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Nasce a Bologna il percorso audiotattile per permettere ai disabili visivi di godere l’arte della

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Nasce a Bologna il percorso audiotattile per permettere ai disabili visivi di godere l’arte della musica
A pensare il progetto è stato il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, con la collaborazione de “La Girobussola Onlus” e il contributo del lions club Bologna San Petronio
di Caterina Ceccuti
28 Maggio 2022
Godere un’opera d’arte usando le mani piuttosto che gli occhi. Sentirla , nella forma e nei contorni, attraverso la descrizione dettagliata della sua fisicità e la narrazione attenta della sua storia. Finalmente è possibile superare le barriere culturali, cognitive, psicosensoriali e rendere pienamente godibile il patrimonio collettivo, anche per le persone con disabilità visiva. È quanto propone il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, che inaugura in questi giorni il nuovo percorso audiotattile curato da La Girobussola Onlus, associazione che si occupa di promuovere l’accessibilità culturale per persone ipo e non vedenti, fornendo adeguati strumenti per permettere una migliore fruizione dell’arte, della cultura e delle esperienze di viaggio.
Nasce a Bologna il percorso audiotattile per permettere ai disabili visivi di godere l’arte della musica
Al lions club Bologna San Petronio va il plauso per aver contribuito alla realizzazione del progetto, che a tutti gli effetti si compone di testi in braille, file audio e mappe tattili necessarie al visitatore con disabilità visiva per condurre una visita approfondita e coinvolgente del museo. I pezzi più iconici e curiosi della collezione di strumenti musicali possono essere dunque “esplorati”, percorrendo con le dita le mappe in rilievo che si presentano in un ampio formato A3, e che consentono una rappresentazione ricca di dettagli rispetto ad oggetti normalmente collocati dietro la vetrina delle sale espositive, o comunque non adatti ad un approccio tattile per questioni di conservazione.
Il lavoro audiotattile , che si è protratto nei mesi a causa delle difficoltà imposte dal lockdown, è stato concluso nel 2020 – spiega Luca Bernard, responsabile del progetto per il Museo della Musica -, anche se la fruizione delle risorse è pienamente esperibile soltanto adesso. Grazie all’ausilio di questi supporti è possibile esplorare alcuni dei pezzi più iconici della collezione degli strumenti musicali, come per esempio seguire la linea curva del serpentone, strumento a fiato composto da un “tubo” forato dalla forma serpentina, apprezzare l’inusuale tromba marina e le sue decorazioni, scoprire l’armonia di flauti del geniale inventore e collezionista Manfredo Settala, un esemplare unico al mondo composto da cinque flauti dolci. La rappresentazione a rilievo del corno naturale a ritorte, che contiene anche un ingrandimento di alcuni suoi elementi, rende possibile capirne il funzionamento, mentre nel caso della buccina, pittoresco trombone a forma di drago, si mette in risalto appunto l’elaborata campana”.
Da destra verso sinistra: Paolo Gioacomoni, Luca Bernard e Marta Giacomoni
Come è possibile “mostrare” dettagli simili ad una persona non vedente?
Anche attraverso la storia di ciascuno strumento. Tutte le mappe tattili sono infatti accompagnate da testi in braille che guidano l’esplorazione e informano sulla storia e le peculiarità dell’oggetto rappresentato, come nel caso del più noto liuto corredato da un approfondito excursus storico che rimanda agli strumenti da lui derivati, per esempio l’arciliuto e la tiorba in forma di Khitàra. I testi permettono di affrontare argomenti storico-teorici a cui la collezione del museo si ricollega: è il caso della riproduzione della sezione del Teatro Comunale di Bologna, che viene affiancata da una sua mappa e dalla mappa di un anfiteatro a scaloni, ponendole a confronto e offrendo informazioni importanti e preziose sui luoghi di rappresentazione della musica. Così come, in una sorta di area tematica dedicata alla notazione musicale – con mappe dedicate al pentagramma, al tabulato e ai neumi ( ovvero segni grafici che nella notazione musicale medievale indicano una o più note da eseguire sulla stessa sillaba, o un certo modo di eseguire la melodia) – i testi ripercorrono i principali momenti della storia della scrittura della musica dal Medioevo all’Ottocento”.
A pensare il progetto è stato il Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, con la collaborazione de “La Girobussola Onlus” e il contributo del lions club Bologna San Petronio
L’impegno dell’Istituzione Bologna Musei nel promuovere e sostenere interventi per il miglioramento dei livelli di accessibilità e inclusività delle proprie collezioni e l’abbattimento delle barriere culturali va avanti da tempo…
“Esatto. Da tempo i Musei civici di Bologna promuovono e sostengono interventi per migliorare i livelli di accessibilità nelle proprie sedi. Tra i più rilevanti va ricordata la collaborazione al progetto di mappatura voluto dal Comune di Bologna per testare le condizioni di accessibilità dei musei cittadini, in collaborazione con professionisti ed esperti delle associazioni e degli enti che a Bologna si occupano di disabilità motorie, sensoriali e cognitive. I risultati dell’analisi hanno consentito di elaborare e rendere disponibile online un sistema informativo unico e aggiornato, a disposizione di visitatori e turisti con disabilità temporanee o permanenti, dove sono indicate le reali condizioni di accessibilità e fruibilità delle singole collezioni e degli spazi museali. Contestualmente sono stati realizzati sussidi e strumenti ad hoc per migliorare la fruizione degli spazi e del patrimonio culturale da parte di persone con disabilità e progettati percorsi inclusivi”.
