GAZZETTA DI PARMA 12-11-2022

Sezione: EMILIA ROMAGNA
Il mito Indianapolis

Il mito Indianapolis
Al Lions Club Parma Host Andrea Toso della Dallara racconta tra riti e tradizioni la corsa simbolo degli Usa
)) Appassionante serata di motori al Lions Club Parma Host. Ospite del club e del presidente Giancarlo Parisi, Andrea Toso, responsabile della Prestazione e dinamica delle auto da corsa della Dallara. Una conviviale particolarmente interessante a cui ha partecipato come ospite speciale anche Paola Cirani, direttrice della Biblioteca Palatina che ha brevemente ricordato ai soci il processo di restauro dell'antico e tra i più pregiati manoscritti della Divina Commedia effettuato l'anno scorso e conservato nel Complesso della Pilotta. Quest'iniziativa è stata resa possibile dall'apporto del Lions Club Parma Host. A Toso invece il compito di raccontare ai presenti il «mondo Indianapolis» che non è solo un'adrenalinica corsa di auto ma uno dei più importanti eventi contenitori dei valori e della cultura americana. Indianapolis trasuda questi valori. L'ingegnere ha raccontato tutti gli eventi e gli aneddoti che circondano la corsa. Nei giorni precedenti alla gara, ci sono parate con relativi inni dei vari corpi militari, parate per onorare i caduti di guerra e Indianapolis si celebra non in qualsiasi giorno ma addirittura nel Memorial Day! E' il simbolo unificante degli Usa, come anche la bandiera e l'inno. E' seguita oltre 400.000 spettatori, tra coloro che aspettano impazientemente la gara e chi magari non la vede neanche perché troppo impegnato a mangiare ali di pollo fritte, bere birra e visitare supermercati, tutti addobbati a festa per Indianapolis. Tra gli spettatori, vi è abitualmente «mezza Hollywood» e diversi presidenti Usa hanno partecipato alla manifestazione. Girano per i
box oppure si fanno un giro di pista con un'auto da corsa bi-posto. e' capitato facessero due chiacchiere con lo storico sacerdote che diceva messa, per poi scoprire che era un meccanico! La pista di Indianapolis nasce nel 1909 e fu inaugurata nel 1911 da 5 imprenditori: Allison, Fischer, Wheeler, Newby e Henry Ford, poi rimosso dall'albo dei fondatori per presunte simpatie naziste anni '30. Fu costruita con un fondo stradale in mattoni (da qui il soprannome Brickyard dato al circuito, letteralmente il campo di mattoni) in quanto lo scopo iniziale era di sollecitare e quindi testare gli ammortizzatori delle auto da corsa (più che da corsa, all'inizio si testavano le macchine normali da strada, era una pista di prova, oggi la chiameremmo proving ground). Successivamente stratificazioni portano a una pista con fondo di catrame ma una striscia dei mattoni originali è stata mantenuta. All'inizio fino agli anni 30 non c'erano tribune: oggi le tribune circondano praticamente tutta la pista, a parte un tratto lasciato per alcune buche del campo da golf (ce ne sono quattro all'interno della pista...). È tradizione che i piloti bacino la strada in segno di riverenza e per scaramanzia. Prima della gara, i piloti baciano e salutano le famiglie perché correre a quelle velocità è tuttora estremamente pericoloso. Parlare di Indianapolis significa parlare di velocità lunga una pista che occupa un'area vastissima più del doppio della Città del Vaticano e dove le velocità in curva raggiungono i 345km/ora mentre sui rettilinei si sfreccia a 380 km /ora Tutto questo con distanze tra le auto che non raggiungono il mezzo metro! Prima della gara vi è il volo della bandiera americana che non deve toccare terra e il National Anthem, con il sorvolo di jet. II giorno della gara, il pubblico entra alle 6 e seguono una gara al cardiopalma per oltre 3 ore e mezza in quanto la competizione è su una distanza di 200 giri pari a 800 km. Il vincitore viene premiato con una corona di fiori e con una bottiglia di latte poiché al momento della costruzione all'inizio del XX secolo una latteria era accanto alla pista e divenne sponsor e lo è tutt'ora. Il primo classificato vince un milione e mezzo di dollari e viene presentato alla coppa d'argento fissa perché pesa 70 kg di argento e viene guardata a vista 24 ore su 24. Dopo ogni gara, sulla coppa viene applicato u6n bassorilievo del volto del viso del vincitore. Oggi, Indianapolis è inserita nel registro nazionale siti storici. Toso ha spiegato il coinvolgimento della Dallara con Indianapolis nel 1997 dove ha ottenuto la prima vittoria l'anno successivo. Dal 2006, Dallara è unico costruttore delle scocche di Indianapolis. II presidente Giancarlo Parisi ha ringraziato a nome dell'intero Parma Host per la brillante iniziativa e ha regalato un piatto commemorativo del Club. La serata è proseguita con l'ingresso di un nuovo socio presentato dal professor Giacomo Rizzolatti e con la consegna di un premio al Governatore Cristian Bertolini.

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Corsa Llons leggendaria Andrea Toso La gara di della Dallara Indianapolis e Giancarlo è seguita Parisi, da 400mi1a presidente spettatori: del Lions tra loro Club Parma anche Host. tanti divi di Hollywood.

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