TARANTOBUONASERA.IT 06-06-2022

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Buonasera

Stefano Milda, esempio di elegante uomo di cultura
06:21 - 06/06/22
Il telegramma del professor Alessandro Masi, Segretario Generale della Società Dante Alighieri, mi è arrivato l’altro giorno: “Rattristato notizia scomparsa professor Stefano Milda, per lunghi anni Vice Presidente Comitato di Taranto e fervido sostenitore ideali nostro sodalizio. La prego di esprimere alla famiglia dell’illustre estinto sentimenti di cordoglio a nome Società Dante Alighieri tutta et miei personali”.
La notizia della scomparsa del Preside Milda, dell’amico Stefano Milda, che il 21 giugno avrebbe compiuto settant’anni, ha suscitato rammarico anche lontano da qui perché il suo impegno generoso, profuso nel Comitato di Taranto della Dante, la sua affabilità e la sua cultura umanistica erano apprezzati da chiunque avesse avuto occasione di frequentarlo, di conoscerlo e lavorare con lui. Era lui a offrirci generosamente la sede per la Dante nell’Ente di Formazione Centro Studi “D.O.C.” che aveva istituito a Taranto dopo il pensionamento; era lui a curare la “regia” degli incontri in modalità telematica con illustri ospiti, l’ultimo dei quali era stato quello con Raffaele Nigro il 26 aprile scorso, ed era stato sempre lui a procurarci lo sponsor per pubblicare il libro delle “Lecturae Dantis Tarentinae” di alcuni soci della Dante in occasione del settimo centenario dantesco. D’altronde il dolore sincero di tutti gli amici e i colleghi che hanno partecipato ai funerali di martedì scorso nella chiesa di Sant’Antonio ha dimostrato quanto la sua testimonianza di fede, – fede in Dio, nella famiglia e nella scuola, come ha ricordato Paolo De Stefano – fosse stata riconosciuta e apprezzata da tutti.
E’ difficile per me, che ho avuto la fortuna di lavorare con lui a favore della Dante, è difficile, ma doveroso, dire in poco spazio tutto l’affetto che gli amici provano per lui e la gratitudine per la sua amicizia di cui ci ha fatto dono, prezioso dono, perché fondata su valori cristiani e sulla condivisione di ideali culturali. Un’amicizia fraterna, anzi paterna. I tratti distintivi della bella personalità di Stefano Milda, infatti, erano la signorilità e la paternità. Era paterno e protettivo non solo con le sue figlie, di cui era sinceramente orgoglioso in cuor suo, ma con tutti noi, con tutti quelli cui voleva bene. Se Anna, la professoressa Anna Russo, ha perso un marito buono che è vissuto per la sua famiglia, valore supremo –come il lavoro- della sua vita; se le figlie Daniela, Ornella e Carla, alle quali ha dato ali e radici, hanno perso un padre superiore ad ogni elogio, un educatore che sapeva essere insieme rigoroso e affettuoso; se la cultura e la scuola joniche hanno perso un protagonista e lo SNALS, l’UCIIM e il progetto Russia (tra scuole tarantine e moscovite) un importante punto di riferimento, noi della Dante abbiamo perso una colonna insostituibile e io ho perso un amico fraterno di oltre quarant’anni di vita, da quando, cioè, Stefano fondò a Taranto il Leo club, prima di diventare presidente del Lions club Taranto Host. Saranno indimenticabili la sua bontà paziente, la sua gentilezza di gentiluomo colto ed elegante, la sua preparazione e formazione umanistiche. Laureatosi brillantemente in Lettere classiche all’Università di Bari, nel 1988 aveva pubblicato un libro sulle tradizioni popolari di cui era appassionato, “Tra passato e presente. Tradizioni popolari”, e successivamente un’antologia di “Narratori Moderni” con Paolo De Stefano, edita da Ferrero; da qualche anno collaborava con “Taranto Buonasera” pubblicando articoli su Dante e sul folklore, e con la rivista letteraria “L’Arengo” , soprattutto teneva conferenze e Lecturae Dantis ai soci di Taranto e non solo di Taranto.
L’ultima Lectura Dantis la tenne in modalità telematica l’anno scorso e fu pubblicata nel su citato libro di “Lecturae tarentinae”. Scelse l’ultimo canto dell’Inferno, il XXXIV, e il verso conclusivo del canto … “E quindi uscimmo a riveder le stelle, che spiegò con commozione, mi sembra, oggi, profetico, perché Stefano – “santo subito”, come dicevano, scherzando, i suoi amici, riconoscendo in lui pazienza e doti umane non comuni- concluso ora il suo viaggio terreno, è nell’infinito, con la sua mamma amatissima, la professoressa Teresa Acquaviva, un’insegnante che appartiene alla storia della scuola di terra jonica, con suo padre Carlo, uomo retto e severo, e con i suoi avi, tutti cataldiani, dal nonno, l’avvocato e studioso di tarentinità Cosimo Acquaviva, allo zio Giovanni Acquaviva, che fu direttore del “Corriere del Giorno”. Stefano ci ha lasciati il 30 maggio scorso, proprio il giorno in cui, nel 1985, sostenne gli esami orali del Concorso a Cattedra di Italiano e Latino. Un concorso vinto, come tutti gli altri cui aveva partecipato, perché Stefano Milda è entrato nella Scuola di Stato a testa alta e con le spalle ritte, è entrato dalla porta principale, come disse l’allora Provveditore agli Studi Gigli nel congratularsi con i vincitori di Concorso. E’ entrato per i suoi meriti perché era bravo davvero, perché aveva delle meravigliose abilità di scrittura e di eloquio.
Così pure è diventato Preside o, come si dice oggi, Dirigente Scolastico, vincendo i concorsi. Si è conquistato tutto con onore e ha portato onore alla famiglia, ai suoi alunni, alle tante scuole di cui è stato Preside fra le quali la ex Bettolo di Taranto e il Liceo De Ruggieri di Massafra che, grazie a lui, è stato posto in risalto nel territorio. La commozione per tutti è grande. Ora per il nostro amico Stefano mi piace citare Sant’Agostino, il nostro amato Sant’Agostino: “Signore, Stefano ci mancherà, però non Ti chiediamo perché ce l’hai tolto, ma Ti ringraziamo perché ce l’hai dato. Inquietum fecisti cor nostrum, Domine, dum requiescat in Te. Concedi allora, Signore, a Stefano che ha sempre avuto fede in Te, la pace eterna e la gioia infinita che egli merita.
Josè Minervini
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