GAZZETTA DI PARMA
26-03-2023
Sezione: EMILIA ROMAGNA
Marchesi e il potere della bellezza: «Arte e cultura ci curano»
Autore: Bertoncini Antonio
Lions L'appassionata lezione del neurologo
Marchesi e il potere della bellezza: «Arte e cultura ci curano»
«Abbiamo bisogno di un neo Rinascimento»
)) In una società liquida, omogenea, dominata dai social e caratterizzata dalla volatilità delle relazioni umane, che genera timori e incertezze sul futuro, parlare di bellezza è un'operazione coraggiosa. Il coraggio non è mancato al Lions Club Montechiarugolo, guidato da Gentian Alimadhi, che ha invitato Gianfranco Marchesi, docente dell'Università di Parma, a tenere una conferenza sul tema «La neuroestetica: la bellezza che cura». E lo ha fatto nel luogo giusto, dove la bellezza è di casa da cinque secoli, nella biblioteca di San Giovanni Evangelista, presentata da Paola Maccioni. Cosa sia la bellezza, lo ha spiegato in oltre un'ora di appassionata e apprezzatissima lezione Gianfranco Marchesi, psichiatra e neurologo, «che - ha sottolineato Andrea Mosconi introducendo l'incontro - fa di simpatia ed empatia i primi strumenti di cura». Marchesi ha affermato che, come dice Kant, «la bellezza è semplicemente ciò che piace». Ma è anche un meccanismo estremamente complesso, che ha impegnato filosofi e studiosi dall'età arcaica a Hegel. Oggi la si legge come prodotto del dialogo fra filosofia e neuroscienze, perché bisogna mirare al vero partendo da ciò che viene provato. «Parliamo di neuroetica - ha spiegato lo studioso - perché sappiamo che sentimenti come giustizia, equità e diritti sono iscritti dentro il nostro cervello, anche se vanno coltivati con l'autostrada della ragione. A Parma il professor Rizzolatti ha scoperto i neuroni specchio, cellule che fanno da ponte fra soggetto e osservatore, creando empatia. E' il nostro tesoretto dei neuroni dalla nascita, che ci fanno entrare nelle pagine di un libro o davanti allo schermo di un cinema. Il nostro cervello - ha spiegato - è diviso in aree che interagiscono. La retina capta le immagini, il cervello ci legge il mondo in esse contenute. E ognuno lo legge a modo suo. Fra le aree c'è quella del sistema limbico, oscura e irrazionale, che alimenta la passione e controlla e indirizza le nostre emozioni, che ci fa vivere l'ambiguità di un quadro di Vermeer e ci dà una lettura soggettiva delle opere degli impressionisti o della Pietà Rondanini». L'arte è la comunicazione della bellezza «che dialoga
con la razionalità, entrando nei bassifondi della mente, e Leonardo ne è stato l'interprete più fedele». Alla luce di queste considerazioni, Marchesi ha quindi spiegato la «sindrome di Stendhal», che ha provocato al romanziere francese una crisi di panico dopo aver visitato i monumenti funebri in Santa Croce e ha portato l'esempio di un ragazzo che ha scoperto la sua omosessualità davanti al Giovane Bacco di Caravaggio. Ha quindi spiegato che l'arte esercita una importante funzione terapeutica, tanto che «la Primavera del Botticelli e le ballerine di Degas elevano la soglia del dolore, che invece precipita con l'Urlo di Munch». La potenza dell'arte entra anche nell'industria: Pietro Barilla, grande collezionista, disse che «cultura e arte racchiudono messaggi da condividere, emanano calore che fa guardare avanti, descrivono anima e tormenti umani, ci invitano a guardare il mondo con gli occhi degli artisti». «E' un neo Rinascimento quello di cui abbiamo bisogno, che ci aiuti a ritrovare emozioni e sentimenti», è la conclusione di Marchesi.
Antonio Bertonclnl
***
La conferenza Gianfranco Marchesi ha tenuto una lezione sul tema: «La neuroestetica: la bellezza che cura».
Biblioteca di San Giovanni In alto, Gianfranco Marchesi, neurologo e psichiatra, docente dell'Università di Parma. Qui a lato, da sinistra, Alimadhi, Maccioni, Marchesi e Mosconi.
***
#s#28 #t#1 #c#Parma#c#