FIAF.NET 26-08-2022

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ColornoPhotoLife 2022: “Acqua, fonte di vita”

ColornoPhotoLife 2022: “Acqua, fonte di vita”
13a edizione del ColornoPhotoLife Dal 14 al 16 ottobre 2022 a Colorno (Parma)
17 ore fà
ColornoPhotoLife 2022: “Acqua, fonte di vita”
 
Dal 14 al 16 ottobre 2022 a Colorno (Parma) torna il festival fotografico che cerca di proporre “radici e nuove frontiere” attraverso il suo nutrito programma di mostre, workshop ed eventi. L’anteprima dal 26 agosto con quattro esposizioni e appuntamenti di avvicinamento
Si scaldano i motori per la 13a edizione del ColornoPhotoLife, un festival tematico che dalla sua nascita cerca di proporre “radici e nuove frontiere della fotografia”. Un evento di cultura fotografica che offre agli appassionati di ogni livello l’occasione di esporre le proprie opere accanto a quelle di maestri che hanno fatto la storia della fotografia e di vedere le tendenze in atto nell’ambito della fotografia nazionale.
Il tema dell’edizione 2022, che si svolgerà da venerdì 14 a domenica 16 ottobre a Colorno (Parma), è “Acqua, fonte di vita“, scelta  che vuole sensibilizzare sull’importanza dell’ambiente in cui viviamo e di questi tempi non può lasciare certo indifferenti. Le mostre saranno allestite all’interno dello spazio museale MUPAC dell’Aranciaia e della Reggia, inoltre come avviene ormai da alcuni anni, gli spazi commerciali della cittadina saranno arricchiti dalla presenza di numerose esposizioni di opere a portfolio.
Come consuetudine il ColornoPhotoLife dà spazio a diversi laboratori territoriali la maggior parte provenienti dall’Emilia-Romagna, ma non solo.
Il festival, organizzato dal Gruppo Fotografico Color’s Light in collaborazione con Antea Progetti, è patrocinato dal Comune di Colorno, dalla Provincia di Parma, dalla Regione Emilia Romagna e FIAF (Federazione italiana associazioni fotografiche) ed è sostenuto da Regione Emilia Romagna e fondazione Cariparma.
Il programma del festival, curato da un comitato scientifico di professionisti ed esperti in ambito fotografico formato da Gigi Montali (Presidente  Color’s Light Colorno), Silvano Bicocchi (Direttore dip. Cultura FIAF), Loredana De Pace (giornalista e curatrice) e Antonella Balestrazzi (Presidente Antea Progetti), sempre più vuole coinvolgere anche altre forme artistiche, per questo durante le tre giornate si alterneranno momenti espositivi di fotografia, proiezione di audiovisivi, presentazioni editoriali, tavoli di letture del proprio portfolio, workshop, concerti musicali e da quest’anno il festival si arricchisce del premio di lettura fanzine Read-Zine, novità assoluta per i festival fotografici italiani.
Anche in questa edizione il festival si avvarrà di prestigiose collaborazioni quali: “Archivio fondazione 3M”, CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione), la rivista Il Fotografo, MUSA fotografia e TTA (Travel Tales Award). Inoltre, quando possibile, le attività saranno trasmesse in diretta streaming.
Da venerdì 26 agosto l’anteprima del festival con quattro mostre e appuntamenti di avvicinamento.
Alle 21 negli spazi del MUPAC (al primo piano dell’Aranciaia, p.le Vittorio Veneto 22) si terrà l’inaugurazione delle mostre fotografiche: la collettiva “Travel World Pics”, una selezione delle migliori opere iscritte al concorso “TWP”, dedicato alla fotografia di viaggio e “Free Down Sindrome” di Chiara Cunzolo, vincitrice del concorso MUSA per donne fotografe 2021 (sezione ritratto), visitabili fino al 25 settembre; “Alberto Sordi, l’umanità fragile” con immagini dall’Archivio fondazione 3M e “Il Mississippi” di William Ferris, uno dei più importanti etnomusicologi americani. Entrambe le mostre visitabili fino al 6 novembre.
