QDS.IT 03-05-2022

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Testimonianze, canzoni e ricordi per raccontare più di 80 anni di una vita che è stata un'impresa - QdS

Il tavolo
Il tavolo
“Quando mi è stato chiesto di dare un mio contributo a questo volume – ha detto – per me è stato un grande piacere. Oggi sono presenti personalità che hanno lavorato e che continuano a lavorare in maniera incessante per questo territorio e questo è quello che ci racconta questa biografia corale, che narra un uomo che fa innovazione, che dà una forte impronta di impegno civile per questa terra. Nel mio ruolo questo è ancora più importante. Il legame di Carlo Alberto Tregua con il territorio, la sua dedizione attraverso il giornalismo, il suo legame con questo Ateneo con le borse di studio che lanciano verso il futuro tanti giovani del quale siamo particolarmente orgogliosi. Noi usciamo e siamo ancora immersi in un periodo difficile, tanto per la pandemia che per la terribile guerra in Ucraina, eppure dopo e durante i periodi di maggiore crisi l’ingegno umano può trasformare fortemente le realtà. Questo è il periodo del Next Generetion Eu, guardando il futuro con grande forza, cercando di modificarlo per le prossime generazioni. Questo è il momento in cui con un impegno corale possiamo cambiare la Sicilia. C’è la necessità di progettualità e di mettersi insieme per lavorare ad obiettivi precisi. Questa biografia di Tregua è stata legata ed è legata al cambiamento di questa terra e oggi possiamo cambiarla ulteriormente”.
A spiegare il perché è stato deciso di raccontare la vita di Tregua è stata Pina Labanca, direttore editoriale della A&B, costola della prestigiosa Bonanno Editrice. “La pubblicazione della biografia di Carlo Alberto Tregua – ha affermato – per noi è molto importante, perché la nostra casa editrice è molto radicata nel territorio catanese. Il libro si troverà in tutte le librerie di Italia e quindi potrà essere letto da tutti i giovani ragazzi che avranno la curiosità di apprendere e conoscere da dove vengono. Il progetto di questo libro è nato proprio dalla collana ‘Sguardi’ che ospita i racconti di vite eccezionali. Abbiamo coinvolto Giuseppe Lazzaro Danzuso perché tra i nostri autori è una penna che sa alternare la narrazione letteraria a quella giornalistica a quella investigativa. È stato un progetto che è durato un bel po’. Una vita eccezionale come quella di Carlo Alberto Tregua è un esempio per tante generazioni e per tanti settori e territori. E anche i territori che non sono siciliani possono trovare in questo volume un esempio di lealtà, di voglia di costruire: un’ispirazione”.
Nel corso del suo intervento Giuseppe Lazzaro Danzuso (leggi l’intervista sotto) ha voluto sottolineare l’unicità di Tregua: “Carlo – ha spiegato il giornalista e scrittore – non è una persona ma un personaggio. Ci sono più modi di fare le cose: una speciale, una giusta, una sbagliata e una di Carlo Alberto Tregua, che è solamente sua. Questo suo essere personaggio andava raccontato mettendolo insieme a tutto il resto”.
E tutto il resto è anche il Quotidiano di Sicilia, testata con oltre quarant’anni di vita e un passato con il nome di Sicilia Imprenditoriale. Questo aspetto è stato messo in evidenza dall’economista Rosario Faraci: “Ho conosciuto Carlo Alberto Tregua – ha detto – in un periodo particolare. Ero studente universitario e facevo parte della redazione di Sicilia imprenditoriale. Quando Giuseppe mi ha chiesto di contribuire a questo libro non mi sembrava vero. Ho tirato fuori una memoria del cuore, perché l’amicizia con Carlo fa parte di una lunga storia d’amore che è quella con il giornalismo. Nel periodo in cui ho fatto parte di quella redazione volavamo alto: oggi ai giovani mancano persone che li fanno volare in alto. Con Carlo si cresceva a pane, amore e fiducia diventando responsabili. In quel periodo io ho imparato a trattare i temi dell’economia e delle imprese. Come affrontarli, discuterli, come porgerli con chiarezza. Oggi questo manca perché si va per narrazioni dominanti e per questo non si fa più giornalismo economico. Si prende un comunicato stampa e lo si trasforma in notizia. Ma questo è, intellettualmente parlando, poco onesto. La cosa che mi ricordo bene dell’esperienza a Sicilia Imprenditoriale era il lavoro di squadra: c’era tantissimo rispetto tra giovani e firme importanti del giornalismo siciliano e italiano”.
