CORRIERE DI NOVARA 14-04-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Sanzioni alla Russia? HSI, ma con giudizio»
Autore: Panizza Carlo

L'INTERVENTO Massimo Nicolazzi, docente di economia delle fonti energetiche all'Università di Torino
Sanzioni alla Russia? «SI, ma con giudizio))
BORGOMANERO Sanzioni economiche alla Russia? Si pub fare ma occorre farlo con giudizio. Lo ha detto intervenendo giovedì scorso al ristorante "Da Paniga" Massimo Nicolazzi ospite di Lions Club Borgomanero Ha st, Kiwanis Borgomanero e Soroptimist Alto Novarese. Figlio dell'ex leader socialdemocratico Franco, già ministro dell'Industria e dei Lavori pubblici, scomparso nel gennaio 2015, vanta una lunga e vasta esperienza manageriale del settore energetico, avendo ricoperto alte cariche (consulente legale, vice presidente, senior vice presidente) in Agip/Eni e Lukoil per diversi anni, sviluppando e gestendo importanti progetti energetici in Europa Centrale e Orientale, in Russia, nel Kazakistan, in Libia e in altri paesi del Mediterraneo. Attualmente è docente di economia delle fonti energetiche all'Università di Torino. «Sino al 24 febbraio, giorno dell'invasione russa dell'Ucraina — ha detto — io, nipote di un ragazzo del '99 che perse un occhio nella prima guerra mondiale e figlio di un ex partigiano, non sarei mai stato sfiorato dall'idea di una nuova guerra nel cuore dell'Europa. A fronte di questa invasione avevamo solo tre opzioni: quella militare dichiarando guerra al Cremlino, le sanzioni economiche, oppure stare a guardare. Abbiamo scelto la seconda che assomiglia abbastanza alla terza». Alla ricorrente domanda che interessa l'Europa e quindi anche l'Italia: possiamo fare a meno del gas russo?, Nicolazzi ha risposto: «Perla Russia la vendita di idrocarburi rappresenta il 40-60% delle entrate statali. Se noi smettiamo di scaldarci loro smettono di pagare le pensioni e la sanità. Nel 2021 la vendita di idrocarburi ha portato circa 235 miliardi di dollari nelle casse russe e ad oggi Gazprom pompa ogni giorno verso l'Europa gas naturale per un valore di circa
450/500 milioni di dollari. Non è facile parlare di ricatto quando come in questo caso si parla di equilibrio dei bisogni. La questione è che continuando a ripetere che a livello energetico dovevamo diversificare siamo diventati più dipendenti dalla Russia. Occorre ricordare che in Europa la produzione di gas è crollata del 50% e questo 50% è stato sostituito da importazioni. In Italia la produzione 10-15 anni fa viaggiava nell'ordine dei 17-18 miliardi di metri cubi annui, oggi siamo scesi a tre. Nel periodo 2010/2015 in Europa sono stati costruiti una serie di rigassificatori che avrebbero permesso l'arrivo di gas diverso da quello russo ma per lungo tempo questi impianti sono stati utilizzati al di sotto del 20% della loro capacità. I124 febbraio — ha aggiunto — ci siamo resi conto che continuando a comprare gas e idrocarburi dalla Russia abbiamo finanziato la politica estera di Putin, invasioni comprese. E quello che fino a ieri era un tema di transizione energetica e ambientale è diventato un tema pa litico. Interrompere di colpo l'importazione di gas russo ci farebbe diventare più poveri. Magari non nell'immediato in quando andando incontro al periodo estivo i consumi si riducono ma questa preoccupazione per il periodo invernale non la sottovaluterei. Occorre trovare nuovi approvvigionamenti in aggiunta a quelli provenienti dall'Algeria cheè diventato il nostro primo fornitore, ma anche dalla Libia e dall'Azerbaigian». Nella foto, da sinistra: Cristina Poletti (Soroptimist Alto Novarese), il sindaco di Armeno Noemi Brambilla, l'assessore ai servizi sociali di Borgomanero Franco Cerutti, Anna Tinivella (presidente Lions Borgomanero Host), Massimo Nicolazzi e il sindaco di Borgomanero Sergio Bossi.
• Carlo Panizza

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