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Sanità, dal Lions un elettrocardiografo carrellato per l'ambulatorio Caritas di Crotone

Sanità, dal lions un elettrocardiografo carrellato per l'ambulatorio Caritas di Crotone
Cronaca | 11 luglio 2022, 12:42
Sanità, dal lions un elettrocardiografo carrellato per l'ambulatorio Caritas di Crotone
Un elettrocardiografo carrellato per uno screening delle malattie cardiovascolari. Lo ha donato il lions club Crotone Host alla Caritas diocesana. La consegna è avvenuta nell’ambulatorio della Caritas di via Pietro Raimondi. Presenti per il lions, il dott. Raffaele Lumare, la prof.ssa Antonella Noviello, il dott. Nicola Di Maio e la dott.ssa Rossella Crugliano. Per la Caritas, tra gli altri, il presidente don Rino Le Pera e la dott.ssa Agata Ragusa, responsabile dell’ambulatorio medico.
La scelta di un elettocardiografo è stata valutato di concerto con i responsabili della Caritas. Si rendeva opportuno un potenziamento dell’ambulatorio esistente, arricchendolo della specialistica cardiologica per fare fronte alle esigenze di chi non ha neanche la possibilità di rivolgersi alla sanità pubblica per un primo approccio clinico, ma anche in virtù del recente incremento dei flussi migratori dall’Ucraina nel nostro territorio.
"Questa attenzione - spiega il dottor Raffaele Lumare - si rende particolarmente opportuna per l’insufficienza delle strutture sanitarie italiane, già provate dalla pandemia, a sostenere questo ulteriore carico sanitario, oltre che per il taglio aziendalistico dell’organizzazione della salute pubblica che di certo non risponde alle esigenze universalistiche sottese dal Servizio sanitario nazionale per come venne istituito in origine.
"Tutto questo - prosegue il rappresentante del lions - non può che creare disagio psicologico, oltre che difficoltà ad un facile accesso alle strutture deputate alle cure. In ogni caso sarebbe irragionevole, di fronte a tutto questo, non reagire o girare lo sguardo dall’atra parte facendo finta di nulla. Il diritto alla salute è uno dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dobbiamo fare del nostro meglio, ognuno per la propria parte, affinché questo si realizzi".
Lumare ricorda che "la prevenzione da sempre rimane l’arma migliore per combattere le cardio-vasculopatie così da poter intervenire quando ancora la malattia non si è manifestata in tutta la sua gravità, considerato anche l’elevato rischio di mortalità che la caratterizza. Le malattie cardiovascolari - dice - rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro Paese. In particolare, muoiono più di 230 mila persone all'anno tra ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari. Tali patologie sono responsabili del 44% di tutti i decessi".
Ne consegue che "l’identificazione delle persone a rischio cardiovascolare elevato  - ribadisce - è uno degli obiettivi principali della prevenzione primaria individuale e costituisce la premessa necessaria per l’attivazione di azioni finalizzate alla riduzione dei fattori di rischio. Se si pensa che nel 1974 l'attesa di vita di un maschio italiano era di 69 anni e che attualmente è di 82 questo è dovuto soprattutto alla mutata epidemiologia delle malattie cardiovascolari" conclude Lumare, "allora si comprende l'enorme importanza che la prevenzione cardiovascolare ha assunto nel nostro lavoro di cardiologi".
 
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