NAZIONE AREZZO 30-04-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
«Così si evitano i pericoli online» La cyberpoliziotta avverte i giovani
Autore: Papi Gaia

«Così si evitano i pericoli online»
La cyberpoliziotta avverte i giovani
Alessandra Belardini è una dirigente della Postale tra le più esperte, il Lions l'ha portata nelle scuole «La pandemia non chi ha aiutato: con più navigazione aumenta anche il rischio di abusare dei social»
LE RESPONSABILITA
«1 genitori non controllano a sufficienza e sono i primi a passare molto tempo in rete»
AREZZO
«La rete offre grandi possibilità, ma è piena di insidie». Tranelli spesso sconosciuti ai nostri ragazzi. Per metterli in guardia e far capire il peso che un'azione può avere su internet scende, ancora, in campo la polizia postale, attraverso la voce e l'esperienza di Alessandra Belardini, dirigente della polizia postale della Toscana. In questo campo è un'indiscussa risorsa, una vera esperta. «I reati che si possono compiere con uno smartphone sono tanti, ma le applicazioni su cellulare sono un tesoro. Basta saperle usare e controllare». Ieri è stata invitata dal preside Roberto Santi dell'istituto tecnico professionale, su suggerimento di Felice Addonizio presidente del Lions, per parlare con gli studenti. In aula il biennio dell'aeronautica e le quarte dell'orafo. «Due anni di pandemia non ci hanno aiutato, hanno portato un aumento della navigazione sul web credendo in due falsità: di essere al sicuro, nella propria confort zone, tra le pareti della propria camera e nell'anonimato. Due errori di valutazione che spesso fanno cadere in pericolosi tranelli». Sapete che dai 14 anni siete imputabili? Chiede la dirigente ai ragazzi seduti in aula magna. Cerca di spiegare loro il concetto di responsabilità e le conseguenze delle azioni sul web. Di come nel cyberbullismo basta
un solo gesto, apparentemente innocuo, per creare danni permanenti. «Sì, perché la rimozione su internet non è possibile» scandisce a chiare lettere. Si è abbassata l'età dell'uso del cellulare. «II primo cellulare, ce lo confermano i dati, i ragazzini lo prendono al più tardi alla prima comunione. A 10 anni cominciano a spippolare. A quell'età le ragazzine scoprono la propria sessualità proprio in rete, si riprendono, inviano, nella totale inconsapevolezza. Ricordiamoci una cosa - ribadisce seria la dirigente -, cioè che quando qualcuno viola la propria o I'altrui privacy perché 'clicca' senza riflettere, va avanti senza pensare, quella privacy non potrà riaverla mai più. E' un dato di fatto. Se la gente sapesse quanti genitori ci arrivano con i cellulari dei figli e il volto spiegazzato da notti insonni. E quante lacrime degli stessi ragazzi che fino al giorno prima si facevano grossi in rete«. In questo i genitori cosa possono fare? «Gli educatori non sono più adeguati, i genitori sono eterni adolescenti, non c'è più un adeguato controllo. Sono i primi a passare molto tempo in rete e i figli non li vedono più come esempi. La privacy per i dodicenni non esiste. Dobbiamo educare e salvare. Dobbiamo comunicare. Ecco quello che c'è scritto nello scudetto della nostra ». II fenomeno ad Arezzo? «Sta succedendo esattamente quello che accade in tutte le città d'Italia, un aumento del cyberbullismo.». E' spesso nelle scuole... «Il feedback che arriva da questi incontri è molto alto. La nostra attività è preventiva, a noi i ragazzi hanno il coraggio di parlare».
Gala Papl
Alessandra Belardini è la dirigente del compartimento di Firenze della polizia postale

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