Alle 21.30 presentazione audiovisivi dei 16 racconti selezionati dal TTA (Travel Tales Award, https://traveltalesaward.com/award-it ).
A ottobre il clou del festival: venerdì 14 alle 18.30 verranno inaugurate le mostre in Reggia: “Nino Migliori – L’Arte di ritrarre gli artisti” a cura di Sandro Parmiggiani e “La crisi del lago Ciad” di Marco Gualazzini, alla presenza dei due autori. Alle 21 inaugurazione del ColornoPhotoLife al MUPAC con presentazione delle mostre fotografiche allestite.
Sabato 15 (dalle 10 alle 18) e domenica 16 (dalle 9.30 alle 12.30) al MUPAC (Aranciaia) 12o premio portfolio “Maria Luigia”: 11a tappa del Portfolio Italia 2022. Ai tavoli di lettura si alterneranno critici fotografici, photoeditor e fotografi rappresentanti del panorama fotografico Italiano.
Per il programma completo del ColotnoPhotoLife 2022 si consiglia di visitare il sito del Festival www.colornophotolife.it costantemente aggiornato.
PROGRAMMA COLORNOPHOTOLIFE:
 14 ottobre ore 18,30 inaugurazione mostre in Reggia alla presenza degli Autori:
Nino Migliori “L’Arte di ritrarre gli artisti” a cura di Sandro Parmiggiani
Marco Gualazzini “La crisi del lago Ciad”
14 ottobre ore 21,00 inaugurazione festival al MUPAC, con presentazione mostre fotografiche dello spazio MUPAC e Aranciaia,
15 e 16 Ottobre (sabato 10:00 – 18:00, domenica 9:30 12:30) – 12o premio portfolio “Maria Luigia”. 11a tappa del Portfolio Italia 2022: ai tavoli di lettura si alterneranno critici fotografici, photoeditor e fotografi rappresentanti del panorama fotografico Italiano presso MUPAC:
 Lettori Portfolio:
Maria Teresa Cerretelli – Photoeditor, Curatrice progetti di cultura fotografica
Claudia Ioan – Direttrice dipartimento didattica Fiaf
 
15 ottobre ore 11,00 visita guidata alle mostre con Loredana De Pace
15 ottobre ore 15,30 visita guidata alle mostre con Silvano Bicocchi
15 ottobre presso il MUPAC dalle 10,00 alle 17,00 AVLAb a cura del DIAF
15 ottobre ore 18,15 – Incontro con Guido Harari che presenterà il suo ultimo libro: “Remain in light. 50 anni di fotografie e incontri”
16 ottobre al MUPAC (domenica, 9:30 12:30) Premio a lettura fanzine Read-Zine. Tavolo di letture Fanzine composto da:
Isabella Tholozan – Caporedattrice di FOTOIT
Valeria Foschetti – curatrice del progetto La Fanzinoteca
Loredana De Pace- giornalista, curatrice
 
16 ottobre al MUPAC – Presentazione Libri fotografici:
15,30 “L’uomo Fotografico” di Fabiola di Maggio a cura di Silvano Bicocchi
16,15 “I sentimenti dell’acqua”, talk con la visual artist milanese Elsa Lamartina, a cura di Loredana De Pace
17,00 “Sangue Muto” di Anna Campanini, a cura di Laura Manione; intervengono: Paolo Barbaro e Laura Manione
 
16 ottobre ore 18,00 premiazione Read-Zine e Premio Portfolio Italia / Maria Luigia
15-16 ottobre – Bookshop a cura di “SQUARE Books” con libri e fanzine fotografiche
 
Mostre fotografiche dal 15/10 al 13/11
 Sale espositive Reggia di Colorno (ingresso a pagamento)
Reggia di Colorno – Piazza Garibaldi, 26 – 43052 Colorno –  Biglietto intero € 8,00; Biglietto ridotto € 7,00 – Info: www.reggiadicolorno.it – Tel. +39. 0521.312545
Nino Migliori “L’Arte DI RITRARRE GLI artisti”
Di Nino Migliori si possono ammirare 86 opere inedite, quasi tutte ritratti di artisti da lui frequentati, realizzate tra gli anni cinquanta ed oggi, che consentono di ripercorrere, attraverso le diverse tecniche adottate, le ricerche e le esplorazioni del mezzo fotografico condotte nel corso di oltre settant’anni di attività.
