RESTO DEL CARLINO PESARO 01-06-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Davide Vitali e le ultramaratone
Autore: Diotalevi Luigi

II racconto al Panathlon
«Ho iniziato a correre 10 anni e 13 kg fa perché non mi sentivo bene nel mio corpo, poi Forrest Gump ha avuto il sopravvento e non ho più smesso». Inizia così il racconto dell'ultra maratoneta pesarese, Davide Vitali, ospite dell'ultimo incontro Interclub di Panathlon e Club Lions Della Rovere Pesaro. II 56enne ingegnere pesarese ha ripercorso emozioni ed imprevisti, difficoltà e soddisfazioni provate nell'affrontare e percorrere in giro per il mondo corse estenuanti. II deserto del Sahara, Iran, Namibia, Oman, la foresta pluviale del Costa Rica e non solo. «Non credevo di poter vincere, non era il mio obiettivo. Gareggiavo con ragazzi molto più giovani di me, invece poi sono arrivati risultati fino a quel 1° posto ottenuto all'Ultra Race in Romania. Lo sport aiuta a stare bene sia fisicamente che di testa. Ho iniziato a correre a 46 anni, fissandomi degli obiettivi sempre più ambiziosi. Sentivo parlare di queste ultra maratone nel deserto e ne ero attratto, finché per caso non ho scoperto un camp di allenamento in Marocco in vista della Marathon des Sables con Marco Olmo. Ho deciso di partecipare e provare questa avDavide Vitali e le ultramaratone
ventura. Ho partecipato per la prima volta nel 2017, ma mi sono ritirato alla terza tappa per disidratazione, ero inesperto. Ho partecipato nel 2018 ed è andata meglio. Mi sono appassionato a queste corse nel deserto e ho partecipato ad altre. Poi ho deciso di cambiare scenario iscrivendomi alla maratona in Costa Rica. Per prepararmi mi è venuto in aiuto il nostro appennino, soprattutto il Monte Latria. Infine è arrivata la gara in Romania. È andata bene, in testa dall'inizio alla fine. Per questo genere di competizioni l'alimentazione è molto importante». «È stato bello dare spazio alle avventure di un ultramaratoneta pesarese - il commento del presidente del Panathlon, Angelo Spagnuolo -. Vitali non ci ha raccontato vittorie ma emozioni, sacrifici, fatica e soddisfazioni nel percorrere gare in giro per il mondo. Ma dietro la soddisfazione per i successi, ci ha raccontato l'importanza di sconfitte e imprevisti, come sono serviti a migliorare, ad avere nuovi stimoli e a raggiungere risultati. I principi e lo spirito che accompagna i panatleti».
Luigi Diotalevi

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