RESTO DEL CARLINO CESENA 11-02-2023

Sezione: EMILIA ROMAGNA
Camerieri speciali non vedenti alla ritrovata 'Cena al buio'
Autore: Alessandrini Andrea

Hanno servito ai soci del Lions al ristorante Cerina
Camerieri speciali non vedenti alla ritrovata 'Cena al buio'
Protagonista l'Unione Ciechi territoriale per favorire la reciproca inclusività. II presidente: «Ci siamo sentiti più vicini l'un l'altro»
OLTRE LA VISTA
Il simposio si è svolto in una sala oscurata per condividere la identica condizione
di Andrea Alessandrini
Tre camerieri speciali sul serio, Vanni, Sandro e Fabrizio (centralinista, negoziante di ferramenta e non più occupato) - non vedenti e ipovedenti dell'Unione Ciechi di Forlì-Cesena - hanno servito ai tavoli nella sala priva di luce alla prima 'Cena al buio' ritrovata dopo la pandemia, promossa insieme al Lions Club Cesena. L'ortotista Maria Teresa Tartaglia, che ha lavorato al Bufalini, si è intrattenuta durante il simposio a conversare sul vissuto dei non vedenti con i 26 ospiti al ristorante Cerina di San Vittore e la titolare Alessia Torri ha accudito l'evento con la premura non solo gastronomica che si riserva ai parenti a casa propria. Il presidente dell'Unione Ciechi, Fabio Strada, si è seduto a
tavola con il presidente del Lions Club Cesena Marco Dalla Rosa e, se non la vista, per tutti i partecipanti al simposio protagonisti sono stati tutti gli altri sensi, gusto in testa e incluso il sesto: quello dell'intuizione, dell'immaginazione e dell'empa tia che travalicano i limiti sensi bili della fisica. All'ingresso del ristorante sono state impartite le istruzioni: spenti cellulari e orologi digitali, ci si è indirizzati due alla volta, facendo il trenino come i bambini, in uno stretto passaggio verso i tavoli nella sala senza luce. Dopo lo spaesamento iniziale - per alcuni anche lieve senso di oppressione - tutto è diventato più naturale. I servitori hanno portato le pietanze porgendole alla destra dei convitati e chiedendo ai serviti collaborazione per l'accoglimento del piatto. Si sono quindi condivisi ad alta voce cibi ed ingredienti assaporati nelle oscure portate e c'è chi tra i camerieri ha raccontato
come ha perso la vista, senza imbarazzo, in un clima familiare, al punto che è stata pure lanciata qualche canzone, ma senza che apparisse irriverente. E i fili di chiarore filtranti dalle fessure sono sembrati quasi un disturbo, a infrangere l'incantesimo. «Una serata reciprocamente inclusiva - ha commentato il presidente dell'Unione ciechi di Forlì Cesena -; prima del Covid ne avevamo tenuta una simile alla parrocchia dell'Osservanza. I nostri iscritti sono 180, e siamo 36mila in Italia. La sede è a Forlì, con recapito all'Auser in via Serraglio a Cesena. Svolgiamo servizio a domicilio ai bimbi ipovedenti e siamo in contatto con il 'Diego Fabbri' di Forlì per l'audio-descrizione degli spettacoli teatrali. Specie quando si perde la vista in età avanzata, il problema è l'isolamento sociale che contrastiamo aprendoci al territorio». «Un'inedita cena al buio, ma un buio luminoso nella vicinanza sperimentata da ambo le parti», ha osservato il presidente del Lions Club Dalla Rosa.
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Alcuni protagonisti della 'Cena al buio'

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