Tra i contributi al volume c’è anche quello di Antonio Pogliese, commercialista e grande amico di Tregua, che proprio ai giovani del passato e a quelli di oggi ha dedicato il proprio intervento. “Io ritengo – ha affermato – che ai ragazzi di oggi manchi la sofferenza. Oggi le opportunità sono decisamente maggiori rispetto a quelle della nostra generazione, io e Carlo per esempio siamo rimasti orfani molto giovani, quindi ritengo che manchi la sofferenza e l’impegno a portarsi avanti. Il rapporto tra me e Carlo iniziò nel 1959: sono passati 63 anni. Il caso ha voluto che tutta una serie di passaggi decisivi della nostra formazione siano identici. A partire dai genitori, entrambi commercialisti, fino a un percorso scolastico uguale e alla missione comune portata avanti con il Lions Club, dove ci siamo trovati spessissimo entrambi sulla stessa posizione”.
L’impegno del protagonista del libro nel mondo dell’associazionismo è stato rimarcato anche dalla presenza all’evento di Angelo Collura, ex governatore del Lions Sicilia, il quale ha parlato di Tregua come “testimone vivente di cosa significhi operare in un territorio con il cuore e in una realtà come quella siciliana”.
“La Sicilia – ha aggiunto – sta cambiando, perché la società si vuole porre all’altezza di quella del Nord. Dobbiamo creare un’osmosi con determinate zone e quartieri, facendo diventare i giovani protagonisti di queste realtà. La primavera catanese deve passare attraverso il coinvolgimento dei ragazzi: una classe sociale borghese non può pensare di essere ancora protagonista di qualcosa che non esiste più e non è più percettibile. Carlo Alberto Tregua non è giovane anagraficamente, ma lo è perché apre le porte a tutti, riuscendo a dialogare con chiunque abbia voglia di farlo e scommettendosi quotidianamente in prima persona”.
Riflessioni sul mondo del volontariato sono arrivate anche da Maurizio Gibilaro prossimo presidente del Lions Catania Host. “Deve essergli dato – ha detto – un indirizzo ben preciso. Si è parlato di insularità, ma non bisogna dimenticare ciò che i siciliani possono fare per la loro terra. Sono 3.500 i Lions in Sicilia e hanno una potenzialità enorme perché dietro ogni socio c’è una famiglia, quindi vuol dire che ci sono circa 12 mila persone che si occupano di queste problematiche. Spesso quello che facciamo non viene messo adeguatamente in risalto perché abbiamo un cattivo modo di comunicare, ma nei momenti della pandemia come associazione abbiamo impegnato più di 11 milioni di euro in solidarietà in tutta Italia. All’indomani dello scoppio della guerra abbiamo raccolto già un milione di euro da devolvere ai profughi. La nostra fondazione internazionale, dopo sei ore dallo scoppio della guerra, ha mandato in Polonia, Ungheria e Romania un sussidio importante per aiutare questi profughi”.
A chiudere gli interventi il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano. “A differenza di altri rapporti – ha detto – quello tra me e Carlo Alberto Tregua è iniziato più tardi nel tempo. Io condivido quello che è stato detto: Carlo è un giovane perché ha un atteggiamento aperto sempre al cambiamento. Questo secondo me è un tratto distintivo, ancora più di quello dell’imprenditore. L’approfondimento di una vita straordinaria come questa penso possa essere da stimolo per tutti. Basti pensare al diverso approccio del Quotidiano di Sicilia rispetto agli altri mezzi di informazione e all’attenzione vi è sempre stata nei confronti degli Enti locali”.
Quella di venerdì a Catania è stato soltanto il primo di una serie di appuntamenti organizzati per parlare della biografia di Carlo Alberto Tregua in tutta la Sicilia. Sono già fissate, infatti, le date dei prossimi incontri che si terranno a Messina, nella sede dell’Accademia dei Pericolanti, il prossimo 13 maggio e a Palermo, nei locali di Palazzo Steri, il 27 maggio.
