MESSAGGERO VENETO UDINE 24-05-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
L'amicizia fra donne russe e ucraine sbocciata al centro associazioni
Autore: Cargnelutti Piero

GEMONA
L'amicizia fra donne russe e ucraine
sbocciata al centro associazioni
Piero Cargnelutti i GEMONA
A Gemona le donne ucraine si ritrovano con le gemonesi e per favorire il dialogo in veste di traduttrici ci sono due donne russe residenti da tempo nel capoluogo pedemontano. Con l'arrivo dei profughi dall'Ucraina, in buona parte donne con bambini, le associazioni culturali gemonesi si sono subito date da fare per accogliere queste persone ed evitare che restino isolate. A Gemona ci sono circa una ventina di donne con alcuni bambini: queste persone sono state ospitate in buona parte dalle famiglie e anche nel convento delle suore. Per alleviare le loro giornate, le associazioni Avulss, Lions e Centro aiuto per la vita hanno voluto organizzare qualcosa: «Semplicemente — spiega Diana Dapit dell'Avulss — abbiamo organizzato un ritrovo settimanale nel centro associazioni di via San Giovanni, in cui queste donne possono ritrovarsi. Fin da subito hanno dimostrato di volersi mettere a disposizione della comunità che li ospita per ringraziare, così hanno già iniziato a realizzare alcuni lavoretti: in particolare hanno fatto delle spille che ora regaleremo agli anziani della casa di riposo». Il ritrovo è settimanale nei locali di via San Giovanni e ogni volta sono presenti due donne di origine russa, Svetlana e Ulla, che si
sono messe a disposizione per tradurre la lingua russa (le donne ucraine parlano anche il russo) e facilitare la comprensione fra loro e le donne gemonesi. Nelle famiglie che le ospitano, la comunicazione si svolge ricorrendo spesso al traduttore online e in qualche maniera si sviluppano i rapporti fra la parti favoriti dall'ospitalità e allo stesso tempo dalla curiosità delle famiglie: «Altre realtà — racconta Dapit — come quelle dei frati hanno fatto visitare loro il Santuario e il museo ma c'è la volontà di far conoscere loro altre strutture come le sale di palazzo Elti per esempio e anche il territorio circostante». Molte di queste donne ucraine vogliono tornare nel loro paese, soprattutto quelle provenienti dai luoghi che sono stati liberati ma c'è anche chi vuole integrarsi a Gemona come Olga, 34 anni, arrivata da Kharkiv con una bambina di 6 anni: «Purtroppo — ha raccontato — la situazione non è ancora sicura nella mia città dove ho lasciato mia madre. Ringrazio per l'ospitalità che ho trovato in questa città che mi piace molto. Ora è impensabile tornare a casa e mi sto impegnando a imparare la lingua italiana nei corsi che hanno organizzato per noi: vorrei trovare un lavoro qua e rendermi utile, ma anche per iniziare una nuova vita». —
Uno dei laboratori organizzati con le donne ucraine a Gemona

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