Anche i file in formato mp3 dei testi in braille pensati per il progetto del Museo della Musica vanno ad arricchire il patrimonio informativo disponibile online, così da venire incontro a chiunque preferisca l’ascolto registrato alla lettura personale. I file sono inseriti nel percorso dedicato al Museo della Musica dell’app MuseOn, disponibile in versione iOS e Android: https://museon.it/bolognamusei .
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Per approfondire la tecnica di realizzazione dei supporti e le emozioni che la nuova esperienza museale offerta dal Museo della Musica di Bologna saprà offrire ai suoi visitatori ipovedenti, abbiamo incontrato Paolo Giacomoni – socio e già presidente dell’Associazione La Girobussola -, e Marta Giacomoni, attuale presidente della Onlus.
Signor Giacomoni, come portatore di disabilità visiva ha testato su se stesso i supporti destinati al Museo della Musica di Bologna?
“Sì, mi offro spesso volontario per testare l’efficacia dei percorsi che proponiamo come associazione. La prova del nove che le cose funzionano dipende dalla nostra risposta,che poi la presidente Marta Giacomoni va ad elaborare. Tra l’altro, personalmente non sono digiuno di cultura della musica, perché nella mia vita ho avuto occasione di coltivarla a lungo e conosco bene alcuni strumenti, come il liuto per esempio. Ma ce ne sono altri che invece non avevo mai avuto il piacere di conoscere a livello tridimensionale, come il serpentone e la tromba marina”.
Le mappe permettono di vivere un’esperienza completa dell’oggetto?
“C’è sicuramente una differenza tra avere sotto mano le mappe e il poter toccare lo strumento vero e proprio. Ma ce n’è molta di più tra l’avere la possibilità di fare riferimento alle mappe e il non avere neanche quelle. Ai visitatori ipovedenti del Museo offriamo un fascicolo da portare con sé durante il percorso museale, che per praticità di utilizzo non può essere che bidimensionale”.
Alla Presidente Marta Giacomoni chiediamo invece che tipo di informazioni -specifiche per la propria disabilità- può trovare nel Museo un visitatore ipo o non vedente?
“Le schede che abbiamo creato per ciascuno strumento devono saper dare informazioni corrette, ma l’impatto emotivo durante la visita viene dalla possibilità di toccare una selezione di strumenti originali, sotto la supervisione del personale del museo, alcuni dei quali dalla forte capacità evocativa, come per esempio lo storico pianoforte su cui ha messo le mani Rossini. Gli strumenti antichi e quelli fragili, ovviamente, non possono invece essere toccati. Abbiamo dunque cercato un’opportuna mediazione”.
In cosa ha consistito, nello specifico, l’intervento dell’Associazione La Girobussola?
“Il nostro intervento non si è limitato alla realizzazione fisica delle mappe e delle schede relative agli strumenti esposti. Abbiamo anche formato degli operatori di modo che potessero accogliere ipo e non vedenti, accompagnandoli nelle visite guidate durante le quali si potranno aggiungere elementi come l’ascolto di strumenti pre registrati e il tocco di alcuni strumenti dal vivo. Nel fascicolo che accompagnerà il visitatore lungo la visita, sono presenti immagini a rilievo accompagnate da scritte in braille”.
Come vengono realizzate le immagini bidimensionali?
“Su una carta molto particolare e costosa. Eseguo il disegno a computer, poi lo stampo con una normale stampante laser. A questo punto il foglio viene passato in un apposito macchinario che permette alla componente nera del disegno di gonfiarsi. Ne risulta un’immagine in rilievo di 1-2 mm, più che sufficiente per l’esplorazione tattile della figura. Eventuali colori servono solo agli ipovedenti, mentre il disegno nero a rilievo può essere fruito anche dalle persone non vedenti”.
Cosa deve fare una persona cieca o ipovedente per ottenere questi servizi dal museo?
“Da ora in poi le persone ipovedenti sono invitate a visitare il museo, sia prenotando una visita guidata, sia arrivando direttamente in loco, dove li aspettano il fascicolo da noi realizzato e i file mp3 con la registrazione degli strumenti, disponibile sul sito https://museon.it/bolognamusei . Dobbiamo ringraziare il lions club Bologna San Petronio per aver contribuito al cento per cento alla realizzazione del percorso e alla disponibilità del Museo ad accoglierci”.
Paolo Giacomoni, cos’altro si potrebbe fare per rendere un museo ancora più accessibile?
“Dipende dalle caratteristiche degli oggetti esposti. Per esempio al Museo Archeologico e d’Arte della Maremma, a Grosseto, abbiamo collaborato con 3D ArcheoLab, che esegue stampe tridimensionali, particolarmente utili nell’informare i visitatori sulla forma degli oggetti. In questo caso si selezionano gli oggetti più rappresentativi della collezione e si scelgono anche diversi materiali, di modo da ottimizzare l’esperienza tattile. Altri interventi che possono essere eseguiti, per esempio, sono l’implementazione dei servizi didattici, come i laboratori e le visite guidate. Oltre ad attrezzare un luogo, che si tratti di un museo, un parco archeologico o altro, è necessario però anche promuovere la formazione del personale, altrimenti il visitatore ipovedente non sa a chi rivolgersi. In ultimo ma non ultima la comunicazione: le persone devono sapere che un determinato luogo culturale mette a loro disposizione queste possibilità, altrimenti è tutto inutile. Come associazione ci impegniamo anche su questo fronte”.
Info sull’associazione: www.lagirobussola.com
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