Cinque le sezioni: i ritratti in bianco e nero, avviati negli anni ‘50, quando Migliori è a Venezia e frequenta la casa di Peggy Guggenheim, e sviluppati fino agli anni recenti; le immagini a colori nelle quali spesso opera una dislocazione dei piani e talvolta ritaglia le immagini e le ricolloca nello spazio; le sequenze di immagini tratte dal mezzo televisivo e concepite come fotogrammi in divenire; le grandi “trasfigurazioni” (100 x 100 cm) a colori in cui Migliori interviene “pittoricamente” sull’immagine; i ritratti recenti in bianco e nero “a lume di fiammifero”, che applicano alcune sue ricognizioni condotte su sculture “a lume di candela”. Molti sono i protagonisti della scena artistica che i visitatori della mostra riconosceranno attraverso i loro ritratti. 
Marco Gualazzini “La crisi del lago Ciad”
Una grave crisi umanitaria è in corso nel bacino del lago Ciad: oltre due milioni di rifugiati, cinque milioni di persone a rischio di insicurezza alimentare e cinquecentomila bambini affetti da malnutrizione acuta. Due fattori hanno causato quello che il New Yorker ha definito “il disastro umanitario più complesso del mondo”: la desertificazione del lago, che negli ultimi cinquant’anni ha perso il 90% della sua superficie, e il terrorismo di Boko Haram, che ha trasformato il bacino del lago nell’ultima frontiera della jihad in Africa. Il progetto illustra questa crisi, mostrando quale realtà vive la popolazione sulle isole e lungo le sponde del lago, dove le sabbie del deserto hanno sostituito le acque. Descrive l’ospedale di Bol, l’unico nella regione, dove i tre medici che vi lavorano cercano, nonostante la mancanza di fondi e risorse, di tenere sotto controllo la crisi umanitaria. Affronta come si vive nei campi profughi, dove migliaia di persone si aggrappano alla vita, senza possedere null’altro; racconta approfonditamente la storia del gruppo terroristico Boko Haram, attraverso un incontro con ex membri, e in particolare con Halima Adama, una kamikaze sopravvissuta a un attacco suicida da lei stessa compiuto. Questa giovane donna, che ora ha vent’anni, è stata costretta a compiere questa missione suicida a soli diciotto anni. Non è morta nell’esplosione, ma ha perso entrambe le gambe e ora è tornata a vivere con la sua famiglia nel villaggio di Gomirom Domouli. Questa drammatica testimonianza è di vitale importanza per comprendere l’orrore dell’estremismo islamico dal punto di vista di qualcuno che ha fatto parte di quel mondo e stava per intraprendere l’azione più estrema e violenta possibile in nome della causa jihadista.
Sale espositive Museo MUPAC 1° Piano (ingresso libero)
Aranciaia della Reggia di Colorno, piazzale Vittorio Veneto 12 – Orari: sabato e domenica 10,00-12,00 e 15,30- 18,30 – Info: info@colornophotolife.it – Tel. 349 3512737 
“Piena di grazia” di Ilaria Sagarìa vincitrice della 18a edizione di “ Portfolio Italia ”
Penelope, che attraversa il tempo e resiste al dubbio e alla paura.
Pandora, che porta dentro con sé il male del mondo e la speranza del futuro.
Antigone, che con il dissenso chiede pace e giustizia. Circe, votata all’incanto, travolta dal desiderio.
Medea, che sceglie la strada della crudeltà. E Maria, lei, piena di grazia.
Ilaria Sagaria sembra conoscerle tutte queste donne, sembra aver ascoltato con attenzione le loro voci e aver raccolto ognuna delle loro storie per restituircele attraverso il lessico e la consapevolezza dell’arte.
E le storie di queste donne rappresentano la complessità stessa del mondo femminile.
