SICILIA 29-05-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Pnrr: per rilanciare davvero il Mezzogiorno servono terapia d'urto e capacità di spesa
Autore: Pepi Giambattista

Pnrr: per rilanciare davvero il Mezzogiorno servono terapia d'urto e capacità di spesa
GIAMBATTISTA PEPI
Se il Mezzogiorno potesse
parlare avrebbe molte cose da raccontarci. Potrebbe parlarci degli innumerevoli episodi che rivelano l'insipienza della classe dirigente risorgimentale e resistenziale nell'elaborazione di politiche e strategie che assicurassero nelle fasi di passaggio cruciali della storia nazionale (l'unità politica, prima, e la guerra di liberazione nazionale, dopo, con la nascita della Repubblica) eguali opportunità di crescita e di sviluppo a tutto il Paese. Potrebbe parlarci della scelleratezza dei policy maker nell'elaborazione di orientamenti e strategie della politica economica incapace di garantire una crescita uniforme al Nord come al Sud perché guidate dalla logica clientelare e della spoliazione piuttosto che da quella della creazione di ricchezza diffusa. Ancora: della protervia dell'ascarismo del notabilato meridionale preoccupato delle proprie sinecure piuttosto che del bene comune. Dall'unificazione politica sono trascorsi oltre 150 anni ma il Mezzogiorno è ancora un problema: il Pil pro-capite è al Sud il 55% di quello del Nord. Un divario enorme. Difficile, ma non impossibile
da colmare. Basti vedere il "miracolo" compiuto dalla Germania nel rimettere in carreggiata, vent'anni dopo la riunificazione politica, i lander dell'ex Repubblica Democratica tedesca. E' stato quanto mai utile e opportuno, dunque, il convegno "Pnrr al Sud: un'occasione per il rilancio del Mezzogiorno" organizzato dai Lions Club V Circoscrizione e coordinato da Francesco Bizzini (componente del comitato distrettuale Infrastrutture e servizi alla comunità dei Lions) che si è svolto ieri nell'aula magna dell'Università di Catania. Aperto con il messaggio del ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna che ha ricordato che il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un'opportunità per il rilancio del Mezzogiorno a patto che si spendano tutti e beni i fondi di cui è dotato, il convegno è proseguito con un confronto serrato tra i relatori. Il Mezzogiorno disporrebbe di 80 miliardi di euro, il 40% dei 209 miliardi assegnati all'Italia sui 750 miliardi del Fondo Next Generation EU. Ma basterà il Pnrr per rimettere in corsa il Sud? L'economista Emanuele Felice (ha ricordato che tra gli anni 50 e 60 del Novecento, grazie alla diffusione dell'industria moderna, il Sud stata avvicinandosi ai livelli di Pil e reddito pro capite del CentroNord, ma poi dagli anni Settanta in poi, ha cessato di convergere con le aree più forti) è dell'avviso che la "questione meridionale è nazionale perché senza la ripresa del Sud, l'Italia è destinata al declino economico - sociale e geo-politico". "Serve" ha ammonito "una terapia d'urto" precisando, però, che le risorse del Pnrr dovrebbero essere aggiuntive rispetto a quelle del FSE e del Fondo di coesione (questi ultimi ammontano a 7,5 miliardi, ma 6 sono stati dirottati come aiuti per la guerra in Ucraina). L'economista Gianfranco Viesti ha manifestato dubbi sulla reale capacità del Pnrr di fare la differenza nelle politiche di convergenza Sud-Nord. "Non è facile perché c'è poca trasparenza sul Pnrr, troppa retorica e da qui al 2023 ci sono molti appuntamenti elettorali". Il cammino del Pnrr, hanno sostenuto gli altri relatori, è difficile, ma la battaglia non è persa in partenza. Ne sono convinti l'assessore all'energia della Regione Siciliana, Daniela Baglieri secondo la quale l'impatto sull'economia non la dà la quantità di risorse finanziarie, ma il dialogo tra gli attori istituzionali, il mondo culturale e scientifico e il Rettore dell'Università, Francesco Priolo che ha ricordato che l'Università, grazie all'accordo con la Regione siciliana e altri atenei, è parte attiva del Polo per la Ricerca e l'Innovazione e contribuisce a coordinare Samothrace l'Ecosistema dell'innovazione. Anche il prefetto, Maria Carmela Librizzi, dal canto suo, ha riconosciuto che il Pnrr è un'opportunità, ma ha lanciato l'allarme sul rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata. "Per impedire che questo si verifichi, tutti dobbiamo diventare sentinelle". •

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