ADIGE 26-06-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Addio a Sara Franzoi Del Dot «Anima libera, amava la vita»

Addio a Sara Franzoi Del Dot
«Anima libera, amava la vita»
Oculista all'ospedale Santa Chiara per tutta la carriera, Affranti gli amici, che in queste ore ne ricordano la volontà protagonista della squadra italiana medici sciatori, e l'eleganza: «Era una donna affascinante perché impegnata nel Lions club, lascia il marito Giulio e due figli intelligente. Amava la vita. Con lei se ne va un pezzo di noi»
Era una dottoressa, che finché ha potuto, ai suoi pazienti ha garantito la sua professionalità, ma soprattutto la sua solidarietà e la sua disponibilità. Era una sportiva, capace anche una volta diventata adulta, di godersi una bella sfida, perché l'agonismo in fondo non ha età e a lei piaceva misurarsi con le capacità degli altri. Era una donna che aveva fortemente voluto costruirsi una famiglia e se l'era goduta davvero, con il marito Giulio e i figli Giovani e Chiara. Era, soprattutto, amica per tantissimi che in queste ore la ricordano con il nodo in gola. Perché lei «era una donna affascinante perché intelligente», ripetono ora. Sara Franzoi Del Dot se n'è andata la notte tra venerdì e sabato, a 58 anni, per colpa di un male che aveva affrontato senza abbassare gli occhi, fino alla fine. E ora a tanti che l'hanno conosciuta non resta che ricordarne le doti e gli aneddoti che la riguardano. Sono tanti, col tempo forse regaleranno consolazione. Ora hanno il sapo- re della nostalgia. Sara Franzoi, classe 1963, era soprattutto una trentina che il suo territorio lo aveva scelto. Dopo il liceo classico era andata a Bologna, per
l'università. E alla laurea in medicina, specializzazione oculistica, era arrivata senza inciampi. Avrebbe potuto lavorare ovunque, scelse l'ospedale pubblico e scelse Trento. E per tutta la sua carriera è stata uno dei volti del Santa Chiara, garantendo precisione, disponibilità e comprensione, a chi bussava alla porta del suo studio. «Era un medico attento alle persone - ricorda un'amica commossa in queste ore - anche negli ultimi anni partecipava con interesse ai corsi d'aggiornamento, aveva un'attenzione certo- sina per il suo lavoro, che la appassionava tantissimo. Conosceva i pazienti per nome, generosa con tutti, lo era anche con i suoi pazienti». Tutti la descrivono come una donna determinata. E raramente ferma. Sportiva e amante in particolare del Bondone- che tradiva al massimo in estate, per l'altra sua passione, il mare della Sardegna - sciava con capacità. E aveva partecipato a competizioni, nelle squadra italiana medici sciatori, prendendosi anche più di una soddisfazione. Ma era soprattutto nella vita quotidiana che la ricordano tutti quelli che l'hanno incrociata nella sua vita, perché alla fine ognuno si lascia
Sara Franzoi Del Dot, oculista al Santa Chiara
indietro piccoli episodi e, se è fortunato, grandi affetti. Lei lo è stata. In queste ore tutti parlano con grande trasporto di lei e della sua capacità di accogliere gli altri, fosse per una cena o, semplicemente, nella vita. Perché anche ascoltare, talvolta, è un'arte che riesce ad addolcire le difficoltà altrui. «Sara era una donna affascinante, perché era intelligente - ricorda l'amico Giovanni, che con l'oculista trentina in qualche modo è cresciuto - comprendeva le cose e comprendeva gli esseri umani. Persona di grandissimavolontà, determinata a raggiungere i suoi obiettivi, li ha raggiunti, tanto nel lavoro, quanto nella vita». E nella famiglia, ricordano gli amici. Assieme al marito Giulio, un'alchimia che appariva evidente: «La ricordiamo per il grande amore che ha avuto e ha dato a Giulio - ricorda l'amico Giovanni - un amore che ho visto nascere. Sono stati fortunati. Un amore davvero bello, duraturo, sempre vivo». Con la malattia ha ingaggiato una battaglia vera. Con energia, certo. E con grande determinazione. Ma alla fine si è dovuta arrendere. E i tanti che le hanno voluto bene l'hanno dovuta lasciar andare. «E con lei se ne va via un pezzo di noi».

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