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Amarcord Ancona, ecco come eravamo
28 apr 2022
Amarcord Ancona, ecco come eravamo
Sabato al Museo della Città inaugura la mostra con oltre cento scatti storici del capoluogo dorico tra Ottocento e Novecento
raimondo montesi
Cronaca
di Raimondo Montesi
Cento scatti dell’Ancona che fu, ma anche immagini (in movimento) di quello che sarà. Già dal titolo la mostra organizzata dall’Amministrazione comunale e dal Lions Club Ancona Host (inaugurazione nello Spazio Presente del Museo della Città sabato alle 16, dove resterà fino al 10 giugno) tradisce la sua doppia anima: "Ancona tra passato e futuro. Immagini di una città che cambia". Certo, la parte principale la recitano le fotografie ‘storiche’, capaci sempre di suscitare curiosità e interesse, oltre all’emozione del vedere ‘com’era’ qualcosa che magari conosciamo o frequentiamo da decenni. La reazione di solito è la sorpresa, ma anche qualche proustiana intermittenza del cuore. Che dire, ad esempio, del rivedere i luoghi dove si giocava da bambini, gli stessi che oggi, come a volte accade, sono stravolti dal ‘progresso’. E’ come sentirsi defraudati di un pezzo di vita. E di storia, appunto. Per fortuna ci sono le foto. L’allestimento di Carla Lucarelli (SH Architetti) offre al visitatore una rassegna di oltre cento foto storiche suddivise in cinque sezioni, corrispondenti ad altrettanti tessuti urbani omogenei (Archi-Piano San Lazzaro, Capodimonte-Guasco, spina dei Corsi, waterfront, quartiere Adriatico). Una scelta che dà un contributo di chiarezza al visitatore, un aiuto alla comprensione degli sviluppi e dei progressivi mutamenti.
A rendere più dinamico il percorso espositivo sono poi alcune opere d’arte a tema urbano, realizzate tra ‘800 e ‘900, non solo come punto di vista artistico di un luogo ‘dov’era e com’era’ (il porto, piazza Roma, l’ascensore del Passetto), ma al tempo stesso elemento cromatico nel dominante ‘bianco e nero’. A completare l‘esposizione, sono presenti due video: il primo, che contiene gli strumenti urbanistici (piani regolatori) che hanno programmato lo sviluppo della città dal 1861 agli anni ’90 del ‘900. Nel secondo sono illustrate le prospettive e le progettualità di una città che guarda al futuro.
Sauro Moglie parla infatti di "foto legate all’urbanistica cittadina, di una mostra che può continuare nel tempo", e s’inventa uno slogan efficace: "Ancona passa dalla nostalgia alla speranza". La seconda si riferisce ai progetti futuri, e sicuri, in quanto già approvati.
La carrellata di immagini non può non suscitare un profondo rimpianto. Come sarebbe stata la città anche senza i soli bombardamenti del ‘43? Ed ecco apparire la bellissima facciata della chiesa di San Pietro (rione praticamente distrutto insieme a porto e Guasco), la zona del porto e dintorni, con la chiesa di San Primiano e i suggestivi vicoli. Emoziona vedere un viale della Vittoria appena abbozzato, fatto di alberelli e ampie zone ancora ‘intonse’. Passato e futuro? Allora diciamo che la mostra va bene per tutti, anziani e giovani. Lo spirito sarà diverso, ma l’amore per la propria città, si spera, ugualmente forte.
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