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30-05-2023
Sezione: WEB
«Noi del Rondani 48 ore senza telefono E siamo stati bene» - Gazzetta di Parma
Gazzetta di Parma
«Noi del Rondani 48 ore senza telefono E siamo stati bene»
di Anna Pinazzi
30 Maggio 2023, 13:22
Riuscireste mai a stare 48 ore senza telefono? Gli studenti del Rondani ci hanno provato, accettando la sfida lanciata dal Lions Club Distretto 108 Tb, con Lions club Maria Luigia. Una sfida prima di tutto con se stessi, lo dice anche il nome: «Challenge4me», per riflettere sul proprio rapporto con il cellulare, con la continua connessione, monitorare se, distanti dal dispositivo, i propri comportamenti ed emozioni cambiano. Ma attenzione: «Non è un modo per criticare le nuove tecnologie, bensì un’occasione per capire come usarle in modo consapevole» fanno sapere i promotori del progetto, fra cui Eugenio Garavini, officer distrettuale Lions e la presidente Lorenza Beltrami.
Gli studenti che hanno aderito volontariamente alla sfida, circa ottanta, hanno dovuto sigillare per 48 ore il proprio smartphone in un sacchetto ed è stato richiesto loro di compilare due questionari per contribuire al progetto di ricerca scientifica sperimentale curato dal prof Krzysztof Szadejko della Fondazione Ceis onlus, che ha presentato i dati del progetto la settimana scorsa nell’aula magna del Rondani. «Gli obiettivi della ricerca sono di esplorare alcuni atteggiamenti nei confronti del cellulare fra gli alunni delle superiori ed esplorare l’impatto dell’assenza del cellulare nella vita quotidiana dal punto di vista psicologico» fa sapere Szadejko. Tra le tante cose, è emerso, per esempio, che si è abbassata l’età di acquisto del primo cellulare: il 2,5 per cento ha dichiarato di aver avuto il primo cellulare prima dei 7 anni; o che il 55 per cento non spegne mai il telefono durante la giornata, neanche di notte. Una volta spenti i telefoni, però, come sono andate le 48 ore off-line? L’esperto ha raccolto le risposte degli studenti: «Bene» e «molto bene» sono quelle più frequenti. Quel tempo fatto di disconnessione dalla vita on-line è stato per molti un momento di riconnessione totale alla vita di tutti i giorni. Alla domanda «cosa hai fatto in questo periodo senza cellulare?», le risposte più frequenti riguardano la sfera sociale: «Ho praticato sport», «più incontri», «tempo passato con gli amici», «ascoltato musica», studiato, dormito, letto. Le difficoltà riscontrate riguardano, più che altro, la scuola e l’organizzazione della socialità: se il voto della verifica si può guardare sul registro elettronico, così come i compiti e le materie del giorno dopo, se per incontrarsi al parco basta un messaggio su Whatsapp, la vita senza cellulare va rivista, ricalcolata.
Così si iniziano a tessere nuove relazioni, si inizia a pensare come fare le cose diversamente. E i ragazzi e le ragazze del Rondani che hanno partecipato alla sfida «si sono impegnati molto e hanno potuto contare sul supporto dei docenti, in particolare Enrica Baruffa e Rosa Livia La Monaca - aggiunge la preside Lucia Ruvidi -. Una sfida, quella di Challenge4me, davvero importante al giorno d’oggi, perché stimola i giovani a un uso responsabile della tecnologia, in modo da non esserne schiavi, ma protagonisti».
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