QUOTIDIANO DI SICILIA 03-05-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Presentato a Catania "Perché la sua vita è stata un'impresa" - Testimonianze, canzoni e ricordi per raccontare più di 80 anni di una vita che è stata un'impresa

Biografia del nostro direttore
Presentato a Catania "Perché la sua vita è stata un'impresa"
Testimonianze, canzoni e ricordi per raccontare più di 80 anni di una vita che è stata un'impresa
Presentato venerdì a Catania il libro "Perché la sua vita è stata un'impresa", biografia autorizzata di Carlo Alberto Tregua scritta dal giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso ed edita da AeB Editrice
CATANIA — Dall'associazionismo all'impresa, passando per l'impegno civile e quello sociale. Perché la sua vita è stata un'impresa? A questa domanda risponde la biografia autorizzata di Carlo Alberto Tregua, editore e direttore del Quotidiano di Sicilia, scritta dal giornalista Giuseppe Lazzaro Danzuso e presentata venerdì scorso nella splendida cornice dell'Aula magna del rettorato dell'Università di Catania. Un volume che racconta oltre ottant'anni di Catania e di Sicilia grazie anche alle testimonianze di una ventina tra studiosi e protagonisti della realtà isolana.
A fare gli onori di casa, dopo l'introduzione da parte del moderatore Salvo Fleres - il quale ha sottolineato come il volume in questione rappresenti "la testimonianza antologica di una città attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta negli anni", augurandosi che "un testo come questo possa circolare nelle scuole affinché molti ragazzi possano finalmente conoscere cosa era Catania e cosa sarebbe potuta diventare" — è stato il rettore Francesco Priolo, autore della prefazione.
"Quando mi è stato chiesto di dare un mio contributo a questo volume — ha detto — per me è stato un grande piacere. Oggi sono presenti personalità che hanno lavorato e che continuano a lavorare in maniera incessante per questo territorio e questo è quello che ci racconta questa biografia corale, che narra un uomo che fa innovazione, che dà una — - -
forte impronta di impegno civile per questa terra. Nel mio ruolo questo è ancora più importante. Il legame di Carlo Alberto Tregua con il territorio, la sua dedizione attraverso il giornalismo, il suo legame con questo Ateneo con le borse di studio che lanciano verso il futuro tanti giovani del quale siamo particolarmente orgogliosi. Noi usciamo e siamo ancora immersi in un periodo difficile, tanto per la pandemia che per la terribile guerra in Ucraina, eppure dopo e durante i periodi di maggiore crisi l'ingegno umano può trasformare fortemente le realtà. Questo è il periodo del Next Generetion Eu, guardando il futuro con grande forza, cercando di modificarlo per le prossime generazioni. Questo è il momento in cui con un impegno corale possiamo cambiare la Sicilia. C'è la necessità di progettualità e di mettersi insieme per lavorare ad obiettivi precisi. Questa biografia di Tregua è stata legata ed è legata al cambiamento di questa terra e oggi possiamo cambiarla ulteriormente".
A spiegare il perché è stato deciso di raccontare la vita di Tregua è stata Pina Labanca, direttore editoriale della AeB, costola della prestigiosa Bonanno Editrice. "La pubblicazione della biografia di Carlo Alberto Tregua — ha affermato - per noi è molto importante, perché la nostra casa editrice è molto radicata nel territorio catanese. Il libro si troverà in tutte le librerie di Italia e quindi potrà essere letto da tutti i giovani ragazzi che avranno la curiosità di apprendere e conoscere da dove vengono. Il progetto di questo libro è nato proprio dalla collana 'Sguardi' che ospita i racconti di vite eccezionali. Abbiamo coinvolto Giuseppe Lazzaro Danzuso perché tra i nostri autori è una penna che sa alternare la narrazione letteraria a
quella giornalistica a quella investigativa. E stato un progetto che è durato un bel po'. Una vita eccezionale come quella di Carlo Alberto Tregua è un esempio per tante generazioni e per tanti settori e territori. E anche i territori che non sono siciliani possono trovare in questo volume un esempio di lealtà, di voglia di costruire: un'ispirazione".
Nel corso del suo intervento Giuseppe Lazzaro Danzuso (che abbiamo intervistato nella pagina accanto) ha voluto sottolineare l'unicità di Tregua: "Carlo — ha spiegato il giornalista e scrittore - non è una persona ma un personaggio. Ci sono più modi di fare le cose: una speciale, una giusta, una sbagliata e una di Carlo Alberto Tregua, che è solamente sua. Questo suo essere personaggio andava raccontato mettendolo insieme a tutto il resto". E tutto il resto è anche il Quotidiano di Sicilia, testata con oltre quarant'anni di vita e un passato con il nome di Sicilia Imprenditoriale. Questo aspetto è stato messo in evidenza dall'economista Rosario Faraci: "Ho conosciuto Carlo Alberto Tregua — ha detto - in un periodo particolare. Ero studente universitario e facevo parte della redazione di Sicilia imprenditoriale. Quando Giuseppe mi ha chiesto di contribuire a que
