RAVENNANOTIZIE.IT 07-09-2023

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Vent'anni di Dormitorio Re di Girgenti. Carla Soprani: "Questo luogo è ricchezza per tutta la comunità di Ravenna" - RavennaNotizie.it

Ravenna
“Sarò in grado di farcela?” Era questa la domanda che frullava nella mente di Carla, la prima sera in cui venne aperta la porta del Dormitorio per senza fissa dimora di Via Mangagnina, nel Borgo San Rocco a Ravenna. Era l’8 febbraio 2003. Con lei c’era anche un altro volontario, Francesco Morra. Entrambi si chiedevano “Cosa si aspettano da noi queste persone? Ce la faremo?”. Il primo ospite della struttura fu un macedone. La sera successiva arrivarono anche due italiani. Poi bussarono dei senegalesi. Giorno dopo giorno, quella casa in Via Mangagnina è diventata un punto di riferimento importante per migliaia di persone, in cerca di aiuto.
Carla Soprani è una signora minuta, piccola di statura. È la presidente del dormitorio Re di Girgenti e volontaria storica del Comitato cittadino antidroga di Ravenna. Per gli ospiti di Via Mangagnina lei è “mamma Carla”. A guardarla sembra impossibile che lei riesca a tenere testa a tutti e invece le basta uno sguardo per ristabilire l’ordine e far rispettare le regole. Potrebbe essere un personaggio di un romanzo sociale, uscito dalla penna di Dickens o di Zola. È il cuore e l’anima della struttura, che dirige da due decenni assieme a operatori e volontari.
“Vent’anni sono un bel traguardo e avevamo pensato di festeggiarlo con un’iniziativa a maggio, ma poi è arrivata l’alluvione e negli stessi giorni, il 22 maggio, è morto mio marito Gianremo (Bassini, vicepresidente del dormitorio e volontario storico del Comitato, ndr) e quindi abbiamo deciso di rinviare. Salvo nuovi imprevisti, vorremmo fissare una data tra la fine di ottobre e la metà di novembre. Sarà un’occasione per ringraziare tutta la città e le persone che in questi anni sono state vicine al dormitorio” spiega.
Carla, che è anche la memoria storica del Re di Girgenti, ricorda quei primi mesi: “All’inizio era un semplice dormitorio, con 21 posti letto. Le persone entravano a partire dalle 18.30 e uscivano la mattina dopo, entro le 8.45. La sera gli preparavamo la cena, che era sempre un piatto di pasta”.
Diario del Dormitorio
Quando venne aperto Re di Girgenti, struttura di accoglienza sociale per persone a bassa soglia, non tutti i residenti della zona ne furono contenti. “Ricordo uno striscione che venne appeso su una cancellata: c’era scritto “Attenti al padrone” e raffigurata la sagoma di una figura con un’arma. Ma poi, con il passare del tempo, i rapporti sono molto cambiati, in meglio – assicura Carla -. Posso dire che siamo andati per gradi e che abbiamo cercato di lavorare sia all’interno, con le persone che ospitavamo, che all’esterno della struttura, con chi aveva delle perplessità. Forse all’inizio non a tutti era chiaro che un dormitorio significa sicurezza, perché offre accoglienza a chi altrimenti passerebbe la notte per strada”.
“Noi, come Comitato Cittadino Antidroga di Ravenna, venivamo da esperienze dell’Unità di strada. Il nostro spirito d’accoglienza era nato là, poi il Comune di Ravenna e il Consorzio dei servizi sociali ci chiesero di gestire un dormitorio per senza fissa dimora a Ravenna. All’inizio partimmo assieme al CEIS e Saman di Sant’Alberto, poi con il passare degli anni è subentrato il Gruppo Arcobaleno di Russi. Ma dal 2004 siamo rimasti solo noi del Comitato” racconta Carla.
“20 anni non sono un giorno e, per fortuna, abbiamo potuto contare sulla collaborazione di tanti operatori, tanti volontari e tante realtà che ci hanno dato una mano. Anche oggi, sebbene in numero inferiore ad un tempo, abbiamo tante persone che collaborano con noi” assicura Carla, che poi sottolinea: “qui tutti gli ospiti della struttura, soprattutto quelli che non hanno alcuna occupazione, partecipano in maniera attiva come volontari facendosi carico delle pulizie, della preparazione della cena e della manutenzione dello stabile. Ognuno qui è invitato a fare qualcosa, in modo tale da dare una mano e rendersi utili“.
