GIORNALE DI MONZA 26-04-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Lions Club e Rotary Club insieme all'ammiraglio «Il nostro compito è difendere i confini dell'Italia»

Davvero interessante la serata con Enrico Credendino, capo di Stato Maggiore della Marina militare
Lions Club e Rotary Club insieme all'ammiraglio
«Il nostro compito è difendere i confini dell'Italia»
MONZA (gm2) Un grande ospite d'onore, lo scorso venerdì sera, all'evento appositamente promosso dai Lions e dal Rotary Club Monza Villa Reale. Al Saint George Premier, nella cornice del parco di Monza, era infatti presente l'ammiraglio Enrico Credendino, nonché Capo di Stato Maggiore della Marina Militare italiana. Obiettivo prioritario dell'incontro, sconfiggere la cosiddetta «sea blindness», ossia la cecità del mare. «Si tratta di un termine che gli inglesi utilizzano per alludere alla diffusa incapacità di comprendere l'importanza delle acque marine. Io sono più ottimista però: non penso si tratti di cecità, ma solo di miopia. Il mio compito oggi, è semplicemente quello di fornirvi il giusto paio di occhiali». Si è presentato così l'ammiraglio. Nato a Torino ed entrato nell'Accademia navale di Livorno nel 1980, è diventato Capo della Marina Militare italiana dal novembre 2021. Il suo principale compito, tra tantissimi, è quello di rendere disponibile al paese una flotta sempre pronta al combattimento e fermare le minacce quando sono ancora lontane dal territorio nazionale. A tale scopo vi sono ogni giorno circa 10mila navi dislocate all'interno del territorio marittimo italiano. L'intervento dell'ammiraglio, presentato recentemente anche alle Commissioni di Camera e Senato, ha insistito sull'importanza della divulgazione della cultura marittima visto il rilevante impatto del mare all'interno dei diversi ambiti del nostro paese e del mondo intero. Primo tra tutti il commercio, visto che il 90 per cento del traffico mondiale viaggia via mare. Il treno più lungo del mondo, spiega l'ammiraglio, ha 120 vagoni e può trasportare 240 container. La nave più grande invece, ha una capacità di portata di circa 24mila container e inquina cinque volte meno. Non da trascurare poi il fattore militare, che al giorno d'oggi è più che mai necessario prendere in considerazione. «L'Italia ha 8.000 chilometri di coste, che rappresentano i 7/8 della nostra frontiera. È evidente dunque, come il rischio di minaccia più grande per il nostro paese provenga proprio dal mare». La sicurezza del Mar Mediterraneo era infatti fino a 10 anni fa prevalentemente garantita dalla presenza della flotta americana. Questo equilibrio si è successivamente interrotto con il subentrare dell'Amministrazione Obama, che ha spostato il suo centro geopolitico nell'indo-pacifico, lasciando il Mediterraneo «orfano» degli Stati Uniti. Questa è la ragione per cui l'Europa, in particolare Italia, Spagna, Francia e Turchia, sono stati costretti ad assumere un molo sempre maggiore per garantire la sicurezza di un'area piuttosto turbolenta. Il nostro paese, tra l'altro, ha un compito particolarmente considerevole dato che, a prescindere che si entri da Gibilterra o da Suez, il passaggio obbligato è sempre il canale di Sicilia. Tale scenario ha dunque notevolmente aumentato le minacce terroristiche e reso incredibilmente instabile tale zona. A non far dormire sonni tranquilli, è poi il grande riarmo di paesi quali l'Egitto, che ha acquistato molte navi italiane e sommergibili russi, l'Algeria, che ha comprato 4 sommergibili sovietici di ultima generazione, e la Turchia, che si stima diventerà nel giro di cinque anni la prima potenza marittima del Mediterraneo. «Tutto questo è esacerbato dalla guerra in Ucraina», ha concluso l'ammiraglio, ringraziando Lions e Rotary, con i loro rispettivi presidenti Franco Brambilla e Michela Locati.
di Stato Maggiore a Monza

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