GAZZETTINODELCHIANTI.IT 18-06-2022

Sezione: WEB
Tavarnelle, un nodo in gola che non si scioglie: a 74 anni scompare Paolo Vadi. Il ricordo - Il Gazzettino del Chianti e delle colline fiorentine

Tavarnelle, un nodo in gola che non si scioglie: a 74 anni scompare Paolo Vadi. Il ricordo
BARBERINO TAVARNELLE PERSONE & STORIE
Tavarnelle, un nodo in gola che non si scioglie: a 74 anni scompare Paolo Vadi. Il ricordo
Storico volontario, negli anni Novanta ha partecipato a operazioni di soccorso su terremoti e alluvioni. Alla Misericordia era una istituzione, così come lo era il suo girarrosto
di Noemi Bartalesi
18 Giugno 2022
BARBERINO TAVARNELLE – La notizia della scomparsa di Paolo Vadi, venuto a mancare a soli 74 anni il 14 giugno, ha lasciato la comunità tavarnellina con un nodo alla gola che ancora non se ne va.
Il funerale è stato celebrato la mattina del 16 giugno nella chiesa di Santa Lucia al Borghetto. Dove tante persone di Barberino Tavarnelle, di tutte le età, si sono unite in un abbraccio intorno alla famiglia per dire addio al loro concittadino.
Paolo ha dato moltissimo al suo paese. E alle associazioni di volontariato che ne animano la vita quotidiana.
Negli anni Novanta è stato responsabile della Protezione Civile di Tavarnelle e ha partecipato a molte operazioni di soccorso in seguito a terremoti e alluvioni in varie parti d’Italia.
Ha fatto parte del Magistrato della Misericordia di Tavarnelle. E’ stato volontario sulle ambulanze ed autista, ricoprendo anche turni notturni. E in ogni servizio ha messo sempre tutto il suo impegno e la sua serietà.
Negli ultimi anni, in occasione dei ritrovi conviviali della Misericordia, era lui che cucinava l’arrosto girato, riscuotendo sempre grande successo. Lo preparava anche per il Lions Club Barberino Tavarnelle e i cacciatori. Per tutti. I suoi fegatelli erano… insuperabili.
Era un lavoro lungo, che richiedeva la preparazione degli spiedini, la cottura (spesso al caldo, in estate) e poi la pulizia della brace. Ma Paolo lo faceva volentieri, con la passione e la dedizione che metteva in ogni attività a cui si dedicava.
Sapeva fare anche tante altre cose. Per esempio, aveva il pollice verde. Amava curare il giardino: le rose nelle aiuole della Misericordia, in via Naldini, le ha piantate tutte lui. E nel suo condominio era lui che, con precisione ed esperienza, si occupava di potare la siepe due volte all’anno.
Poi faceva l’orto, in un pezzetto di campo poco fuori dal paese. Lo vedevi tornare a casa con un paniere di paglia pieno di pomodori, zucchine, insalata… . Gli veniva della verdura favolosa, di cui era tanto orgoglioso.
Amava molto la sua famiglia, con la quale spesso in estate trascorreva dei giorni di vacanza sulle Dolomiti, perché la montagna era un’altra sua grande passione. Ed era un nonno molto tenero, molto legato ai suoi nipoti.
Era sempre sorridente, con lui scambiavi sempre volentieri due chiacchiere. A volte era un po’ “fumino”, ma nel senso positivo del termine. Perché era schietto e diretto, ti diceva in faccia quello che pensava, e poi se ne dimenticava subito, non ti portava rancore.
Paolo aveva un animo buono ed estremamente generoso, era sempre pronto ad aiutare il prossimo, a porgergli concretamente la sua mano, con la capacità organizzativa e il senso pratico che lo contraddistinguevano.
Qui riportiamo alcune testimonianze e ricordi di chi lo ha conosciuto.
FRANCO CASTRUCCI
“Insieme abbiamo prestato servizio nella Protezione Civile e nella Misericordia – dice l’amico Franco Castrucci – e abbiamo fatto l’arrosto. O, meglio, lui lo faceva e io gli davo una mano”.
“Ci volevamo un bene dell’anima – si commuove – Era una bravissima persona. Non c’era modo di litigare con lui e, se ti poteva aiutare in qualsiasi maniera, lo faceva”.
“I ricordi che ho con Paolo sono legati al soccorso prestato alla gente a seguito di calamità naturali – ci confida – negli anni in cui eravamo entrambi volontari della Protezione Civile”.
“Nel 1996 ci fu l’alluvione in Versilia – ricorda – Ci mandarono in una fattoria a liberare le mucche immobilizzate dal fango. Mentre spalavamo il fango, sembrava che con gli occhi ci ringraziassero”.
“Nel 1997, dopo il terremoto nel Colfiorito, andammo a portare le roulottes a chi non aveva più la casa – un’altra avventura condivisa con Paolo – Ci avevano dato una jeep, alla quale agganciavamo la roulotte. Stemmo 48 ore consecutive in auto: uno dormiva e l’altro guidava”.
“A un certo punto rimanemmo senza benzina – sorride – Menomale che avevamo un stagna dietro!”.
