GAZZETTA DI PARMA 06-06-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
La panchina di Niccolò Paganini
Autore: Cattabiani Andrea

L'INTERVENTO LA PANCHINA DI NICCOLÒ PAGANINI
Gentile direttore, in relazione alla lettera della signora Andreina Chiari Branchi, pubblicata con il titolo «Che rabbia Paganini seduto in panchina» sulla Gazzetta di Parma del 4 giugno 2022, pur rispettando il parere personale della scrivente, in qualità di Presidente pro tempore del Lions Club Parma Host, che ha sostenuto l'iniziativa del monumento a Niccolò Paganini, è mio dovere precisare ai lettori della Gazzetta quanto segue. I monumenti, come in ogni città, anche a Parma non piovono dall'alto, a caso, ma solo dopo un lungo e dettagliato esame di pareri e decisioni che si svolgono a vari livelli, iniziando dal parere della Commissione consultiva toponomastica del Comune, sulla base di dettagliate documentazioni, per terminare con il nullaosta della Sovraintendenza. Per il monumento a Nicolò Paganini, nel dossier che ha portato alla autorizzazione del monumento dell'artista seduto su una panchina nel piazzale antistante il Conservatorio di Parma, vi è anche una relazione sulle Panchine nel mondo e il parere dell'Associazione Niccolò Paganini di Parma, debitamente consultata riguardo all'iniziativa, presieduta dal Niccolò Paganini omonimo discendente del celebre violinista. Nella relazione e riguardo a «Monumento a Niccolò Paganini. Per vivere il ricordo nel colloquio» si rappresenta
che Parma nella sua piazza principale fa memoria di Giuseppe Garibaldi con una statua nella quale l'eroe non è a cavallo come in tante altre città, ma eretto e con un piede che sporge dall'alto piedistallo quasi a voler indicare, se non una volontà, almeno un desiderio di scendere a colloquiare con il popolo parmigiano. Un tempo da alti basamenti i personaggi dei monumenti con il loro aspetto e atteggiamenti battaglieri lanciavano alle folle messaggi di potere, ma in tempi a noi vicini hanno iniziato ad avvicinarsi alla popolazione. Se a Parma Giuseppe Garibaldi non è (ancora?) sceso sulla piazza e Arturo Toscanini dal suo piccolo basamento è quasi a livello della gente, Giuseppe Verdi è già seduto in una panchina e si apre a una conversazione che, nel ravvivarne la memoria, è anche un consiglio se non, in qualche caso, un'ammonizione. Monumento è tale solo se è una memoria che parla, come dice il termine dal latino monumentu(m), e un'immagine con la quale si può colloquiare e essere consigliati, se non a volte esortati, come evidenzia l'etimologia latina da monere. In tutto il mondo, la sempre più diffusa discesa dei monumenti di grandi personalità su panchine, che con il loro silenzio invitano a una memoria colloquiale, è un tranquillo e al tempo stesso preciso monito, in questi tempi caotici, a riprendere un dialogo con gli alti spiriti che hanno fatto
grande la nostra cultura. Tra questi grandi spiriti Parma non può dimenticare Niccolò Paganini che, scendendo dall'edicola di gusto neoclassico del Cimitero della Villetta e dai più dimenticata, con il suo violino a fianco chiede di poter parlare di musica con i parmigiani che l'hanno accolto nella sua ultima dimora, divenendo un originale testimone del tempo a 180 anni dalla sua morte (posa prevista nell'anno 2020 nel quale Parma è stata Capitale Italiana della Cultura e rinviata per destinare alla sanità pubblica le risorse del Club). L'Associazione Niccolò Paganini di Parma, Presieduta da Niccolò Paganini pronipote dell'Artista ha dichiarato per iscritto: Vogliamo sostenere e incoraggiare l'importante iniziativa dei Lions Parma che prevede la realizzazione di statue di personaggi che hanno reso grande, con la loro opera creativa, il nome di Parma. Il fatto di realizzare delle sculture su una panchina è un modo per rendere questi artisti vicini alla gente in un atteggiamento molto umano. Sarebbe un onore e un vanto vedere realizzata la «panchina» con Niccolò Paganini.
Andrea Cattablani

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