LIBERTA' 12-06-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
L'AntimalIa blocca una candidata «Se venisse eletta sarebbe sospesa»
Autore: Frighi Federico

LAntimafia blocca una canclidala Sc venisse eletta sarebbe sospesa»
E' Olga Marsico, nella lista di Forza Italia. Lei ribatte: «Sono sconcertata, una vita per gli altri e pago un errore sul lavoro già sanato»
Federico Frighi
PIACENZA • «Sono sconcertata... della mafia ho solo sentito parlare ma è quanto di più lontano ci possa essere da me... abito a Piacenza da 42 anni e tutti mi conoscono e sanno chi sono. Con queste cose non c'entro nulla». Olga Marsico è una dirigente scolastica amministrativa candidata a un posto nel consiglio comunale di Piacenza nelle fila di Forza Italia, in quota Udc. Il suo nome è finito nella lista degli "impresentabili" (come viene comunemente definita) alle elezioni amministrative stilata dalla commissione antimafia e diffusa alla stampa nella tarda serata di venerdì. In Italia, controllati tutti i candidati che si presentano al voto oggi, la commissione antimafia ne ha indicati diciotto, la cui eventuale elezione risulta in contrasto con i codici di autoregolamentazione dei partiti e la legge Severino. Nel caso piacentino con l'art.11 lettera a) della cosiddetta legge Severino. Con la mafia, è d'obbligo ribadirlo, la signora Marsico, che alla fine di agosto andrà in pensione, non ha proprio nulla a che fare. Paga, a questo punto in modo incredibile e spropositato, per un errore commesso sul lavoro quattro anni fa. Per il quale ha subito una condanna in primo e secondo grado per peculato (ovvero appropriazione indebita di denaro pubblico da parte di un pubblico
ufficiale). Condanna contro cui ha fatto ricorso ed è in attesa che la Cassazione si pronunci. I fatti risalgono a quattro anni fa quando, nel Milanese, la signora inizia a ricoprire il ruolo di direttrice dei servizi generali e amministrativi nel settore scolastico in un istituto pubblico. Affiancata da un tutor per impratichirsi nella nuova mansione, richiede e riceve nel mese di luglio un'indennità perla quale, in quel momento preciso, non avrebbe avuto titolo (lo avrebbe avuto invece in settembre). Restituisce il tutto - un paio di migliaia di euro o poco più, con tanto di ricevute - pensando che la storia finisse così. Invece no. Viene denunciata da una collega ed è costretta a difendersi in giudizio. Un incidente di percorso, spiacevole, come però può accadere a tanti lavoratori; incidente che non incide sulla vita sociale della signora, sempre in prima linea quando c'è da aiutare gli altri. Volontaria della Croce Rossa - l'abbiamo vista, travestita da pagliaccio, incoraggiare i bambini durante le vaccinazioni anti Covid -, si è anche distinta per aver salvato una persona colpita da un infarto sull'auto parcheggiata a bordo strada. È grazie a lei e alle sue tempestive manovre salvavita se l'uomo, un lodigiano, padre di famiglia, è ancora vivo. In passato è anche stata presidente del Lions club e organizzatrice di convegni sul futuro dei giovani dopo la scuola. Instancabile, cinque anni fa si era affacciata alla politica sostenendo la candidatura a sindaca di Patrizia Barbieri.Oggi si era messa ancora ingioco sempre per aiutare la sua sindaca. Poteva farlo - glielo aveva detto l'avvocato - perché nel suo caso la legge Severino non blocca la candidabilità e neppure l'eleggibilità. Bensì prevede la sospensione in caso di elezione. Essendoci ancora un grado di giudizio, non ha dunque avuto dubbi a mettersi di nuovo in lista. Lo stesso partito- Forza Italia- ha accolto con incredulità la notizia dell'antimafia. «Il casellario giudiziale richiesto dal partito risulta pulito e tutti i documenti necessari perla candidatura sono risultati in regola dice Gabriele Girometta, coordinatore provinciale di Forza Italia -. Poi, a 24 ore dal voto saltano fuori i problemi? Non capisco proprio». « E' un inghippo tecnico - derubrica l'accaduto - perché noi non potevamo sapere, la signora giustamente ha tutelato la sua privacy anche perché il giudizio è ancora pendente. Morale: questo è un sistema che fa veramenteacqua. Tutti abbiamo rispettato la legge e adesso ci troviamo in mano questa "patata bollente"».

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II senatore Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia formata da deputati e senatori

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