LAMETINO.IT 29-04-2022

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L’Istituto Costanzo di Decollatura ottiene pubblicazione lavori realizzati per i 700 anni dalla scomparsa di Dante - il Lametino.it

L’Istituto Costanzo di Decollatura ottiene pubblicazione lavori realizzati per i 700 anni dalla scomparsa di Dante
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Venerdì, 29 Aprile 2022 17:07
Decollatura – Nell’anno scolastico 2020-2021 il Lions Club di Soveria Mannelli, presieduto dal dottor Mario Caligiuri, ricorrendo i settecento anni dalla scomparsa del sommo poeta Dante Alighieri, ha proposto al dirigente scolastico dell’IIS Costanzo di Decollatura, dottor Antonio Caligiuri, attraverso la dottoressa Assunta Scavo, segretaria della sede di Soveria del club, di far realizzare agli alunni dell’Istituto un lavoro su gastronomia e cibo, in vista di una pubblicazione. Il dirigente Caligiuri, attraverso i suoi collaboratori, professori Iolanda Pulice e Tommaso Porto Bonacci, ha proposto l’attività ai docenti di Lettere del Costanzo. La proposta è stata accolta dalle docenti Rosina Gigliotti e Angela Nero, che, ciascuna nella propria sede di servizio, rispettivamente Liceo di Decollatura e ITI di Soveria Mannelli, hanno presentato l’attività ad una loro classe: la IVF del Liceo e la IIIH dell’ITI. E così le due classi hanno cominciato a ricercare, discutere, per poi scrivere. “I lavori – precisano le docenti Gigliotti e Nero – sono stati realizzati individualmente dagli alunni e per tutti l’attività ha rappresentato un arricchimento. Poi, tra gli elaborati realizzati, sono stati scelti per la pubblicazione quelli più accurati e completi”. “Sul tema – gastronomia e cibo - assegnato dai curatori della pubblicazione, i ragazzi dovevano scrivere un testo, a cui, in base allo specifico argomento trattato, bisognava dare un titolo. Il testo prodotto poteva essere scritto su un foglio di word o su slides e poteva essere anche corredato da immagini”.
“I ragazzi di IIIH – dice la professoressa Nero - frequentando un indirizzo informatico ed avendo quindi più dimestichezza con gli strumenti digitali, hanno preferito realizzare una presentazione su slides con Power Point; lo stesso lavoro è stato realizzato poi anche con il software Prezi, più suggestivo in vista di una pubblicazione digitale”. In IIIH è stato scelto per la pubblicazione l’elaborato dell’alunno Marco Cristiano, dal titolo Il cibo, la golosità e l’atto del mangiare nella Commedia di Dante. La presentazione con Prezi è visionabile al link prezi.com/view/DAIu8S9lwVLx84Pm6zXN/ . “Il lavoro realizzato in IIIH parte da una indagine: la presenza del tema del cibo, della golosità e del mangiare nella letteratura prima di Dante, a partire dalla letteratura latina. Il tema viene rintracciato soprattutto nel Satirycon dell’autore latino Petronio Arbitro – si legge in un comunicato dell’Istituto - Con il Liber de Coquina, di autore anonimo e pubblicato all’inizio del Trecento presso la corte napoletana dei d’Angiò, ci troviamo di fronte a un vero e proprio ricettario medioevale. Si tratta di una fonte scritta molto utile a ricostruire i gusti culinari del tempo, la preparazione e la scelta dei pasti, i riti del mettersi a tavola, una parte importante insomma della storia del costume dell’epoca. Il Liber de Coquina testimonia anche un cambio di mentalità: capiamo infatti che nel Basso Medioevo il piacere del mangiare, se praticato con moderazione, non è più considerato peccaminoso, come nell’Alto Medioevo. Ed eccoci a Dante. Dante usa la metafora del cibo nel Convivio, straordinaria enciclopedia medioevale in cui il sapere, come il cibo, viene sminuzzato, per permettere a tutti di cibarsene. Dante dà ampio spazio al cibo, all’atto del mangiare e al peccato di gola - quando il piacere del mangiare non è praticato con senso della misura - nella Commedia, soprattutto nelle prime due cantiche, l’Inferno e il Purgatorio. Già nel primo canto dell’Inferno, il canto introduttivo della Commedia, ci viene presentata la lupa, magrissima e sempre affamata, e il veltro, che invece si astiene dal mangiare. Il canto VI dell’Inferno è poi interamente dedicato ai golosi, che non hanno saputo godere del piacere del mangiare perché non hanno conosciuto il senso del limite, e ora, nella nuova dimensione infernale, per la legge del contrappasso, sono costretti a ingoiare fango e a farsi sbranare dal mostro Cerbero. E ancora l’atto del mangiare è presente nei canti XXXIII e XXXIV dell’Inferno, ma questa volta l’atto genera repulsione, trattandosi del cannibalismo del conte Ugolino e di Lucifero, che dalle sue tre orride bocche sbrana i traditori Giuda, Bruto e Cassio. I golosi sono ancora presenti nei canti XXIII e XXIV del Purgatorio, ma questa volta il loro peccato di gola, di cui si sono pentiti, non precluderà loro la beatitudine. Di Pan degli Angeli si nutrono i Beati in Paradiso, la loro golosità è lecita perché è desiderio di beatitudine”.
