GAZZETTINO PORDENONE 12-05-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Recupero delle centraline, convegno sull'«occasione sprecata»
Autore: M.S.

Recupero delle centraline, convegno sull'«occasione sprecata»
SACILE
"L'acqua, risorsa rinnovabile e preziosa per lo sviluppo sostenibile. L'esperienza del recupero delle centraline idroelettriche e la gestione delle risorse idriche": è il tema del convegno organizzato dal Lions Club Sacile oggi alle 18 nel Salone delle Feste di Palazzo Ragazzoni, relatori il sindaco Carlo Spagnol e l'assessore Roberto Ceraolo. «Un tema di attualità per Sacile, sottolinea il rappresentante del Movimento Cittadinanza attiva Sacile, Gian Franco Zuzzi, dove sono sempre vivaci le polemiche attorno al recupero di questi manufatti di cui si parla da decenni senza che il progetto trovasse una soluzione per mancanza di finanziamenti pubblici, cui si sono aggiunti vincoli di spesa e burocrazia, a dimostrazione della poca lungimiranza della politica verso le tematiche energetiche che ha caratterizzato il nostro Paese di cui oggi ne paghiamo drammaticamente le conseguenze». Per Zuzzi una opportunità non colta con determinazione al fine di sfruttare una risorsa preziosa e rinnovabile che avrebbe permesso nel tempo di contribuire a soddisfare le necessità energetiche della Città e di risparmiare risorse finanziarie. Rileva che nel frattempo le strutture sono cadute nell'abbandono fino al 2017 quando alcuni imprenditori hanno proposto al Comune di recuperare a loro spese gli impianti con una soluzione di "projet financing" valutata circa 3 milioni di euro e con incentivi europei e regionali, che offre loro la facoltà di sfruttare le centraline per 30 anni vendendo l'energia prodotta a soggetti terzi, ma non al Comune cui sarà corrisposta annualmente, a titolo di compenso, una
percentuale del fatturato incassato pari all'] per cento per ogni centralina (3 sulla Livenza e 1 sul rio Paisa). La produzione media annuale stimata per le 4 centraline è pari a circa 2 milioni si Kwh, energia pulita che coprirebbe il fabbisogno energetico degli immobili comunali e dell'illuminazione della città, come pure quello di circa 765 famiglie, con un risparmio sotto la veste di minor acquisto di petrolio di circa 475 tonnellate, evitando altresì all'ambiente l'immissione di oltre 915 tonnellate di anidride carbonica. I benefici derivanti dalla riattivazione degli impianti e delle opere di sistemazione dei manufatti e dei fabbricati «sono a uso e consumo del concessionario per almeno 30 anni - evidenzia Zuzzi -, escludendo nel frattempo qualsiasi beneficio economico per la comunità, in contraddizione con le finalità e gli ambiti dell'articolo 1 della legge 10/1991 che fa rientrare questi impianti in quelli di pubblico interesse e di pubblica utilità». Nel caso specifico «ci troviamo di fronte anche ad evidenti scostamenti dagli accordi indicati nella Convenzione stipulata tra le parti che prevede la salvaguardia dell'ambiente anche con deflussi minimi dei corsi d'acqua. prescrizioni a tutt'oggi del tutto disattese con un deplorevole impatto paesaggistico che il restauro delle prime 2 centraline ha arrecato al patrimonio storico artistico della città, svilendo angoli suggestivi di Sacile, irrimediabilmente compromessi». A questo punto l'interrogativo: «A chi giova tutto questo? Se lo chiedono tanti sacilesi in attesa di risposte da parte di chi, anni fa, con toni trionfalistici ha definito "storica" la firma di questo progetto».
M.S.

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