STAMPA ASTI 03-06-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
I primi rientri in patria di chi vuole rivedere casa - La scuola ucraina arriva con il tablet Primi profughi pronti a tornare a casa
Autore: Fassio Valentina

EMERGENZA UCRAINA
I primi rientri in patria di chi vuole rivedere casa
VALENTINA FASSIO - P.42
Le storie di chi ha deciso di ripartire
La scuola ucraina arriva con il tablet
Primi profughi pronti a tornare a casa
IL CASO
VALEMI'INAFASSIO \ II
periamo di tornare presto a casa»: chi è fuggito dalla guerra l'ha fatto senza mai dimenticare l'Ucraina. Sono tante le donne arrivate in Italia, ma con il pensiero rivolto costantemente al ritorno e a chi è rimasto in patria: mariti, fidanzati, figli grandi, genitori anziani. Che qualcuno sarebbe ripartito il prima possibile era nell'aria e anche nell'Astigiano ci sono ucraini pronti a rimettersi in viaggio. Nataliia, 35 anni, è già ripartita. Commessa in un negozio di abbigliamento a Chemihiv, a marzo aveva preso per mano i suoi bambini, Martharita e Illia. Arrivata in Italia con il volo umanitario Caritas era stata accolta a Calosso. «Ragioni familiari l'hanno spinta a rientrare — racconta B eppe Amico, direttore Caritas Asti — È tornata nel suo Paese dove sono rimasti il terzo figlio di 13 anni e mezzo, il marito, il padre malato: ha saputo dopo un mese della morte di sua mamma. Abbiamo cercato di convincerla a restare, ma è stata irremovibile». Ha preso un volo da Milano per Cracovia, per poi proseguire in autobus il viaggio verso casa. Anche Diana, studentessa universitaria è rientrata a Kiev. Sono ripartiti anche Volodymyr (72 anni) e la moglie Halyna (68 anni). Fuggiti da Bucha dopo tre settimane vissute nella cantina di casa, erano arrivati ad Asti per raggiungere la nipote, sposata con un italiano. Volodymir ha raccontato a Beppe Amico: «Non pensavo di arrivare a 72 anni e di essere nelle stesse condizioni di un senza tetto. Tutti i sacrifici di una vita sono stati spazzati via. La mia casa a Bucha è aperta.Ci hanno dormito i russi e non sappiamo come è stata lasciata. E in balia dei ladri. Un pensiero fisso, che toglie il sonno». Saputo del rientro di alcuni vicini e della riapertura di un piccolo alimentari, la decisione irremovibile di tornare a Bucha: «La nostra casa è vicina ad una grande chiesa. L'abbiamo anche vista in televisione, proprio lì accanto hanno trovato le fosse comuni. Se devo morire voglio morire a casa mia». «Non tolleravano l'idea di lasciare incustodita la casa costruita con tanti sacrifici — riferisce Amico—Le persone più avanti con gli anni fanno davvero tanto fatica ad abbandonare la propria vita, vogliono tornare appena possibile». C'è anche chi, dopo l'Astigiano, ha cambiato destinazione come Iryna: 43 anni, direttrice di una filiale di banca a Kiev, madre di Veronika (10 anni) e Kristina di 8. È stata tra le prime ucraine accolte dalla Caritas, arrivata ainizio marzo con altre donne ospitate prima a Chiusano, poi a Cinaglio dove le figlie avevano iniziato a frequ entare la scuola. «Iryna ha chiesto di raggiungere temporaneamente alcuni parenti nella Repubblica Ceca e così ha fatto — racconta Amico - Da lì ci ha comunicato la scorsa settimana di aver organizzato un viaggio: direzione Canada».
Ma tra chi percorre la strada a ritroso e chi continua il suo viaggio fuori Italia, ci sono ancora tante persone in fuga: «Un'altra ucraina, Zhanna, è arrivata in treno con il bimbo di 8 anni, Artur, dopo un viaggio lungo e difficile — racconta Amico — Mamma e figlio stanno bene, ospiti a le Querce di Mamre. A fare da tramite è stata una mediatrice ucraina residente ad Asti, oggi impegnata in Polonia». E l'accoglienza non si ferma: tramite Caritas italiana, la Caritas di Asti ha risposto a un bando della Protezione civile e potrebbe accogliere a breve altri profughi, persone accolte dalla Protezione civile e ospitate in strutture alberghiere che si stanno svuotando per la stagione turistica. Intanto, il Lions Asti Host ha donato 4 tablet ad altrettanti giovani studenti ucraini: presenti il vescovo Prastaro e il direttore Caritas Amico, sono stati consegnati dal presidente Massimo Cellino a Soffia (6 anni), Nazar (14 anni), Kyrilo (13 anni) accolti ad Asti, e ad Alexandra, confidenzialmente, Sascia (8 anni) accolta a Montechiaro. Sono già stati inseriti nelle scuole astigiane, grazie ai tablet potranno anche continuare a seguire le lezioni dall'Ucraina. —
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