SENTINELLA DEL CANAVESE 29-06-2022

Sezione: STAMPA NAZIONALE
Il richiamo dell'infinito e gli strumenti limitati per comprenderlo

L'INTERVENTO
IVREA
Ospite della serata conviviale del Lions Club d'Ivrea, lo scrittore, saggista e storico del cinema fantastico Michele Tetro, ha intrattenuto i soci con l'intervento intitolato "Spazio, il vuoto davanti", incentrato sul più grande mistero che chiama l'essere umano al suo cospetto, cioè l'universo che ci circonda al di là del nostro pianeta, ponendo l'interrogativo su come rapportarci spiritualmente e fisicamente davanti alle insondabili distese cosmiche. Lo scenario prospettato da Tetro, apparentemente si rivela fosco, se non addirittura terrificante: il cosmo viene privato del tutto del suo fascino poetico, della sua bellezza visiva e della sua magnifica trama spazio-temporale, così indissolubilmente legata all'evoluzione del pensiero del genere umano, palesandosi invece come uno spaventoso abisso di tenebra. «Pietosamente - rincara Tetro - è la nostra mente stessa a proteggerci dal terribile e reale volto dell'universo, inducendoci a considerare in modo bidimensionale il cielo sopra di noi come una calotta semisferica, su cui brillano migliaia di stelle, che sembrano semplicemente lì appiccicate... ma una visione anche solo prospettica, in profondità, delle vere distanze stellari annulla subito questa fallace condizione difensiva del nostro cervello e ci rivela la sconvolgente estraneità del creato, l'impossibilità di poterla comprendere entro i nostri limitati parametri e la ne
Il richiamo dell'infinito e gli strumenti limitati per comprenderlo
cessità di addomesticare, sintetizzare, ridurre, comprimere una realtà altrimenti così avulsa da ogni parametro di umana consapevolezza da risultare alla fine del tutto illeggibile, aliena». Il genere umano, ancora difettato da un imperfetto apparato cognitivo e da schemi mentali che dovrebbero evolversi altrimenti, è quindi condannato a non potere conoscere il cosmico vuoto davanti, al di là degli strumenti della scienza e della fantasia, che ci permettono ancora timide esplorazioni nel tessuto dello spazio-tempo? «Siamo basilarmente composti delle medesime sostanze che compongono l'universo - evidenzia Tetro, più conciliante • e quindi è innegabile ravvisare una specie di corrispondenza di sensi con l'infinito, un legame ineffabile ma pulsante, un richiamo insistente da parte delle nebulose che da sempre riempiono di meraviglia e terrore l'animo umano. Dentro di noi, dopotutto, si trovano gli stessi elementi che bruciano nel cuore delle stelle». In conclusione, il tentativo di appropriarsi del cosmo, dell'universo infinito attraverso il mito, la scienza, l'arte, i primi passi dell'esplorazione spaziale, la narrativa fantascientifica, potrebbe magari essere destinato anche a fallire ma senz'altro è stato e sarà ancora inevitabile metterlo in atto. «Non distogliere lo sguardo dal vuoto davanti - conclude Tetro è da considerarsi uno dei più alti momenti di gloriaconcessi all'essere umano». —
pint Michele Tetro

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