RIPARTELITALIA.IT 18-09-2023

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Silvia Ghione, imprenditrice tessile: "Bisogna colmare la distanza tra i giovani e il mondo del lavoro" | L'intervista

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Osservatorio
Imprese, territorio, giovani e futuro: sono questi gli argomenti di cui abbiamo parlato con l’imprenditrice Silvia Ghione, imprenditrice tessile nella provincia biellese, ascoltata per noi da Antonietta Scala.
Dr.ssa Ghione, grazie per la sua disponibilità. Partiamo dalla sua attività: lei è un’imprenditrice che lavora nel tessile. Qual è lo stato di salute di questo settore? Quanto hanno influito la pandemia e la guerra nella vostra capacità produttiva?
Dopo un ottimo 2022, dove si è recuperato il fatturato pre-pandemia con una ripresa soddisfacente (almeno per i primi sei mesi del 2023), ora il futuro si presenta più incerto che mai, in chiaroscuro direi, a causa dell’insicurezza economica dei mercati che viene percepita dai consumatori finali: inflazione, rialzo dei tassi, guerra in Ucraina, certamente non spingono a fare investimenti importanti. L’Italia è un Paese esportatore ed è importante capire quale sarà l’evoluzione dei mercati: la Cina, ad esempio, è un mercato molto importante e bisognerà capire quali conseguenze avrà la crisi economica e come verrà gestita; le sanzioni alla Russia non aiutano a vendere il made in Italy su quel territorio.
Quali sono le sfide che ora si trova ad affrontare il settore tessile, tra inflazione, rialzo dei tassi e competitors stranieri?
Le sfide (nel futuro) si presenteranno in maniera sempre più veloce; perciò, bisognerà affrontarle “allenandosi” sin d’ora ad essere il più duttili e versatili possibile, cercando di comprendere e reagire con immediatezza alle richieste dei mercati internazionali.
È sempre una bella notizia incontrare un’imprenditrice donna, una persona che come lei riuscita a superare il gender gap che ancora caratterizza il mondo del lavoro in Italia. È stato per lei un percorso difficile quello fatto per arrivare dove è adesso?
Il mondo imprenditoriale, ancora oggi, è riservato per lo più agli uomini. Non mi sono mai sentita limitata dall’essere donna, ma è stato sicuramente molto impegnativo conciliare lavoro e famiglia, non volendo per nessuna ragione rinunciare ad essere donna, moglie e madre. Innegabilmente non è stato facile.
Parliamo ora dei progetti da lei portati avanti a favore dei giovani. Cosa fate concretamente per poter aiutare i giovani nel loro cammino verso l’inserimento nel mondo del lavoro?
Credo fortemente nei giovani, sono il nostro futuro e mi sono molto adoperata per cercare di mantenere quel “patto generazionale” che dovrebbe esserci tra chi si è già affermato e chi incomincia ora il suo percorso. Mi sto attivando moltissimo in questa direzione: c’è assoluto bisogno di “connettere” il mondo del lavoro con il sapere, le competenze che si possono acquisire con percorsi formativi che aiutino ad indirizzare le scelte dei giovani e a prepararli in tempi brevi all’inserimento nella vita lavorativa. Non è facile perché nel momento storico che viviamo, il gap tra le generazioni sembra quasi insormontabile, tante e veloci sono state le innovazioni tecnologiche.
Risulta più difficile trasmettere la nostra saggezza e le nostre competenze ai nativi digitali ma ritengo fondamentale che continui ad esserci questo passaggio di conoscenze che potrà avvenire solo attraverso la formazione. È di qualche giorno fa la notizia, che ho accolto con molto favore: Biella è stata scelta per ospitare la prima edizione della Summer School “Fashion Media Studies” progettata dall’Università di Torino di concerto con Città studi e si sta pensando anche a un triennio di laurea magistrale dedicato alla moda. Tutto questo potrebbe far sì, mi auguro, che Biella diventi leader del settore tessile anche a livello internazionale alla pari di altri settori del Made in Italy.
Da poco sono stati pubblicati i dati del Rapporto Invalsi 2023 che evidenziano un peggioramento della qualità degli studenti di tutti gli ordini e gradi di studio. Riscontrate anche voi difficoltà con i ragazzi che incontrate?
In effetti si riscontra un livello educativo insoddisfacente e i giovani sono lontani dal mondo del lavoro. Per questo non mi stancherò mai di dire che bisogna investire maggiormente nella scuola, nell’università e, soprattutto, nella formazione professionale. I giovani, oggi, hanno maggiori difficoltà nell’individuare e dare valore alle proprie inclinazioni: la pandemia poi, costringendo loro alla didattica “da remoto”, ha contribuito a peggiorare la qualità dell’istruzione ed ha lasciato disorientamento e confusione. Bisogna motivarli, a mio avviso e fortunatamente l’offerta formativa che si va profilando, costruita d’intesa con noi imprenditori locali che siamo, direi, interlocutori fondamentali del territorio, va proprio nella direzione di orientare e valorizzare le capacità delle giovani leve.
Proprio sui giovani nasce la sua attività con Città Studi di Biella, una realtà fondata dall’associazione di alcuni imprenditori biellesi per lo sviluppo dell’industria locale. Cosa ci può dire al riguardo?
Città Studi è una realtà formativa molto importante per lo sviluppo del territorio. Si è appena concluso un accordo con l’Università degli Studi di Torino che prevede, come dicevo, corsi di laurea tenuti a Biella, senza mai tralasciare, però, l’offerta di formazione tecnica (Accademy regionali) che rimane un caposaldo. Insomma, l’obiettivo è quello di formare figure che sappiano interagire con la realtà del territorio ed essere al tempo stesso competitive, pronte ad affrontare le sfide anche a livello internazionale.
Quanto è importante dare valore alle imprese locali e garantire ai giovani un futuro lavorativo nella loro terra di appartenenza, senza vederli andare altrove o all’estero per trovare opportunità lavorative?
Nel Biellese purtroppo rispetto a qualche decennio fa, mancano i giovani: c’è anche il tema della denatalità, come peraltro in altre regioni d’Italia. Le imprese, infatti, hanno difficoltà a trovare personale, non solo per la mancanza di candidati, professionalmente preparati, ma anche perché la platea degli under 30 si sta riducendo sempre più. I giovani una volta diplomati o laureati, vanno via, lasciano la piccola realtà di provincia, ritenuta ormai poco competitiva. Io penso che le nuove prospettive (nuovi corsi di studi) che si stanno aprendo, porteranno anche un arricchimento culturale ed un miglioramento della qualità della vita tali da poter “trattenere” i giovani sul territorio.
Anche nella veste di neo-Presidentessa del Lions club, sta organizzando un evento dedicato ad Amedeo Avogadro, uno scienziato biellese di fine ‘700, dal titolo “Conoscere il passato per affrontare le sfide del futuro”. In cosa consiste l’evento e cosa si prefigge di ottenere a livello locale con questa iniziativa?
 Ritengo che sia utile e doveroso impegnarsi anche nel sociale, per questo ho indirizzato anche la mia attività di Presidente del club Lions Bugella Civitas pensando ai giovani, dando loro l’opportunità di conoscere la figura dello scienziato biellese Amedeo Avogadro. Sto organizzando corsi che diano ai ragazzi gli strumenti per prepararsi ad affrontare le sfide del futuro che si presenterà sempre più incerto e mutevole.
Per saperne di più:
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