CROTONEINFORMA.IT 11-07-2022

Sezione: WEB
Il Lions Club Crotone Host (LCCH) ha donato alla Caritas Diocesana un elettrocardiografo carrellato

Il lions club Crotone Host (LCCH) ha donato alla Caritas Diocesana un elettrocardiografo carrellato
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Il lions club Crotone Host (LCCH) ha donato alla Caritas Diocesana un elettrocardiografo carrellato
Si potranno effettuare screening delle malattie Cardiovascolari.
Crotone
La prevenzione da sempre rimane l’arma migliore per combattere le cardio-vasculopatie così da poter intervenire quando ancora la malattia non si è manifestata in tutta la sua gravità, considerato anche l’elevato rischio di mortalità che la caratterizza. Le malattie cardiovascolari rappresentano, infatti, ancora la principale causa di morte nel nostro Paese. In particolare muoiono più di 230 mila persone all’anno tra ischemie, infarti, malattie del cuore e cerebrovascolari. Tali patologie sono responsabili del 44% di tutti i decessi. L’identificazione delle persone a rischio cardiovascolare elevato è uno degli obiettivi principali della prevenzione primaria individuale e costituisce la premessa necessaria per l’attivazione di azioni finalizzate alla riduzione dei fattori di rischio. Se si pensa che nel 1974 l’attesa di vita di un maschio italiano era di 69 anni e che attualmente è di 82 questo è dovuto soprattutto alla mutata epidemiologia delle malattie cardiovascolari. Allora si comprende l’enorme importanza che la prevenzione cardiovascolare ha assunto nel nostro lavoro di cardiologi.
La donazione è avvenuta in presenza di una delegazione LCCH composta dal Dott. Raffaele Lumare, Prof.ssa Antonella Noviello, Dott. Nicola Di Maio e Dott.ssa Rossella Crugliano. Erano presenti inoltre rappresentanti della CARITAS tra cui Don Rino Le Pera (presidente), la Dott.ssa Agata Ragusa (responsabile dell’ambulatorio medico), che hanno espresso profonda gratitudine e affetto nei riguardi di tutti i soci del LCCH per la donazione. Il LCCH ha valutato, di concerto con i responsabili della Caritas, che si rendeva opportuno un potenziamento dell’ambulatorio (già esistente) all’interno della struttura, arricchendolo della specialistica cardiologica per far fronte alle esigenze di chi versa in condizioni talmente disagiate da non avere neanche la possibilità di rivolgersi alla sanità pubblica per un primo approccio clinico, ma anche in virtù del recente incremento dei flussi migratori dall’Ucraina nel nostro territorio. Questa attenzione si rende particolarmente opportuna per l’insufficienza delle strutture sanitarie Italiane, già provate dalla pandemia, a sostenere questo ulteriore carico sanitario, oltre che per il taglio aziendalistico dell’organizzazione della salute pubblica che di certo non risponde alle esigenze universalistiche sottese dal Servizio Sanitario Nazionale per come venne istituito in origine. Tutto questo non può che creare disagio psicologico, oltre che difficoltà ad un facile accesso alle strutture deputate alle cure. In ogni caso sarebbe irragionevole, di fronte a tutto questo, non reagire o girare lo sguardo dall’atra parte facendo finta di nulla. Il diritto alla salute è uno dei diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dobbiamo fare del nostro meglio, ognuno per la propria parte, affinché questo si realizzi. Papa Francesco nell’Angelus del luglio scorso auspicava “Un servizio sanitario gratuito, che assicuri un buon servizio accessibile a tutti. Non bisogna perdere questo bene prezioso. Bisogna mantenerlo! E per questo occorre impegnarsi tutti, perché serve a tutti e chiede il contributo di tutti”
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