Madre, figlia, dea, maga. Identità diverse e storie diverse, accomunate dal desiderio di mostrarsi ed essere mostrate. Ed è proprio compito di chi utilizza gli strumenti dell’arte scandagliare la realtà, rileggerla, ricrearla e restituirla al mondo con un linguaggio universale.Le sue immagini narrano di fiabe mitologiche, di ritmi ancestrali, della carnalità dei corpi che si svelano al nostro sguardo e della gestualità che porta con sè significati profondi. Non c’è una storia. Le storie sono mille e ancora mille, come quelle di Sherazade.Favole che ci restituiscono la vita. Vita che diventa simbolo. Ed è proprio il simbolo che viene scelto con meticolosa cura in queste fotografie, perché non è oscuro, ma è comprensibile anche se complesso, perché fa parte interamente del nostro stratificato bagaglio culturale ed emotivo che guarda al passato ma vede nel presente… 
“LOVE GIVER” di Simone Cerio vincitore del premio Umane Tracce 2021
Il luogo comune e l’ignoranza mostrano un disabile come un essere incapace di gestire il proprio corpo, e di conseguenza impossibilitato nel tessere rapporti sociali completi. Questa ghettizzazione sessuale non permette uno sviluppo normale e consapevole del proprio io ed un approccio corretto nei confronti dell’universo femminile o maschile che sia. Le pulsioni sessuali costantemente represse e impedite nella loro manifestazione, sia autonoma che relazionale, si risolvono in un costante stress psichico che affligge non poco l’esistenza di chi non possiede autonomia nell’uso del proprio corpo.
In Europa, a metà degli anni ’90, in Olanda, Germania e Svizzera, viene alla luce la figura dell’ “assistente sessuale”, ovvero una persona formata professionalmente nell’approccio a problemi di natura sessuale con persone diversamente abili. In Italia questa figura professionale non esiste ancora. C’è chi combatte questo preconcetto, come Max Ulivieri, con la creazione di piattaforme web di dialogo, blog e siti internet, per ottenere la firma di una petizione che abbia lo scopo di legalizzare la figura dell’assistente sessuale e ne permetta una formazione professionale riconosciuta. 
“COSMI” di Alessandro Gattuso vincitore del premio “Maria Luigia 2021”
Se il corpo è la superficie che funge da cerniera tra interno ed esterno, Alessandro Gattuso ne sottolinea la capacità di farsi territorio liminale tra percezione individuale e sociale, tra rappresentazione e autorappresentazione. I giovani soggetti da lui scelti ingaggiano una relazione con chi li osserva, in primo luogo il fotografo attraverso il suo obiettivo, ma in generale noi tutti che ci sentiamo chiamati in causa da questi sguardi, quasi sfidati a prendere atto di una nudità che non è solo fisica. L’atto del mostrarsi diviene un esercizio di consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza; attraverso il linguaggio del corpo, con atteggiamenti che caso per caso rivelano confidenza o timidezza, sfrontatezza o sottrazione, fierezza o vulnerabilità, percepiamo tutte le sfaccettature di un processo di trasformazione che rifiuta l’idea di bellezza conforme per frammentarsi nelle sue infinite possibilità. I corpi immortalati in pose classiche, che rievocano i fanciulli di Wilhelm von Gloeden (1856-1931) nelle atmosfere idilliache dell’Arcadia, rivelano tutta la loro contemporaneità in un momento storico che cerca di dare un nuovo senso al concetto di “diversità” mettendo in discussione proprio il canone su cui si è fondata l’idea stessa di classico. Questi individui, ognuno con la propria storia, divengono quindi portavoce di un nuovo approccio universale che, nel rifiutare la forzata aderenza a etichette predefinite, rivendica la centralità e unicità del singolo. 
“ALBERTO SORDI – L’UMANITA’ FRAGILE” immagini dall’archivio 3M.
E’ difficile che un attore sfugga all’identificazione con i “suoi” personaggi ed è quindi inevitabile che per il grande pubblico John Wayne sia un cowboy e Peter Sellers uno stralunato commissario di polizia, a prescindere dalle altre figure da loro interpretate.