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sto libro non mi sembrava vero. Ho tirato fuori una memoria del cuore, perché l'amicizia con Carlo fa parte di una lunga storia d'amore che è quella con il giornalismo. Nel periodo in cui ho fatto parte di quella redazione volavamo alto: oggi ai giovani mancano persone che li fanno volare in alto. Con Carlo si cresceva a pane, amore e fiducia diventando responsabili. In quel periodo io ho imparato a trattare i temi dell'economia e delle imprese. Come affrontarli, discuterli, come porgerli con chiarezza. Oggi questo manca perché si va per narrazioni dominanti e per questo non si fa più giornalismo economico. Si prende un comunicato stampa e lo si trasforma in notizia. Ma questo è, intellettualmente parlando, poco onesto. La cosa che mi ricordo bene dell'esperienza a Sicilia Imprenditoriale era il lavoro di squadra: c'era tantissimo rispetto tra giovani e firme importanti del giornalismo siciliano e italiano".
Tra i contributi al volume c'è anche quello di Antonio Poglicse, commercialista e grande amico di Tregua, che proprio ai giovani del passato e a quelli di oggi ha dedicato il proprio intervento. "Io ritengo — ha affermato - che ai ragazzi di oggi manchi la sofferenza. Oggi le opportunità sono decisamente maggiori rispetto a quelle della nostra generazione, io e Carlo per esempio siamo rimasti orfani molto giovani, quindi ritengo che manchi la sofferenza e l'impegno a portarsi avanti. Il rapporto tra me e Carlo iniziò nel 1959: sono passati 63 anni. 11 caso ha voluto che tutta una serie di passaggi decisivi della nostra formazione siano identici. A partire dai genitori, entrambi commercialisti, fino a un percorso scolastico uguale e alla
missione comune portata avanti con il Lions Club, dove ci siamo trovati spessissimo entrambi sulla stessa posizione".
L'impegno del protagonista del libro nel mondo dell'associazionismo è stato rimarcato anche dalla presenza all'evento di Angelo Collura,
ex governatore del Lions Sicilia, il quale ha parlato di Tregua come "testimone vivente di cosa significhi operare in un territorio con il cuore e in una realtà come quella siciliana".
"La Sicilia — ha aggiunto - sta cambiando, perché la società si vuole porre all'altezza di quella del Nord. Dobbiamo creare un'osmosi con determinate zone e quartieri, facendo diventare i giovani protagonisti di queste realtà. La primavera catanese deve passare attraverso il coinvolgimento dei ragazzi: una classe sociale borghese non può pensare di essere ancora protagonista di qualcosa che non esiste più e non è più percettibile. Carlo Alberto Tregua non è giovane anagraficamente, ma lo è perché apre le porte a tutti, riuscendo a dialogare con chiunque abbia voglia di farlo e scommettendosi quotidianamente in prima persona".
Riflessioni sul mondo del volontariato sono arrivate anche da Maurizio Gibilaro prossimo presidente del Lions Catania Host. "Deve essergli dato - ha detto - un indirizzo ben preciso. Si è parlato di insularità, ma non bisogna dimenticare ciò che i siciliani possono fare per la loro terra. Sono 3.500 i Lions in Sicilia e hanno una potenzialità enorme perché dietro ogni socio c'è una famiglia, quindi vuol dire che ci sono circa 12 mila persone che si occupano di queste problematiche. Spesso quello che facciamo non viene messo adeguatamente in risalto perché abbiamo un
cattivo modo di comunicare, ma nei momenti della pandemia come associazione abbiamo impegnato più di 11 milioni di euro in solidarietà in tutta Italia. All'indomani dello scoppio della guerra abbiamo raccolto già un milione di euro da devolvere ai profughi. La nostra fondazione internazionale, dopo sei ore dallo scoppio della guerra, ha mandato in Polo- nia, Ungheria e Romania un sussidio importante per aiutare questi profughi".
A chiudere gli interventi il segretario generale di Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano. "A differenza di altri rapporti — ha detto - quello tra me e Carlo Alberto Tregua è iniziato più tardi nel tempo. Io condivido quello che è stato detto: Carlo è un giovane perché ha un atteggiamento aperto sempre al cambiamento. Questo secondo me è un tratto distintivo, ancora più di quello dell'imprenditore. L'approfondimento di una vita straordinaria come questa penso possa essere da stimolo per tutti. Basti pensare al diverso approccio del Quotidiano di Sicilia rispetto agli altri mezzi di informazione e all'attenzione vi è sempre stata nei confronti degli Enti locali".
Quella di venerdì a Catania è stato soltanto il primo di una serie di appuntamenti organizzati per parlare della biografia di Carlo Alberto Tregua in tutta la Sicilia. Sono già fissate, infatti, le date dei prossimi incontri che si terranno a Messina, nella sede dell'Accademia dei Pericolanti, il prossimo 13 maggio e a Palermo, nei locali di Palazzo Steri, il 27 maggio.
Testi di Gabriele D'Amico

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Salvo Fleres
Pina Labanca
Mario Emanuele Alvano Angelo Collura
Francesco Priolo Antonio Pogliese
Rosario Faraci
Maurizio Gibilaro

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