“La realizzazione del lavoro a tema su Dante – spiega la professoressa Nero - ha avuto anche il merito di far avvicinare i ragazzi allo studio della Commedia dantesca in modo non convenzionale, abbandonando lo schema scolastico dell’analisi delle tre cantiche in anni diversi, una per ognuno degli ultimi tre anni delle scuole superiori, Inferno in classe terza, Purgatorio in classe quarta, Paradiso in classe quinta. Il tema sviluppato infatti è stato trattato da ragazzi di classe IIIH prendendo in esame brani non solo dell’Inferno, ma anche di Purgatorio e Paradiso”.
“Sul tema della gastronomia nel Medioevo ha lavorato la classe IVF del Liceo, guidata, come già anticipato, dalla professoressa Rosina Gigliotti. Gli alunni di IVF si sono cimentati nella stesura dei Racconti di Cucina Fiorentina, tre testi illustrati e ora pubblicati ambientati nel Medioevo, attraverso i quali scopriamo alcuni aspetti e alcune caratteristiche della gastronomia al tempo di Dante. I racconti, sul modello delle novelle del Decameron di Giovanni Boccaccio, sono preceduti da un sommario. Il primo racconto, dal titolo L’Osteria del Borgo, ambientato nella Firenze del 1308, racconta della sfida lanciata dal cuoco Sandro, che metterà alla prova il conte Alberto e il pastore Cecco. A vincere la sfida sarà Cecco, il quale però potrà godere della sua bella vittoria solo grazie all’aiuto che gli darà il conte Alberto; tra i due, prima sfidanti e di condizioni sociali diverse, nascerà una bella amicizia. Il secondo racconto, di più generica ambientazione medioevale e dal titolo Al Palazzo del Marchese, racconta invece di un banchetto a lungo preparato dal marchese Lodovico per accogliere degnamente la famiglia della fanciulla che vuole chiedere in sposa. Un imprevisto mette in moto la bella trama del racconto: è improvvisamente sparita l’anatra che doveva servire per preparare il piatto forte del banchetto. L’anatra verrà recuperata e servirà anche a sfamare la famiglia di un servo in difficoltà, perdonato dal buon cuore del marchese. Il terzo racconto, dal titolo Storia di un Contadino, ci presenta il personaggio di Giovanni, che giunge dalla campagna nella città di Firenze per incontrare il barone Guglielmo, che vuole avvalersi di lui e lautamente ricompensarlo se gli fornirà salumi e formaggi prelibati per il banchetto che dovrà preparare. Felice di servire lautamente ricompensato, Giovanni torna a casa, dove sua moglie e suo figlio si siederanno con lui a una mensa meno sofisticata rispetto a quella dei nobili, fatta di cibi semplici e poveri, ma ugualmente gustosa”.
“Il lavoro di ricerca, la discussione e la produzione degli elaborati – precisano le docenti Gigliotti e Nero – sono avvenuti in didattica a distanza a causa della pandemia, a dimostrazione che questa modalità didattica, pur con tutti i suoi limiti, è servita comunque a dare continuità all’attività in presenza, bruscamente interrotta dalla diffusione del covid. La didattica a distanza ha imposto inoltre un uso più diffuso di strumenti digitali nella pratica quotidiana. Ciò ha provocato, se pure forzatamente, una accelerazione nel processo ormai avviato da tempo all’Istituto Costanzo di digitalizzazione della didattica, sempre da accogliere quando gli strumenti digitali si dimostrano più adeguati, più coinvolgenti per gli alunni e soprattutto più inclusivi rispetto a strumenti non digitali. Se l’anno scorso, ancora in piena pandemia – continuano le due docenti – i nostri alunni, accogliendo con noi l’invito del Lions Club di Soveria Mannelli, hanno ricordato i settecento anni dalla morte di Dante ricercando, discutendo ed elaborando insieme, se pure a distanza, ciò è stato possibile solo grazie all’uso di strumenti digitali, che anche oggi continuiamo ad usare nelle nostre classi, insieme a strumenti più tradizionali, quando si rivelano ancora ugualmente validi”.
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