Di Alberto Sordi si è invece detto che in tutti i suoi tantissimi film abbia messo in scena i limiti antropologici dalla pavidità all’opportunismo – dell’italiano medio di cui sarebbe diventato la più riuscita rappresentazione. Come Spesso succede in questi casi, le semplificazioni contengono un poco di verità ma non la esauriscono perché l’attore romano si è spinto fino a confini ben più ampi sapendo coniugare la
dimensione del grottesco a quella del tragico ma, soprattutto, facendo emergere una capacità interpretativa non certo circoscritta nei limiti della maschera. Per comprendere tutto ciò la fotografia si dimostra un mezzo di grande efficacia nel sottolineare gesti, posture, sguardi tutti da interpretare. Provenienti dall’Archivio della fondazione 3M, queste immagini sono state scattare sui set di molti dei film di cui Alberto Sordi è stato protagonista e, proprio perché si soffermano sui primi piani e su situazioni che potrebbero altrimenti sfuggire, ci aiutano ad entrare nel suo mondo fatto di personaggi dai nomi quasi onomatopeici – Sasà Scimoni, Ubaldo Impallato, Antonio Mombelli – cui sa dare vita con una espressività ogni volta ricca di sfumature diverse. Dietro lo sguardo severo del maestro di “Bravissimo” e quello baldanzoso del maturo provinciale de “Il diavolo”, le espressioni enfatiche dell’incapace imprenditore de “Il boom” e la normalità tragicamente spiazzata di cui è vittima il protagonista de “Il mafioso” si nasconde un’umanità fragile che si muove troppo, ride anche quando non dovrebbe, fantastica imprese che non porterà a compimento, obbedisce alle direttive borghesi più convenzionali e comunque non dimentica mai di indossare giacca, camicia e cravatta. Talvolta, tuttavia, i personaggi di Alberto Sordi non hanno
avuto bisogno di nascondere la loro dimensione tragicamente dolente: per comprenderlo, basta guardare in queste efficacissime fotografie la delusione che si disegna sul volto del protagonista de “Il maestro di Vigevano” o quel gioco di rimandi con Vittorio Gassman grazie al quale disegna uno dei suoi capolavori interpretativi ne “La grande guerra”.
Roberto Mutti
“IL MISSISSIPPI” di William Ferris.
Il sabato, la domenica e i giorni festivi sarà possibile ammirare alcuni degli iconici scatti fotografici di William Ferris, uno dei più importanti etnomusicologi americani.
Classe 1942 e nativo di Vicksburg – nel profondo Delta del Mississippi – William Reynolds Ferris si è fatto notare per la sua continua attività di studioso a favore della ricerca e della cultura del Sud degni USA.
Docente universitario alla Yale è stato nominato da Bill Clinton quale presidente della National Endworment for the Humanities ed è stato co-fondatore del Center for Southern Folklore ed ha all’attivo dieci libri, tra cui “Il Blues del Delta” edito in Italia dai festival Rootsway e dal Mississippi al Po, premiato dalla Blues Hall of Fame e ben 15 film documentari sul folklore del Sud statunitense.
Tra i tanti riconoscimenti ricevuti da Ferris quelli più importanti sono il Charles Frankel Prize in the Humanities conferito dal Presidente USA Clinton, il Chevalier e Officer in the Order of Arts and Letters della Francia e il recente Grammy Awards per i suoi lavori di ricercatore musicale.
Considerato anche come un importante fotografo ha avuto l’opportunità, nella sua lunga carriera, di immortalare alcuni momenti fondamentali della storia del blues americano, soprattutto in quelle terre a Sud della Mason-Dixon Line che hanno una particolare caratteristica che le rende molto simili, geograficamente e culturalmente – con il territorio parmense lungo il fiume Po, come lo stesso Ferris ha potuto constatare nella sua visita avvenuta nell’estate del 2011.
Aranciaia Piano Terra (ingresso libero)
Aranciaia della Reggia di Colorno, piazzale Vittorio Veneto 12 – Orari: sabato e domenica 10,00-12,00 15,30- 18,30
“World Water Day Photo Contest” collettiva a cura di Loredana De Pace
Le migliori fotografie dell’edizione 2022 del World Water Day Photo Contest.