Parlando degli ospiti del dormitorio, che vanno dai 18 anni di età agli over 60, Carla sottolinea che, rispetto al 2003, le cose sono molto diverse: “In percentuale oggi abbiamo più italiani che stranieri. Nei primi anni, le persone che accoglievamo restavano con noi quattro o cinque mesi, poi trovavano lavoro e quindi un posto in cui vivere in autonomia. A partire dal 2018 abbiamo registrato un cambiamento che negli ultimi anni è in continuo peggioramento: trovare lavoro e un posto da chiamare “casa” è un’impresa, quindi la durata della permanenza qui raddoppia e triplica. Alcuni sono ragazzi davvero in gamba, che sono riusciti anche a trovare un lavoro, ma a cui nessuno vuol dare un posto in cui vivere, neppure in coabitazione. E purtroppo questo capita in particolar modo ai ragazzi stranieri”.
Carla sottolinea anche altre tipologie di ospiti: “Abbiamo anche persone gravemente malate, che sono da noi in appoggio, in attesa di essere sottoposte ad un intervento; altri sono seguiti dal Centro di Salute Mentale. Abbiamo tre posti letto destinati a donne, sempre occupati. E poi c’è chi ha dovuto affrontare problemi di alcol o droga. Noi accogliamo tutti. C’è il filtro che viene fatto dai Servizi Sociali, che assegnano il posto letto a chi fa domanda ma abbiamo anche gli ingressi in emergenza, il sabato e la domenica, se abbiamo un posto letto libero”.
Alla domanda “Quante persone avete accolto in questi 20 anni?” Carla si mette a ridere. “Non mi è mai passato per l’anticamera del cervello di prendere la calcolatrice e di fare la somma! Ma lo farò, abbiamo i numeri anno per anno. Sicuramente sono state migliaia di persone“.
Con il passare degli anni i servizi offerti da Re di Girgenti sono aumentati: “Abbiamo le docce e il servizio lavanderia, anche per gli esterni che ne hanno bisogno. C’è il libero accesso, per ricevere una sportina per cena, da consumare a casa propria. Nel mese di luglio abbiamo distribuito 970 cene – sottolinea -. Poi c’è anche il pacco alimenti, che viene consegnato una sola volta a settimana, alle famiglie segnalate dai Servizi. Da qui mai nessuno se ne va a mani vuote, senza niente, perché qualcosa da mangiare lo riusciamo sempre a dare”.
Carla, con affetto, racconta di padri di famiglia che passano là, per chiedere un aiuto da mettere a tavola. “Abbiamo messo dei giochi, nel giardino all’esterno, così i bambini possono anche divertirsi, mentre noi prepariamo le sportina da consegnare ai genitori”.
Tutte le persone che attraversano quella porta hanno un passato difficile o un presente fragile. “Con tutte cerchiamo di creare un legame. Con alcune diventa molto forte e spesso capita che, superato il momento di crisi, a distanza di anni passino qui solo per un saluto. Ho avuto un bellissimo rapporto con tutti – assicura -. In pochi mi hanno fatta arrabbiare, anche perché tutti noi abbiamo sempre cercato di comprendere la situazione che i nostri ospiti stavano vivendo. Ciascuno ha una storia tutta sua, senza lavoro, senza casa, e qui devono cercare di ricostruire la propria identità, per poi riprendere il cammino e andare avanti con le proprie gambe”.
“Per me Re di Girgenti è un punto di arrivo della città, con le sue ombre e i suoi raggi di sole. Tutti noi, operatori e volontari, abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio, perché la città è anche di chi è in difficoltà e crediamo che un luogo come questo sia una ricchezza per la comunità di Ravenna”.
“In questi 20 anni, tante realtà ci sono state vicine. Dalla Caritas, ai Rotary club e Lions Club, e tantissime associazioni del Terzo Settore, oltre alle istitutizioni. Solo per fare un esempio, quando ho qualche difficoltà con un ospite che arriva dal continente africano mi basta fare una telefonata a Charles Tchameni dell’Associazione Il Terzo Mondo e lui arriva subito. Ci aiutano anche tante realtà della grande distribuzione, che ci donano prodotti prossimi alla scadenza, che poi noi utilizziamo per la preparazioni delle sportine e delle spese settimanali”.
Carla conclude: “Re di Girgenti è una grande ricchezza per tutta Ravenna, perché chi ha bisogno sa che qua può sempre venire. La nostra porta è sempre aperta”.
Carla, al centro, durante una visita del Prefetto De Rosa
Nel 2015 Carla Soprani ha ricevuto ‘L’Ordine al merito della Repubblica Italiana’, su proposta del sindaco Fabrizio Matteucci, che sottolineò “Carla guida con amore ed efficacia il Re dei Girgenti che è un dei tesori delle politiche sociali e del volontariato della nostra città. È una realtà e un simbolo delle energie di Ravenna che, anche dentro una crisi infinita, non perde la propria umanità prendendosi cura dell’umanità più sofferente. Carla è una persona bellissima: la prima cosa che ha detto subito è che considera questa alta Onorificenza dedicata non a lei ma a tutti i volontari. È anche così cara Carla”.
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