato sappiamo che dobbiamo correre per accelerare il più possibile la transizione verso energie pulite. Dall'altro c'è la contingenza, che ci ha costretto a riaccendere alcune centrali a carbone, tra cui quella di Monfalcone, e a cercare altri paesi che ci riforniscano di gas a fronte dei guai con la Russia. Di questi temi si è discusso ieri nell'incontro "Eco-logico", organizzato all'Università di Trieste dal Lions Club Trieste Alto Adriatico. L'appuntamento ha visto gli interventi del climatologo dell'Ictp e Nobel per la Pace Filippo Giorgi, membro del comitato esecutivo dell'Ipcc, e di Maurizio Fermeglia, professore del dipartimento di Ingegneria e architettura dell'ateneo triestino, moderati dalla giornalista Elena Comelli. Alle loro riflessioni si è aggiunta la voce della studentessa di Fisica
di UniTs Greta Eline Poden, che ha presentato la filosofia alla base del progetto Audace Sailing Team, nato con l'obiettivo di progettare e produrre barche a vela "green" da competizione. «I cambiamenti climatici stanno accelerando - ha evidenziato Giorgi -. L'ultimo rapporto dell'Ipcc, di dieci giorni fa, chiede "cambiamenti immediati e profondi delle emissioni su tutti i settori». Poiché la maggior parte delle emissioni di Cot è causata dal nostro sistema energetico, nonostante la contingenza bisogna correre ai ripari al più presto. «Per l'Italia il problema russo è molto rilevante, perché dipendiamo per il 40% dal gas di Putin», dice Fermeglia. Ma per recuperare il tempo perduto negli ultimi 40 anni di gestione energetica e arrivare al 2030 con gli strumenti necessari per affrontare il problema del riscaldamento globale, ci sono errori che dobbiamo assolutamente evitare. «Non dobbiamo usare i fondi del Pnrr per investire su centrali a gas o, peggio ancora, puntare sul nucleare - sostiene Fermeglia -, perché è impossibile riuscire a
costruire entro il 2030 i 12 reattori da un gigawatt l'uno di cui avremmo bisogno». In Finlandia l'ultima centrale ha richiesto 16 anni per essere costruita. La soluzione, dice l'ex rettore, sta nel fotovoltaico e nell'eolico. Le rinnovabili hanno i problemi dell'intermittenza e della distribuzione elettrica, ma gli strumenti per risolverli già esistono. E non mancano i privati pronti a investire nella costruzione di parchi fotovoltaici ed eolici. Ma serve accelerare sull'individuazione dei siti idonei per la costruzione di questi parchi e la concessione delle relative autorizzazioni. E se si volesse guardare al futuro? «La sfida sarà riuscire a portare avanti la transizione green in tutto il mondo: in Cina, in India e in Africa, che nei prossimi anni avrà un importante sviluppo», dice Giorgi. Che s'interroga anche sull'efficacia della comunicazione dell'emergenza climatica da parte della scienza all'opinione pubblica: «Greta Thunberg è riuscita a ottenere in un paio d'anni quello che noi non abbiamo ottenuto in decenni». —

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L'incontro organizzato all'Università nella foto di Massimo Silvano

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