GAZZETTA DI PARMA 04-10-2022

Sezione: EMILIA ROMAGNA
Flavio Caroli: «Nell'arte di oggi la parola chiave è metamorfosi» - Flavio Caroli «Metamorfosi, chiave dei nostri giorni»
Autore: Rossi Claudia_Olimpia

Teatro Farnese Flavio Caroli: «Nell'arte di oggi la parola chiave è metamorfosi»
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Flavio Caroli «Metamorfosi,
chiave dei nostri giorni»
Il critico ha presentato il suo saggio sull'arte contemporanea
di Claudia Olimpia Rossi
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innamoramento per l'arte contemporanea che Flavio Caroli trasmette è il riflesso del suo. Con la lectio magistralis di ieri, a presentazione della sua nuova opera «I sette pilastri dell'arte di oggi» (Mondadori, pag. 216, euro 28), nel cuore del Teatro Farnese («uno dei luoghi più belli ed emozionanti del mondo»), il grande critico e storico dell'arte ha esaudito, come confermato dall'abbraccio di applausi, un desiderio collettivo. Giancarlo Parisi, presidente del Lions Club Parma Host, che ha organizzato l'evento, gli aveva chiesto infatti una chiave di lettura per capire l'arte moderna. Flavio Caroli, nella lectio moderata dalla giornalista Patrizia Ginepri ne ha date almeno sette, rifratte nella lettura intimamente umana ed elevata a vette siderali dei suoi maggiori esponenti. «Ho scritto questo libro - il suo incipit - perché si sente un sospetto naturale sull'arte contemporanea. Salvo quando poi si legge che un quadro vale cento milioni di euro. Tutto questo non nasce dal
nulla: ci sono dei pilastri in questa specie di tempio». Caroli porta in giro per il mondo, a partire dalla prima guerra mondiale, leggendo la storia attraverso la narrazione, precorritrice, delle opere. Ecco allora l'Action Painting
e le tele di Jackson Pollock. Nasce l'espressionismo astratto, il momento in cui l'arte ha perso dimensione, nella negazione del '400. Peggy Guggenheim - che Caroli incontrò a Venezia: «seduta in audizione come Nefertiti» - aveva fiutato il talento rivoluzionario di Pollock e si fece dipingere un murales in casa: ironia della sorte, la parete di fiamme che introdusse nel sapere contemporaneo il concetto di caos venne installato durante una festa da Marcel Duchamp, colui che aveva dichiarato morta la pittura. Mentre negli Stati Uniti la corrente Informale prendeva così avvio, fatta di gesto, di qua dall'Atlantico il francese Jean Fautrier la declinava in accezione materica. «Siamo soffi che per un attimo prendono forma ma per il resto siamo materia e un po' di energia»: Caroli tesse la narrazione erudita con la filigrana della filosofia. In Italia, a Città di castello, Caroli incontra Alberto Burri, che indica l'orizzonte al limitare del nulla. Julian Schnabel, nel 1979, il pittore e regista statunitense inventa la Plate Paintings, tecnica di cocci rotti. La storia serve in tavola la Pop Art. «Non nasce negli Stati Uniti, ma in Inghilterra, con Peter Blake, autore di quasi tutte le copertine dei Beatles (come On the Balcony, 1955-57)». Caroli ha conosciuto Andy Warhol e ne racconta che gli lasciò la sensazione di «una paura maledetta del nulla, come nella sua opera che sa di morte». Poi incanta con l'interpretazione dei «Papi urlanti» in gabbia o plexiglass di Francis Bacon, emblema della loro difficoltà di comunicare. Caroli accompagna tra le opere di David Hockney - «A Bigger Splash» — e il suo dipingere la luce, le bandiere di Robert Longo, nuovo tipo di figurazione, il territorio dell'avanguardia su cui si avventura Lucio Fontana verso la terza dimensione (proposto «Ambiente spaziale a luce nero»). Ancora: Frank Stella; la natura in mostra di Jannis Kounellis; Giuseppe Penone - «Trattenere 8 anni
di crescita: 2004-12» («una star della mia generazione dell'arte»). La Body Art, nella Londra negli anni Settanta, della pioniera Marina Abramovic', gli amanti di Omar Galliani, Anish Kapoor, «ponte mirabile fra arte d'Oriente e arte d'Occidente», fino agli «antimanieristici» anni Ottanta con Keith Haring. Caroli culmina la sua esposizione tra le sublimi anatomie in trasformazione dell'artista belga Berlinde De Bruyckere. «La parola chiave dei nostri giorni - corona - è metamorfosi, che investe il nostro tempo in maniera eccezionale».

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Flavio Carola >
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