NECROLOGIE.ILTIRRENO.GELOCAL.IT 24-06-2022

Sezione: WEB
«Livorno è bella come la vita»: a Paolo Ruffini il premio Capperuccio

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«Livorno è bella come la vita»: a Paolo Ruffini il premio Capperuccio
Livorno, le parole del regista e attore labronico: «La città è così intensa che la amiamo anche quando ci delude»
LIVORNO. «Livorno è come la vita. È bella anche quando non è bella. La vita è bella persino se ti porta un lutto, perché comunque è vita e non è detto che si debba chiamare felicità o perfezione. Credo che in questo momento la città è talmente intensa, talmente ricca, che anche quando ci delude, dietro, esiste un grande amore che ci riporta subito alla meraviglia». A Paolo Ruffini, regista, attore (ma non solo) , va il Capperuccio 2022, un premio attraverso il quale il lions club Livorno Porto Mediceo intende onorare coloro che, per le loro origini livornesi o per le attività svolte, hanno reso illustre la città.
La celebrazione è avvenuta nella sala cerimonie del Comune alla presenza del sindaco Luca Salvetti, del presidente del lions Roberto Duranti e di esponenti delle autorità civili, religiose e militari, tra i quali il fratello dello stesso Ruffini, Armando, a rappresentare la capitaneria di Porto. «Sono molto lusingato – dice l’attore -, anche un po’ commosso nel vedere tante persone che si sono scomodate in questo pomeriggio per me. Mi fa riflettere sul fatto che il essere livornese ha un vantaggio: avere un legame stretto con una città che ha tante contraddizioni, tanti conflitti. E mi viene voglia di citare il valore della disobbedienza che per me è molto forte. Quella che ho rispetto alla comicità e mi ha portato a ricevere questo premio importante. La disobbedienza rispetto a un’aspettativa che il pubblico aveva nei miei riguardi, che mi porta a voler crescere con curiosità».
Prima di consegnare il premio, il sindaco ha elogiato il restauro del Capperuccio, la stola esposta in una teca, che il Granduca Ferdinando I de’ Medici il 19 marzo 1606 pose sulle spalle di Bernadetto Borromei, Gonfaloniere. Poi ha raccontato la sua amicizia con Ruffini: dal primo incontro nel 1995 per un servizio televisivo al liceo classico, quindi l’epopea del Nido del Cuculo, la collaborazione con i Mayor Von Frinzius, i successi al cinema e in tv, fino alle ultime apparizioni teatrali (ma non solo) dove, sottolinea «Paolo appare pienamente maturato».
«In questo momento – prosegue Ruffini – c’è l’importanza di ricordarsi di certi valori. Riflettevo parlando con i ragazzi su quanto lo sguardo nostro sia cambiato. Oggi loro ragionano in verticale, io sono l’ultima generazione abituata a ragionare in orizzontale, perché ci piaceva il cinema. In orizzontale il pensiero parte da dietro e va in avanti, in verticale parte da sopra e casca per terra».
Un pensiero lo riserva al il padre Francesco, recentemente scomparso. «Dedico questo premio a lui. Domattina mi avrebbe chiamato per dirmi: t’ho tenuto Il Tirreno, c’è l’articolo. Sei venuto bene nella foto col sindaco. Da uomo di mare, lo avrebbe apprezzato molto».
La volontà di tornare e dare una mano alla ripresa della città nel post pandemia. «Lunedì, per sguardi in Fortezza, presenterò il mio film Perdutamente, dedicato all’Alzheimer e sarò qui anche a Effetto Venezia. Mi piace essere non solo cittadino livornese, ma anche amico di Livorno cercando di limitare quell’energia di smania sempre presente da queste parti e provando a portare quella rilassatezza che, forse, fa pensare meglio e regala sempre un’energia migliore». E conclude «Abbiamo vissuto due anni complicatissimi e parlando con il sindaco gli ho fatto una battuta: credo che l’unico sindaco più in difficoltà di te sia quello di Gotham city. Ma lui ha Batman, te invece c’hai Ruffini. E non so se è paragonabile come supereroe».l
 
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