“Nel 2002 invece eravamo a San Giuliano di Puglia (in Molise) – ci racconta ancora Franco – Dovevamo spostare il campo base. Gli Alpini smontavano tutta la tenda. Paolo propose di sbullettarla soltanto: il lavoro di una settimana lo facemmo in un giorno. Era molto concreto”.
NICOLA BOSSINI
“Un altro amico se ne va, un altro Confratello ci lascia – scrive su Facebook Nicola Bossini, attuale responsabile della Protezione Civile di Barberino Tavarnelle – Hai lottato fino in fondo ma non è andata come speravamo…”.
“In tutti questi anni di servizio – rivela – non sempre siamo andati d’accordo e non sempre abbiamo avuto gli stessi pensieri”.
“Ci siamo scontrati e aiutati, rispettati ed elogiati a vicenda – conclude Nicola – prendendo spunto da quello che tu – come altri – hai fatto per la nostra Protezione Civile: e di questo, Paolo, ti siamo sinceramente grati. Faremo tesoro di ciò che ci hai insegnato”.
MISERICORDIA DI BARBERINO TAVARNELLE
“Paolo ha assolto con pieno merito gli incarichi per i quali era nominato, con impegno e capacità organizzativa – commentano dalla Confraternita – Per tutti noi e per la Misericordia ha costituito un esempio a cui fare riferimento”.
FRANCESCO BARDOTTI
“Ho conosciuto Paolo alla Misericordia – la parola passa a Francesco Bardotti, membro del Magistrato della Misericordia di Barberino Tavarnelle – Per trent’anni abbiamo condiviso il turno di servizio sulle ambulanze del sabato pomeriggio”.
“Sotto un apparente carattere talvolta un po’ scorbutico nascondeva un cuore generoso – aggiunge – Era sempre dinamico e lo è stato finché le forze glielo hanno consentito”.
“Per il tuo servizio nella Misericordia non possiamo far altro che dirti Che Iddio te ne renda merito, Paolo”.
Così Francesco saluta il suo Confratello, con la frase che puntualmente il volontario rivolge alla persona assistita, che gli ha consentito di compiere un atto di misericordia.
FEDERICO MINIO
“Caro amico fraterno, compagno di mille avventure, riferimento per tutto il volontariato ed esempio per tutti noi – scrive Federico Minio, volontario della Misericordia – So che continuerai a guidarci indicandoci la giusta via. Abbraccio te e la tua famiglia, certo di ritrovarti tra i giusti ed i costruttori di pace”.
FILIPPO CUBATTOLI
Anche Filippo Cubattoli dedica un post commovente al suo vicino di casa e “collega” in divisa giallo-blu.
“Ci mancheranno i tuoi arrosti di cui ho solo foto fatte di nascosto perché da bravo Confratello non ti piaceva stare al centro dell’attenzione. A volte rimanevi interdetto se non ti dicevamo spontaneamente che era buono. Ma lo davamo per scontato: l’avevi fatto tu!.
Le corse in sirena, quando non era l’Alfa ma l’Emergenza. Si usciva poco, ma quando ci chiamavano c’era sempre ben poco da scherzare.
Ero poco più di un ragazzino e tu colonna storica di un’organizzazione che, se oggi diamo per scontata, è anche merito tuo.
Il tuo gatto Mirtillo, mascotte del quartiere che ti ha preceduto di poco in questo viaggio.
Quando mi salutavi uscendo di casa e mi chiedevi “Lassù icché dicano?” riferendoti alla Misericordia, causa alla quale ti sei dedicato anima e corpo per una vita e che da ultimo hai dovuto a malincuore rallentare.
Siamo tutti qui di passaggio. E ti ritroveremo, con i tuoi guanti da lavoro e le tue cesoie, intento a curare i roseti del Paradiso”.
Nel frattempo, Paolo, anche noi non ci dimenticheremo del tuo sorriso, del tuo cestino di vimini pieno di verdure di ritorno dall’orto, della tua abilità nel potare la siepe.
Del tuo essere sempre attivo e disponibile a fare qualcosa per gli altri. Della zucca che ci hai regalato lo scorso inverno, perché nel parlare avevi capito che ci piace.
Delle conversazioni con te del più e del meno. Della tua tenacia, della forza con cui hai lottato, senza lamentarti e senza piangerti addosso. Del tuo amore per i gatti. Dell’odore dell’arrosto che preparavi spesso la domenica sotto casa per tutta la tua amata famiglia.
Ciao Paolo, vivrai per sempre nei soccorsi prestati dalla Misericordia, nell’aiuto dato a chi si trova la vita stravolta da un terremoto, nel sapore dell’arrosto che faremo, ma che non sarà mai buono quanto il tuo.
Ciao Paolo, sarai per sempre il nostro vicino di casa. Sarai per sempre il nostro caro Paolo.
@RIPRODUZIONE RISERVATA
Telegram
Sostieni il Gazzettino del Chianti
Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.
Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.
Leggi anche...
#|#https://www.gazzettinodelchianti.it/barberino-tavarnelle/tavarnelle-un-nodo-in-gola-che-non-si-scioglie-a-74-anni-scompare-paolo-vadi-il-ricordo/