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A Paolo Ruffini il Premio Capperuccio 2022
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A Paolo Ruffini il Premio Capperuccio 2022
Venerdì 24 Giugno 2022 — 19:13
A vincere l'ultima edizione fu la Compagnia Mayor Von Frinzius. La massima onorificenza del Lions Club Livorno Porto Mediceo quest'anno è stata invece assegnata all'attore, conduttore televisivo, regista e sceneggiatore
di Giulia Bellaveglia
Paolo Ruffini vince il Premio Capperuccio 2022. Ovvero lo storico riconoscimento che il Lions Club Livorno Porto Mediceo assegna ai cittadini che si sono distinti per particolari meriti. E il discorso che l’autore livornese riserva all’evento è particolarmente intenso, ricco di emozioni. “Sono molto lusingato, anche un po’ commosso nel vedere tante persone che si sono scomodate in questo pomeriggio solo per me – dice – A vedere qui mio fratello, che oggi per coincidenza rappresenta un’arma, mi viene da dire che il vantaggio di essere livornese è avere un legame stretto con una città che ha tante
contraddizioni, tanti conflitti e mi viene voglia di citare un valore, quello della disubbidienza, che per me è molto forte. La mia disubbidienza, forse anche rispetto alla comicità, mi ha portato a ricevere questo premio importante, perché è quella che mi porta a voler crescere con curiosità”. Poi c’è un commento sull’ultimo film realizzato, “PerdutaMente”, un documentario incentrato sul morbo di Alzheimer. “In molti mi chiedono Perché lo hai fatto? E la mia risposta è Non lo so. Forse la risposta sta nel fatto di avere un’appartenenza a questa città, una città che ha tanti misteri. È come se uno si chiedesse perché c’è il Libeccio, non
ha senso chiederselo, bisogna soltanto accogliere e un premio così io spero di essermelo meritato e spero di meritarlo in futuro”. Ruffini ha quindi spiegato la direzione verso la quale si muove la sua attuale ricerca. “Non c’è solo la voglia di far star meglio le persone e renderle più felici. Spessissimo sono andato in giro a promuovere i miei film dicendo che c’era bisogno di staccare la spina. Oggi credo che ci sia bisogno di attacarla, di far ridere le persone, che è un valore importante, ma anche di farle riflettere su alcuni valori dimenticati, a partire dall’amore”. Il finale è riservato alla parte più importante, la dedica. “Questo premio è per il
mio babbo , venuto a mancare quest’anno. T’ho tenuto Ir Tirreno, sei venuto bene, c’era anche il sindao, mi avrebbe sicuramente detto. Non mi resta che aggiungere che Livorno è come la vita, è bella anche quando non è bella. Infatti la vita non si chiama felicità o perfezione, si chiama vita. Livorno è uguale, talmente intensa e ricca che anche quando sembra che deluda c’è subito un grande amore che riporta alla meraviglia”. A fianco a lui ci sono il presidente del Club Roberto Duranti e Luca Salvetti, che oggi non è solo il sindaco, ma l’amico di una vita. E scatta l’aneddotto. “Non ho avuto bisogno di prepararmi niente – spiega il primo cittadino – Perché parlare di Paolo mi viene semplicissimo. L’ho conosciuto nel 1995, quando da giornalista fui inviato al Liceo classico per realizzare un video. Lui per 4 giorni mi fece da Cicerone all’interno della sua scuola a cui era particolarmente affezionato, tanto da rimanerci più del previsto (ride ndr). Già in quel momento mi resi conto della sua capacità di coinvolgere chi gli stava vicino, e aveva solo 17 anni. Poi è iniziato il suo percorso professionale, prima molto comico, poi c’è stata una sorta di evoluzione, capace di far divertire ma riflettere allo stesso tempo. Un passaggio che ci ha dato un Paolo che merita questo riconoscimento”.
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