RESTO DEL CARLINO MODENA SPECIALE CARPI DA VIVERE 07-03-2023

Sezione: EMILIA ROMAGNA
Ushac in campo per uno sport senza barriere
Autore: Setti Davide

Ushac in campo per uno sport senza barriere
Dal basket al volley integrato, l'associazione è nata nel 1986 da un gruppo di genitori di ragazzi disabili e volontari: 80 i tesserati
E' nata 37 anni fa per rispondere alle esigenze dei ragazzi disabili di avere una vita sociale gratificante, attraverso l'attività sportiva e di comunità, e aiutare le loro famiglie a prevenire situazioni di isolamento. Da quel lontano 1986, quando un gruppo di genitori e volontari guidati da Armando Violi diede vita all'Ushac di Carpi (Unione Sportiva Portatori di Handicap), l'associazione è diventata un punto di riferimento imprescindibile. Il piccolo gruppo iniziale ora è diventata una grande famiglia con oltre un'ottantina di tesserati, da sempre affiliata al Centro Sportivo Italiano di Carpi, capace di dare un'offerta a trecentosessanta gradi, come racconta il presidente Carlo Alberto Fontanesi, che nel 2009 ereditò il timone proprio da Violi. «A metà anni '80 alcune famiglie portavano i ragazzi a Modena - racconta - dove c'era già un primo esperimento per i portatori di handicap e così venne l'idea di fare qualcosa anche a Carpi. Da subito ci fu grande fermento, dal 1987 organizzammo una gara di atletica che richiamava oltre una ventina di società da tutto il Nord che poi è stata sospesa per il Covid, ma speriamo
a breve di poterla riproporre». Il ventaglio di attività sportive che propone l'Ushac è molto ampio, con i ragazzi stanno partecipando ai due campionati regionali Csi di basket integrato e volley integrato, con un paio di gare al mese sia in casa (presso la palestra del Liceo Fanti dove si svolgono anche i due allenamenti settimanali al lunedì e al giovedì e l'attività ludico motoria) che in trasferta. «Nel basket integrato - prosegue Fontanesi - si gioca in 4 ragazzi più un allenatore che però non può tirare a canestro. Fino al 2020 partecipavamo al 'baskin', il basket inclusivo, in cui normodotati e disabili giocano insieme e può coinvolgere anche chi ha handicap gravi che non gli permettono di muoversi, ma dopo il Covid l'attività si è fermata. Nel volley integrato invece giocano due atleti normodotati e quattro disabili, ma solo quest'ultimi possono mandare la palla nell'altro campo. Per i ragazzi con problemi di autismo, che quindi hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri e fare giochi di squadra, abbiamo mantenuto le attività di nuoto e atletica che possono essere compiute anche individualmente». L'Ushac - che ha una cinquantina fra consiglieri, volontari ed educatori - ha la sede amministrativa presso la Casa del Volontariato di viale Peruzzi e un quartier generale «operativo» presso il circolo «Loris Guerzoni» dove in estate viene svolto il Centro Estivo, una delle tante attività parallele a quelle sportive. Come il dopo scuola per i ragazzi della scuola secondaria di primo e secondo grado, con 25 ragazzi iscritti, l'organizzazione di gite (a Pasqua è prevista quella in Valsugana), feste, cene e pranzi sociali, oltre al coro «Ushac Arcobaleno» con la pratica della musicoterapia. «Abbiamo ragazzi di tutte le età - conclude Fontanesi - dai più giovani di 12 anni, fino ad arrivare anche ai 'fedelissimi' oltre i 70 anni che sono con noi da tanto e praticano ancora sport. I bandi, l'autofinanziamento, la generosità della Fondazione Cassa di Risparmio o del Lions ci permettono di andare avanti. Le soddisfazioni sono tante, la più grande rimane il sorriso dei nostri ragazzi e lo stupore delle loro famiglie che ogni volta che li vedono in campo scoprono un lato nuovo dei loro figli».
Davide Setti

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Da sinistra la squadra di volley e la squadra di basket dell'associazione Ushac

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