A cura di Loredana De Pace.La creazione di una coscienza sul valore dell’acqua per chi ne dispone, la garanzia di accesso a risorse idriche sicure per chi ne vive quotidianamente la mancanza: questi sono gli ambiziosi obiettivi del World Water Day, la Giornata Mondiale dell’Acqua, istituita dalla Nazioni Unite che ricorre ogni 22 Marzo. Il lions club Seregno AID e lions Acqua per la Vita MD108 Ets fanno proprio questo mandato attraverso il potente strumento della fotografia e organizzano annualmente dal 2017, in cooperazione con UN Water (organismo di coordinamento delle Nazioni Unite per le politiche sulle risorse idriche) il concorso fotografico World Water Day Photo Contest, con l’intento di raccogliere fondi da destinare alle popolazioni bisognose di “Acqua per la Vita”. Con il ricavato delle prime cinque edizioni è stato realizzato in Burkina Faso il progetto umanitario idrico-agricolo “Koom la viim” (L’Acqua è vita).
L’esposizione Water, Making the Invisible Visible composta dalle migliori fotografie selezionate dalla giuria dell’edizione 2022, vuole dare voce a quelle storie nascoste, ma che hanno un urgente bisogno di essere raccontate. Per rendere omaggio a un contesto così importante come il Colorno Photo Life si è scelto di realizzare un viaggio attorno al mondo, dove ogni immagine racconta i diversi aspetti dell’acqua come diritto fondamentale dell’umanità. Per far riflettere il visitatore sugli effetti impietosi della carenza di acqua, dei cambiamenti climatici e della perdita degli ecosistemi nelle varie zone del nostro pianeta.
Ci si affaccia così su una esposizione che, oltre a catturare il pubblico con la bellezza delle immagini, vuole sensibilizzarlo su tematiche ambientali attraverso il potente strumento del reportage sociale. 
“Leaves” di Stefano Sabene a cura di Loredana De Pace
Dai classici greci in poi, la letteratura associa il significato delle foglie a quanto di più effimero e precario, perfetta allegoria della caducità umana. Giuseppe Ungaretti, combattente della prima guerra mondiale, nella sua poesia “Soldati”, esprime questa condizione con gli scarni versi: “Si sta come / d’autunno / sugli alberi / le foglie”. La declinazione fotografica del tema Leaves (foglie, in italiano), progetto del fotografo e compositore romano Stefano Sabene, è prodotta attraverso l’utilizzo di uno scanner, sul quale l’autore ha posizionato una serie di foglie raccolte da terra al termine del loro ciclo vitale. Foglie scelte senza particolare attenzione al dato estetico, perché tutte, “avendo partecipato a quel mistero insondabile che è la vita, hanno pari dignità”, sottolinea l’autore, che prosegue: “La scansione digitale rivela in ogni foglia un armonioso microcosmo, nelle cui nervature sembra riprodursi l’immagine d’un albero intero. Il primo elemento che ho cercato di rendere è l’architettura delle linee portanti, determinata da una geometria variabile a seconda delle essenze, ma che risponde in tutte a una sola funzione: la fotosintesi; linee che finiscono nel frastagliarsi in reticoli sempre più fitti e sottili, generando textures fantasiose, di straordinaria complessità e interesse grafico. Il secondo elemento è il colore, che assumendo le cromie più imprevedibili diventa ulteriore testimone poetico e silenzioso della vita che si ostina a restare ancora con la foglia ritratta”. A Stefano Sabene è sembrato più efficace, ai fini espressivi, individuare dei ritagli delle scansioni originali, evitando una rappresentazione documentaria d’interesse meramente botanico, puntando invece a comporre immagini dai motivi astratti, risultanti di linee, textures, colori e luminanze. L’assenza di acqua, di un supporto nutritivo è assenza della vita stessa e questo progetto, queste Leaves ci raccontano anche di tale condizione. 
Collettive a tema “L’acqua fonte di vita” dei gruppi:
FotoClub Ferrara – “Le forme dell’acqua”
Circolo La Torre –Arcola La Spezia – “…e il fiume scorre…”
Gruppi fotografici Toscani – “Le vie d’acqua della toscana”
Tank sviluppo immagine Forlì – “I fiumi della Romagna”
Circolo Fotografico Petroniano Bologna – “Le voci dell’Acqua”
Collettiva dei soci del GF Color’s Light “Quando l’uomo incontra l’acqua crea la storia” ricerca sul territorio della Bassa est.
