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ViviWebTv - L'ultimo saluto a Salvatore Marchionna

L'ultimo saluto a Salvatore Marchionna
La Redazione | mar 17 maggio
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Salvatore Marchionna
Condividiamo l'omelia di don Michele Quaranta, in occasione della celebrazione delle esequie di Salvatore Marchionna, avvenute oggi pomeriggio nella chiesa di San Leopoldo Mandic.
Salvatore Marchionna, cinquantottenne imprenditore molto noto in città, ha lasciato la vita terrena lo scorso 11 maggio mentre stava giocando a tennis nell'impianto sportivo gestito dallo Sporting Club. Probabilmente colto da un infarto, si è improvvisamente accasciato ( clicca qui per rileggere la notizia ).
Caro Salvatore,
lo scorso 11 maggio, al tramonto di una splendida giornata di primavera, calda e luminosa come i tuoi occhi, sei andato via.
Tutti noi, che in questo pomeriggio ti facciamo corona, abbiamo appreso che non c’eri più, che abbiamo perso un amico stupendo, una gran bella persona, realmente buona ed autentica.
Te ne sei andato senza che potessimo salutarti, senza averci dato nemmeno il tempo ed il modo, semmai ce ne fosse uno, per prepararci ad un distacco che trafigge l’anima, dilaniandola con la ferocità del più straziante dei dolori si possa sperimentare in vita, il più acuto, il più intenso di ogni altro dolore… e ciò che fa maggiormente male e sperimentare che, col passare dei giorni, la graduale assunzione di consapevolezza della tua morte alimenta una sofferenza che consuma il cuore ed offusca e tormenta i pensieri della mente.
Stanotte, quando ti ho vegliato, ho pensato che in realtà l’Amicizia non si perde, perché essa è Amore, e l’Amore non muore, non passa, non si cancella, non può finire… perché l’Amore è più forte della morte e continua ad abitare il cuore della persona amata … e di questo ce ne hai dato credibile e recente testimonianza proprio tu, Salvatore, perché sono state queste le parole con le quali hai cercato di consolare Anna e i suoi bambini al funerale del tuo più caro amico, Fernando, morto appena qualche mese fa nel giorno del tuo compleanno, lo scorso 7 dicembre.
Sono le stesse parole con le quali hai curato la tua amata mamma Anna e a tua sorella Antonella quando, poco più che ventenne, hai perso tuo padre Stefano e, soprattutto, hai consegnato loro questo messaggio il giorno nuovamente la morte ha strappato via dalla vostra casa un figlio, tuo fratello Angelo.
Sai Salvatore, tutti noi in queste ore, ognuno come ha saputo e potuto, lo abbiamo ripetuto alla grande ragione della tua vita, alla tua meravigliosa sposa Carla Maria e al tuo adorato figlio, a cui hai dato il nome di tuo padre Stefano. Tua moglie e tuo figlio: persone che hai amato più di te stesso, consegnandoti loro senza riserve e votando tutta la tua esistenza alla loro felicità. Hai vissuto solo per questo: perché fossero felici.
Ma occorre che a tua moglie le parli tu, perché solo tu puoi farlo dal di dentro del suo cuore – come del resto facevi quando eri accanto a lei – perché lei, inconsolabile, vuole ascoltare solo te, e nessun’altro che non sia tu, perché ripete litanicamente che senza di te ad essere morta è lei, perché tu per lei sei stato e resti l’intera sua vita, e questa vita - con i suoi progetti, con i suoi sogni, con le sue visioni collocate nel futuro - ormai non c’è più.
Purtroppo è anche così, cara Carla Maria, e questo può comprenderlo solo chi è stato amato come Salvatore ha amato te.
Caro Salvatore, vedo ora intorno a te uno stuolo di amici, i tuoi adorati amici, ai quali desidero dire che la vera Amicizia non si perde, perché essa è spirito eterno. Anche Gesù usa simili parole nel rivolgersi ai suoi apostoli prima di congedarsi da loro: Vi ho chiamato amici, perché voi siete i miei amici. 
In questa relazione, ci hai onorato, rallegrato, arricchito con la prossimità della tua presenza affettuosa, espansiva, coinvolgente, sempre ironica, capace di dare importanza e valore a tutti, di farsi carico dei problemi di molti, partecipando entusiasmo e brio per ogni iniziativa ed innescando visioni e progetti per realizzare cose ogni volta più belle ed ambiziose… e di questo, tra gli altri, ne dà atto il tuo amato Lions Club, che è stato oltremodo onorato di averti come presidente.
Sei stato un portento di energia e un laboratorio di pura effervescenza, caro Salvatore.
Quanto tu sia stato generoso in tutto, lo sa bene ognuno di noi. C’è stato chi, in queste ore, mi ha riferito che, pur senza conoscerti, a Natale si è visto recapitare un dono da parte tua, per i bisogni della sua famiglia e molti altri testimoniano di avere bussato al tuo cuore e di aver visto aprirsi ogni volta la tua mano. 
 Caro Salvatore, sono certo che in questa omelia, pur parlando più di te che di Dio, Egli non se ne avrà a male, perché infondo ho parlato dell’Amore e dato testimonianza di chi, come te, ha saputo consolare gli afflitti e dare coraggio agli smarriti di cuore, di chi ha dato da mangiare agli affamati e da bere agli assetati, di chi ha vestito gli ignudi e accolto lo straniero, di chi ha risollevato chi era caduto… di chi è stato operare di pace tra gli uomini in un mondo affastellato da conflitti e divisioni.
È così che si celebra un Amico, senza retorica di effimera durata, con la testimonianza della verità contenuta in quei ricordi che continueranno a raccontare di te e a tenerti in vita nei nostri cuori.
Caro ed amato Salvatore, che Dio ti abbia in gloria, ti benedica e ti accolga come meriti, come ha voluto che meritassi facendoti attraversare la difficile avventura della sofferenza, che è sempre l’anticamera del Paradiso per i giusti come te.
Ciao, Amico mio, Amico nostro, e grazie, grazie… Grazie!
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