Giuseppe Lazzaro Danzuso
L’intervista all’autore, Giuseppe Lazzaro Danzuso
“Perché la sua vita è stata un’impresa è sì la biografia di Carlo Alberto Tregua, ma anche la storia di ottant’anni della Sicilia, o di una parte di essa, narrata attraverso una ventina di testimonianze di studiosi e protagonisti della società”. Giuseppe Lazzaro Danzuso, giornalista catanese autore di una trentina di fortunati volumi tra romanzi, raccolte di racconti e saggi, definisce così il suo ultimo libro, “biografia autorizzata” di Tregua, dottore commercialista, industriale e fondatore di quel Quotidiano di Sicilia che ancora, a 82 anni, dirige.
“Più di un anno fa – spiega – ricevetti una telefonata da Pina Labanca, direttore editoriale della A&B, costola della prestigiosa Bonanno Editrice per la quale avevo scritto, nel 2009, Teletna, la nascita dell’Italia delle tv. Avevano individuato in Tregua, che conoscevo da decenni, uno degli imprenditori-simbolo della Sicilia orientale e mi proposero di scriverne la storia. Risposi che mi sarebbe piaciuta non la classica biografia del singolo, quanto piuttosto la vicenda di Tregua calata nel territorio in cui aveva agito, narrata attraverso interviste a varie personalità. Per far emergere anche le condizioni della Sicilia e in particolare di quella orientale negli anni presi in considerazione”.
L’idea venne accettata e il libro, dopo un lungo lavoro di raccolta di dati, informazioni e dichiarazioni, è stato stampato e distribuito in tutte le librerie italiane. E, proprio per il suo essere biografia non convenzionale, è stato accolto con curiosità e interesse anche per il velo d’ironia che lo pervade e per l’espediente letterario di collegare i vari momenti della narrazione con il fil rouge delle canzoni simbolo di ciascun’epoca.
“Tregua – spiega Lazzaro Danzuso – è, come si evince dal libro, un uomo che, come molti della sua generazione, non ha praticamente avuto una giovinezza, sempre diviso tra studio e lavoro. È uno che fa sempre di testa sua e, nonostante le previsioni gli siano tutte contro, quasi sempre la imbrocca. Un uomo che ha sempre creduto nell’importanza di innovare passando dal sogno, al progetto e alla realizzazione”.
“Lo fece – ricorda – aprendo una fabbrica di televisori prima a Milano e poi a Catania, rendendo Apindustrie in Sicilia un’autentica forza imprenditoriale e infine creando il Qds. Ma è anche un uomo che ha sempre sentito la responsabilità di donare come testimoniano le due fondazioni da lui create”.
Poi, secondo Lazzaro Danzuso, Tregua ha un altro valore aggiunto che gli ha consentito, a Catania, di raggiungere il successo. “All’ombra dell’Etna – spiega – si ama l’estrosità. E Tregua è quello che a Catania viene definito ‘n persunaggiu per varie ragioni, a cominciare dal suo outfit unico: abiti su misura disegnati a quanto pare da lui stesso medesimo e realizzati con stoffe dagli impensabili colori. Inoltre, da ex pilota da corsa, affronta il traffico caotico della città etnea alla guida delle rombanti auto d’epoca che colleziona. Infine, soprattutto, dice sempre quello che pensa. E lo riversa in editoriali che raccoglie, annualmente, in libri. Il resto, delle sue mirabolanti avventure, potrete trovarlo nel libro”.
I contributi all’interno del libro
Giuseppe Lazzaro Danzuso ha raccolto, per narrare la storia di Carlo Alberto Tregua, testimonianze di una ventina tra studiosi e protagonisti della realtà siciliana
A dare il loro contributo sono stati: Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Sicilia e il vicepresidente Diego Bivona, il presidente della Fieg Andrea Riffeser Monti e l’editore Mario Ciancio Sanfilippo, lo storico Tino Vittorio, il sociologo Francesco Pira, gli economisti Pietro Busetta e Rosario Faraci e il massmediologo Vincenzo Tromba. E ancora gli imprenditori Francesco Averna e Giuseppe Benanti, Pino Grimaldi, past president internazionale del Lions club e l’ex governatore del Distretto Sicilia Lucio Vacirca, Antonio Pogliese, commercialista, Monica Insanguine, preside dell’Alberghiero di Giarre, con il docente Alfio La Spina, che fu allievo di Tregua, Salvo Catania, manager, e Alessandro Russo, medico.
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