Municipio di Torrile (sede San Polo)
Ingresso libero negli orari della sede comunale
“The Village” di Catalina Isabel Nucera
C’è un villaggio circondato da boschi nell’estremo sud della Bielorussia. Proprio vicino alla frontiera ucraina, dritto nel cuore della “zona d’esclusione” che circonda Chernobyl: trentaquattro anni dopo il disastro nucleare del 26 aprile 1986, la sua terra ha una contaminazione di 31 curie per chilometro quadrato, i suoi abitanti – 312, compresi 90 bambini – hanno in corpo ben più di un millisievert (unità di misura dell’energia radioattiva assorbita da organi e tessuti umani), oltre la norma. Eppure, non c’è traccia di controlli. Kirov è un luogo fuori dal tempo: il passato, qui, è troppo pesante da ricordare, e il futuro troppo difficile da immaginare. Il ricordo del disastro rimane nei documenti ufficiali, nei barattoli delle conserve stipati nelle dispense, nel tessuto carnoso dei funghi contaminati da cesio 137 che qui la gente ama raccogliere e mangiare, ma sbiadisce dalla memoria di chi, per continuare a vivere, preferisce dimenticare. The Village è uno sguardo sulla resilienza e l’ostinazione di chi in questo posto fantasma, sulla soglia dell’impossibile, continua a vivere, seppellendo in questa terra i propri morti e piantando sempre in essa i propri semi. La verità è che questo villaggio esiste solo per la sua gente, come se questo fosse l’unico luogo possibile da poter, nonostante tutto, chiamare “Casa”.
 
Collettiva del gruppo Parmafotografica al Negozio piazzale V. Veneto
“Di matrimonio vestita” di La Sullivan al “Turquoise”
“Acqua” di Caleffi Emanuele alla Farmacia Siviero
“Dove finiscono le stelle” – Flavio Ghiretti da Cornici Cristina
“Appunti Benecetesi” di Gianni Mantovani al Bar Rebecchi
“A. In Waterland” di Iara di Stefano al “Recuperando cose care”
“ il fiume” Licia Usuai al Moi Aussi
“Le Cattedrali delle Acque” di Maurizio Ligabue all’A&O
“Acqua che scorre” di Bruno Frazzi da Martani Abbigliamento
“Red Future” di Laura Misurata al bar “I Soliti”
“Fresh” di Sara Fantozzi da Borlenghi
“PER AQAM” collettiva di IDEAIMMAGINE PIACENZA – Alla Venaria
“Goccia dopo Goccia” di Graziano Andreassi al ristorante “Stendhal” di Sacca
“Tra i due Argini” collettiva del Lab. Giovani di Colorno a “la tenda degli argini” di Vedole
“HERBARIO FLUENS”  di Annarita Mantovani all’Oreficeria Mariotti 
ALTRI APPUNTAMENTI DEL DOPO FESTIVAL al MUPAC
21 ottobre ore 21,00 performance musica Jazz e pittura elettronica
22 ottobre, workshop “COME (e perché) FARE UNA FANZINE”, docente Loredana De Pace. A seguire, ore 18,00 presentazione fanzine I(o)sola di Isabella Tholozan
23 ottobre ore 18,00, “ Irlanda IN A LIFETIME, canzoni dalla pioggia” proiezione immagini dj Sandro Pezzi.
6 novembre ore 16,00, premiazione concorso #ILSORRISOCHENONSIDIMENTICA2022
6 novembre ore 18,00, concerto musica Armena
12 novembre ore 17,30 in Venaria: presentazione rivista fotografica “3 di Zero”
19 novembre ore 9,30 – 12,30, visita guidata all’archivio fotografico dello CSAC
19 novembre ore 15,00, in Venaria: conferenza con Silvano Bicocchi “La fotografia artistica nell’epoca della postfotografia” e “La furia delle immagini”
INFO E PRENOTAZIONI: 
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