PRIMO PIANO MOLISE 28-06-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Bullismo e cyberbullismo, le lezioni non si fermano. Si parla di hate speech

I discorsi d'odio, fenomeni in crescita: il Lion Club sempre protagonista
Bullismo e cyberbullismo, le lezioni non si fermano Si parla di hate speech
BOJANO. Per fortuna, anche ad anno scolastico ormai chiuso e vacanze estive iniziate per docenti, alunni e personale scolastico — ad eccezione di chi è alle prese con gli esami — si continua a parlare di scuola anche nel mese di giugno. In particolare, a Bojano si continua a parlare delle molteplici iniziative riguardanti la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo promosse dalla referente dell'liss, la prof.ssa Italia Martusciello, che neanche a farlo apposta hanno spesso coinvolto associazioni, enti locali ed enti del terzo settore. Proprio nell'ambito di questi progetti si è tenuto presso l'liss un convegno dedicato al fenomeno dell'Hate speech — il linguaggio offensivo e discriminatorio - svolto dalla dott.ssa Gabriela Angelica Rostani, presidente del Lions Club Bojano, zona B, circoscrizione 7, distretto 108 A. La Rostani, dopo aver spiegato che il "discorso d'odio" è un fenomeno sempre più in crescita nel linguaggio comune sia de visu che online, ha sottolineato come uno dei problemi più grandi che si riscontra nel combattere questo fenomeno fortemente nocivo e pericoloso per la società è la limitazione che la giurisdizione incontra nel censurare parole che di fatto non sono ritenute offensive, ma che nel loro significato intrinseco incitano alla violenza e all'emarginazione del target colpito. Spazio, subito dopo, all'analisi dell'origine dell'odio come conseguenza emozionale della rabbia, provocato da stereotipi e pregiudizi che talvolta prendono forma in azioni vere e proprie. «Gli stereotipi ci portano ad etichettare gli altri in luoghi comuni e le etichette molto spesso sono difficili da rimuovere,
soprattutto quando hanno generato esclusione e pregiudizi negativi rispetto alle persone colpite» ha spiegato la relatrice mostrando la «piramide dell'odio», uno schema diviso in cinque caselle dove all'apice si trovano i casi di violenza eclatanti e i genocidi, alla base i pregiudizi e l'assecondare fenomeni di esclusione. «È solo sconfiggendo la base della piramide, quindi i comportamenti più diffusi che ritroviamo nelle nostre vite quotidiane e su internet, che potremo sconfiggere l'apice di violenza» ha aggiunto. Da non sottovalutare infatti l'effetto sui ragazzi di internet e dei social, che permettono ai più giovani di avere una finestra sul mondo sempre aperta: una risorsa, si, ma anche un elemento di vulnerabilità. Ecco perché anche dei banali post Facebook, Instagram, Twitter o dei contenuti apparentemente innocui, scherzosi su TikTok e YouTube possono essere pericolosi, capillari e soprattutto colpire persone che se attaccate costantemente, rischiano di essere sopraffatte dalla depressione, e compiere nei casi più estremi gesti irreversibili. Tanta l'interazione dei ragazzi presenti durante il convegno: un'occasione proficua di dialogo, confronto e apprendimento che perciò - lo ha anticipato già la prof.ssa Martusciello -, sarà riproposta anche l'anno prossimo.

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